Archivi giornalieri: 27 gennaio 2024

La Shoah: il più grande sistematico e orribile genocidio della storia

La Shoah: il più grande sistematico e orribile genocidio della storia

 

I27 gennaio di 78 anni orsono “Ad Auschwitz c’era la neve/il fumo saliva lento/nel freddo giorno d’inverno/E adesso sono nel vento”, cantava Francesco Guccini, ma il “grande silenzio intorno” fu finalmente rotto dall’arrivo dei primi reparti della ormai vittoriosa Armata Rossa che spalancarono il cancello di quel grande campo di lavoro forzato e di sterminio, sopra il quale campeggiava la scritta terribile e ossimorica: Arbeit macht frei (Il lavoro rende liberi).

La Giornata della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno al fine di commemorare le vittime della Shoah. È stata istituita dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria. In Italia l’istituzione risale alla legge  20 luglio 2000, n. 211 in cui si definiscono così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

In occasione del Giorno della Memoria di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere».

Con la formazione del Terzo Reich in Germania, al secolare antigiudaismo cristiano e all’antisemitismo delle correnti politiche e culturali reazionarie dell’Ottocento e del Novecento si aggiunge la suggestione di una completa concentrazione e totale distruzione degli Ebrei d’Europa. Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, essi sono circa nove milioni: un universo composito e diversificato, che si colloca tra tradizione e modernità, chiusura in se stessi e assimilazione, osservanza religiosa e secolarizzazione. Un universo che ha avuto, in epoca contemporanea, un ruolo di primo piano e d’avanguardia nella produzione artistica e letteraria, nella ricerca scientifica, nelle professioni liberali e nella stessa politica.

A seguito delle leggi di Norimberga del 1935 e di susseguenti legislazioni razziali come quella italiana del 1938, la discriminazione e la persecuzione si indirizza, a partire dal 1941, nel progetto di soluzione finale, in Germania e nell’Europa occupata dai Nazisti dopo l’aggressione del 1939 alla Polonia, in cui era presente la più numerosa comunità ebraica. Milioni di uomini e donne, bambini, giovani, adulti e anziani, sono deportati, sfruttati nella macchina produttiva tedesca, consunti fino alla morte e/o fisicamente eliminati.

È la Shoah: il più grande sistematico, orribile genocidio della storia, in cui milioni e milioni di europei sono coinvolti come vittime, carnefici e spettatori, spesso indifferenti e silenti, a partire dalle autorità militari e politiche.

Ha scritto Raul Hillberg nella presentazione del suo ponderoso volume La distruzione degli Ebrei d’Europa (Einaudi 1996): “Inesorabilmente si formò una macchina destinata a condurre a buon fine lo sterminio, costituita da un dispiegamento di uffici militari e civili, centrali e periferici, all’interno dei quali ogni impiegato e funzionario rispettando le proprie responsabilità, si adoperò a definire, classificare, trasportare, sfruttare e assassinare milioni di vittime innocenti e tutto come se nulla distinguesse la soluzione finale dagli affari correnti”.

Alla Shoah occorre aggiungere anche la deportazione e lo sterminio dei dei Rom e dei Sinti durante la Seconda guerra mondiale, definito in lingua romanì “Porrajmos” (divoramento) o “Samudaripé” (sterminio) che provocò mezzo milione di vittime, per le quali da alcuni anni è stata istituita una specifica giornata del ricordo, il 2 agosto. Nel campo di Auschwitz-Birkenau, infatti, nella notte del 2 agosto 1944 furono uccisi nelle camere a gas ben 4000 Rom e Sinti, chiamati con disprezzo “Zigeuner”, in maggioranza donne e bambini.

Il razzismo, stregoneria del nostro tempo, secondo la definizione di Francis Ashley Montagu (La razza. Analisi di un mito, Einaudi 1966), precipita nella discriminazione, nella persecuzione, nella deportazione, nello sterminio. La Shoah, come ha scritto Hannah Arendt è stata anche banalità del male. Marco Revelli nel libro Oltre il Novecento (Einaudi 2001) sostiene che per conoscere e comprendere nel profondo il secolo trascorso e il volto terrificante della modernità contemporanea, non si può prescindere da Auschwitz, dal Gulag e dalla Bomba atomica su Hiroshima.

Hanno scritto molti dei deportati sopravvissuti, tra i quali Primo Levi con il suo drammatico vissuto, che i loro aguzzini ripetevano loro: “Nessuno di voi uscirà vivo da questo campo e se anche ne uscirà non avra voglia di raccontare cosa è successo e se anche uscirà vivo e troverà la forza di ricordare, nessuno gli crederà“.


Il manoscritto di Primo Levi “Se questo è un uomo”

Walter Benjamin, il geniale intellettuale filosofo-sociologo ebreo-tedesco, morto suicida nel 1940, per sfuggire alla Gestapo, mentre cercava di fuggire dalla Francia occupata, nel suo libro, “Tesi di filosofia della storia”, ha illustrato il dipinto famoso di Paul Klee, “Angelus Novus”. Questo è rappresentato con le ali protese verso il cielo; ha il viso con gli occhi spalancati rivolti al cumulo di rovine del passato. Può costituire una illuminante metafora del Giorno della Memoria: solo non ignorando e non rimuovendo il passato si può evitare di precipitare negli abissi e negli orrori che lo hanno connotato.

 

Online il Bilancio preventivo 2024 dell’INPS

Online il Bilancio preventivo 2024 dell’INPS

È possibile scaricare tutti i documenti del Bilancio preventivo, disponibile in una nuova versione più accessibile.

