Archivi giornalieri: 21 settembre 2022
Che differenza c’è tra pensione di vecchiaia e pensione anticipata e come usarle
Che differenza c’è tra pensione di vecchiaia e pensione anticipata e come usarle
Quota 100 prima e poi Quota 102. L’APE sociale, opzione donna, deroghe Amato. Sono alcuni dei nomi di misure familiari a tanti lavoratori che quotidianamente si interfacciano col sistema pensionistico. E sono tutte misure di pensionamento anticipato. Ma la pensione anticipata secondo le regole previdenziali è una sola. Ed è l’alternativa alla pensione di vecchiaia ordinaria. Pensione anticipata e pensione di vecchiaia sono i due pilastri del sistema. Ma si tratta di misure nettamente differenti tra loro.
Che differenza c’è tra pensione di vecchiaia e pensione anticipata e come usarle
Nel sistema italiano quando si parla di età pensionabile si fa riferimento alla pensione di vecchiaia. Ed è fissata a 67 anni di età. Infatti nel 2022 servono 67 anni di età per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria. E servono pure 20 anni di contributi previdenziali versati. Infatti senza questa carriera se non si rientra in deroghe e misure di salvaguardia, i 67 anni non bastano. Come si fa a sapere quanti contributi si hanno? La domanda è comune a chi deve andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia ma anche per chi deve andare in pensione con le anticipate. Verificare all’INPS tramite l’estratto conto dei contributi è fondamentale.
La pensione anticipata sempre con calcolo misto, la vecchiaia non sempre
Chi è uscito o esce dal lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi versati non ha da temere nulla a livello di calcolo della prestazione. Infatti per le anticipate il calcolo è quello misto. Chi oggi ha 42 anni e 10 mesi di contributi versati non può aver iniziato a lavorare dopo il 1996 per evidenti questioni temporali. Il calcolo misto consente di arrivare all’assegno previdenziale sia con la quota retributiva che contributiva. Chi ha versato almeno 18 anni di contributi prima del 1996 potrà andare in pensione con un calcolo retributivo fino al 2012 mentre contributivo per gli anni successivi.
Chi ha una carriera inferiore a 18 anni prima del 1996 invece, ricade nel calcolo contributivo a partire proprio dal 1996. Le pensioni di vecchiaia sono calcolate con il sistema misto allo stesso modo. Ma con solo 20 anni di contribuzione non mancano quelli che hanno la pensione calcolata solo con il contributivo. Sono quelli il cui primo versamento è successivo al 31 dicembre 1995.
Vantaggi e svantaggi delle due misure
Chi si chiede che differenza c’è tra pensione di vecchiaia e pensione anticipata deve sapere che tutto dipende dai requisiti e dalle platee dei beneficiari. La pensione anticipata prevede una carriera nettamente più lunga delle pensioni di vecchiaia. Ma si tratta di una pensione che non ha assolutamente limiti di età e quindi ha un solo requisito fondamentale che è quello della contribuzione versata. Serve però che almeno 35 anni di contributi devono essere effettivi di lavoro e quindi neutri dal punto di vista della contribuzione figurativa da disoccupazione o malattia.
Raggiunta la soglia dei contributi necessari nulla vieta al lavoratore di andare in pensione. Con la pensione di vecchiaia invece per chi non ha contributi versati prima del 1996, può capitare di non avere diritto ad accedere alla quiescenza nonostante i 67 anni di età compiuti. Infatti per la pensione di vecchiaia per i contributivi puri oltre ai 67 anni di età e ai 20 anni di contributi versati, serve anche che la pensione sia pari a 1,5 volte l’assegno sociale.
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3. Tutti parlano di giovani, in pochi li candidano
3. Tutti parlano di giovani, in pochi li candidano
Sui quasi 5mila candidati e candidate alle prossime elezioni politiche, solo il 15% ha meno di 40 anni. Addirittura meno del 3% è under 30. Tra le liste e coalizioni che hanno presentato più candidature, sono Movimento 5 stelle e Unione popolare ad annoverare tra le loro fila il numero maggiore di giovani candidati e candidate.
In Italia sono ancora pochi i giovani in politica. In parte il problema è strutturale, visto che è la costituzione stessa a imporre dei limiti di accesso in questo senso. Tuttavia l’età degli esponenti è un importante indicatore del tasso di cambiamento della politica.
Come si configura la situazione dei candidati alle prossime elezioni politiche del 25 settembre? Analizzando i dati, vediamo che delle 4.746 persone che hanno presentato la propria candidatura, 695 hanno un’età inferiore ai 40 anni, il 14,6% del totale.
Una cifra che si abbassa poi considerevolmente se contiamo soltanto i giovanissimi, di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Parliamo in questo caso di appena 134 candidati, meno del 3% del totale. Questi numeri bassi sono diretta conseguenza degli articoli 56 e 58 della costituzione, che stabiliscono come età minima per accedere alla camera e al senato rispettivamente i 25 e i 40 anni.
A essere maggiormente rappresentate sono invece le fasce intermedie e in particolare quella tra i 40 e i 60 anni. Come abbiamo già evidenziato precedentemente, sono questi i veri protagonisti della politica italiana, a tutti i livelli istituzionali.