Pubblicazione: 26 gennaio 2024

È disponibile online il Bilancio preventivo 2024 dell’Istituto. L’INPS prosegue così il suo percorso evolutivo, orientato all’aumento della trasparenza e della qualità dei servizi al cittadino attraverso il ricorso alle più recenti innovazioni tecnologiche, offrendo una nuova versione più accessibile.

Tutti i documenti che lo compongono, firmati in digitale, sono facilmente individuabili all’interno della sezione di interesse e possono essere scaricati singolarmente o massivamente.

Lavoratori agricoli: contributi per il Trascinamento di giornate

Lavoratori agricoli: contributi per il Trascinamento di giornate

Online le indicazioni per usufruire dei benefici del Trascinamento di giornate per il 2023.

Pubblicazione: 25 gennaio 2024

I lavoratori agricoli a tempo determinato possono godere del Trascinamento di giornate.

Il beneficio è destinato ai lavoratori occupati per almeno cinque giornate nel 2023 presso un’impresa agricola, che abbia fruito di interventi di prevenzione e compensazione dei danni per calamità naturali o per eventi eccezionali e che si trovi in un’area dichiarata calamitata.

Il beneficio è riconosciuto anche ai piccoli coloni e ai compartecipanti familiari delle aziende che hanno beneficiato dei medesimi interventi.

Con la circolare INPS 24 gennaio 2024, n. 19 l’Istituto fornisce le indicazioni sulle modalità per usufruire dei benefici del Trascinamento di giornate per il 2023, precisando tutti gli adempimenti telematici a carico delle aziende interessate e delle strutture territoriali INPS, che devono essere completati entro il 4 marzo 2024.

Sant’ Angela Merici

 

Sant’ Angela Merici


Nome: Sant’ Angela Merici
Titolo: Vergine, fondatrice
Nome di battesimo: Angela Merici
Nascita: 21 marzo 1474, Desenzano sul lago di Garda
Morte: 27 gennaio 1540, Brescia
Ricorrenza: 27 gennaio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Canonizzazione:
1807, Roma, papa Pio VII
Nacque a Desenzano sul lago di Garda, nel 1474. Vigilata dai pii genitori, custodì diligentemente fin dai primi anni il giglio della verginità che propose di serbare intatto per tutta la vita. Aborriva ogni fasto muliebre, fino al punto di sfigurarsi il volto e recidersi la bella chioma, affine di piacere solo al celeste Sposo dei vergini.

Quando la morte le rapì gli amati genitori, fu accolta dallo zio, insieme con un suo fratellino. Quivi visse nel ritiro, nella penitenza, col cilicio e coi flagelli, nella preghiera quotidiana e notturna. Dietro consiglio del suo confessore, abbracciò la regola del terz’ordine francescano, e tornata alla natia Desenzano, il Signore le manifestò quanto voleva da lei.

Un giorno Angela stava pregando con il suo solito fervore, quando vide aprirsi i cieli, e da una lunga scala che dalla terra saliva sopra le nubi, vide scendere e salire Angeli e Vergini, mentre una musica soavissima si spandeva all’intorno. Udì allora una voce che la invitava a fondare una Compagnia di Vergini che lodassero Iddio e portassero anime al suo cuore.

Tenuta in gran concetto di santità, ovunque era chiamata a consolare, a comporre dissidi, a richiamare sulla via della virtù anime perdute.

Affamata del pane degli Angeli, si accostava spesso alla sacra Mensa, con sì infuocato amore da essere spesso rapita fuor dei sensi.

Intraprese poi con somma devozione un viaggio in Terra Santa. Approdata all’isola di Candia, divenne cieca; nel ritorno, alla stessa isola, miracolosamente riebbe la vista, sfuggì ai Saraceni, e da sicuro naufragio.

Desiderosa di venerare il Vicario di Cristo e di lucrare l’indulgenza del Santo Giubileo, venne a Roma e si portò a piedi dal Papa Clemente VII.

Ritornò a Brescia, e qui stabilitasi presso la chiesa di S. Afra, nel centro della città, diede inizio nel 1535 alla nuova congregazione detta delle Orsoline. Le diede una sicura disciplina e regola di vita santa e la pose sotto il patrocinio di S. Orsola. Molte furono le vocazioni, così che in breve tempo le Orsoline si diffusero in Italia ed in tutta Europa, poi oltre oceano. Loro scopo è l’educazione delle giovanette. Chi ne può misurare il bene?

Aveva ormai settant’anni quando cadde inferma; ricca di meriti se ne volò all’amplesso del suo celeste Sposo il 27 gennaio del 1540.

Il suo corpo rimase esposto per ben trenta giorni, finchè fu tumulato nella stessa chiesa di S. Afra. S’iniziò presso il suo sepolcro una sequela di portentosi miracoli, per cui i fedeli accorsero in folla a glorificarla e ad impetrar grazie. Fu canonizzata da Pio VII nell’anno 1807.

PRATICA. Le opere di misericordia spirituale e temporale distingueranno nel gran giorno del Giudizio Universale gli eletti dai reprobi.

PREGHIERA. O Signore, che per mezzo di Angela, hai fatto fiorire nella tua chiesa un nuovo giardino di sacre vergini, dacci per sua intercessione, di vivere santamente, affinché meritino di godere i gaudi eterni.

MARTIROLOGIO ROMANO. Sant’Angela Merici, vergine, che dapprima prese l’abito del Terz’Ordine di San Francesco e radunò delle giovani da formare alle opere di carità; quindi, istituì sotto il nome di sant’Orsola un Ordine femminile, cui affidò il compito di cercare la perfezione di vita nel mondo e di educare le adolescenti nelle vie del Signore; infine, a Brescia rese l’anima a Dio.

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