Alla camera, dove l’età minima di accesso è più bassa, sono candidate 134 persone di età inferiore ai 30 anni – una persona sola, Elia Francesca Martinico di Forza Italia, ha 24 anni, ma ne compierà 25 a ottobre. Mentre 561 hanno tra i 30 e i 40 anni, 558 alla camera e 3 al senato – analogamente, persone che raggiungeranno a breve la soglia d’età minima per accedere all’istituzione.
Mentre come accennato la fascia più consistente è quella di età compresa tra i 40 e i 60 anni, in cui rientra il 61,2% di tutti i candidati. Sono 1.359 i candidati di età tra i 40 e i 50 anni, e ancora più rappresentata è la categoria 50-60, in totale 1.548 persone.
Una cifra più elevata rispetto alla media della popolazione italiana, che secondo l’ultimo aggiornamento Istat è, nel 2022, di 46,2 anni.
In generale come prevedibile l’età dei candidati al senato è mediamente più elevata rispetto a quella dei candidati alla camera. Ma questo non è l’unico livello di differenziazione.
I giovani nelle coalizioni
Per quanto l’età media all’interno delle liste principali si attesti piuttosto omogeneamente su valori compresi tra i 49 e i 52 anni, le singole liste e coalizioni hanno avuto approcci diversi nella scelta di candidare persone giovani. Alcune hanno candidato quote più elevate di under 40.
Sono in particolare Unione popolare e il Movimento 5 Stelle a proporre la quota più elevata di candidati di età inferiore ai 40 anni, rispettivamente il 21,1% (per un totale di 93 persone) e il 19,9% (78).
Tra le due coalizioni, è il centro-sinistra a presentare più candidati giovani, per un totale di 169 persone (il 17% del totale). Il centro-destra raggiunge invece quota 12,3% (136 candidati). Cifre leggermente più elevate le registra Azione – Italia viva (13,9% per un totale di 57 giovani), mentre all’ultimo posto da questo punto di vista troviamo Italexit, con 41 candidati di meno di 40 anni, pari all’11,7% del totale.
Per quanto riguarda poi i giovanissimi, tra i 20 e i 30 anni, oltre il 64% si trova tra la coalizione del centrosinistra (38 persone) e le liste di Unione popolare (33). Il Movimento 5 Stelle invece si distingue per l’elevata quota di candidati di età compresa tra i 30 e i 40 anni (72 su 391).
Quanti giovani sono candidati come capilista?
Un aspetto centrale della questione dell’accesso giovanile alle istituzioni è anche la posizione in cui la candidatura è posta nel listino plurinominale, al di là del dato quantitativo sulle candidature giovani. Andiamo quindi a vedere quanti sono i giovani capilista – considerando quindi soltanto i seggi plurinominali, che secondo la legge elettorale rosatellum costituiscono i 5/8 del totale.
Ovvero 90 persone su 750. Mentre 228 hanno tra i 40 e 9 50 anni, 255 tra i 50 e i 60, e 139 tra i 60 e i 70. Nella fascia 70-80 rientrano 36 candidati capilista e 2 hanno più di 80 anni.
Tale ragionamento sui capilista può essere fatto anche sui candidati ai seggi uninominali, eletti con metodo maggioritario. Analizzando i dati non emergono però differenze significative rispetto alla situazione dei capilista al plurinominale. Inoltre, bisogna evidenziare che la posizione del candidato all’uninominale è più complessa, e strategicamente molto vincolata alle singole liste e coalizioni.
È il Movimento 5 Stelle a riportare la quota più alta di giovani rispetto al totale, con 14 capilista sotto i 40 anni rispetto ai 67 totali (il 20,9%). Segue Unione popolare con 10 candidati under 40 (il 14,5%) e lo stesso centro-sinistra (12,4%).
Ancora una volta, è Italexit a registrare il record negativo, con appena 5 capilista under 40 su 54 (9,3%). Praticamente pari Azione – Italia viva, con 5 su 62 (9,6% del totale) e la coalizione del centro-destra, con 25 (9,7%).
Per quanto riguarda invece gli over 60, il dato più elevato lo registra Unione popolare con il 33,3% (23 capilista), seguita dal centro-destra (27,5%). Infine la fascia intermedia, tra i 40 e i 60 anni, che come abbiamo detto è la più rappresentata, ha la maggiore incidenza in Azione – Italia viva (il 76,9% dei capilista candidati ha un’età compresa tra i 40 e i 60 anni) e in Italexit (75,9%).
Nei prossimi giorni continueremo a raccontare attraverso i dati le elezioni del 25 settembre. Giovedì 22 sarà la volta dell’esperienza politica e degli incarichi pregressi dei candidati.
Foto: camera dei deputati
L’OSSERVATORE ROMANO
Servizi PA: nasce la piattaforma unica per la Customer Experience
Al via da settembre 2022 la sperimentazione di un sistema centralizzato di rilevazione statistica della Customer Experience (CX) sui servizi digitali erogati ai cittadini dagli enti pubblici dislocati in tutta Italia.
L’iniziativa è realizzata dall’ISTAT, su indicazione del Dipartimento della Funzione Pubblica, e coinvolge l’INPS, l’INAIL e il Comune di Roma con l’obiettivo di definire un quadro chiaro della qualità del servizio percepita dal cittadino a livello nazionale, superando gli attuali meccanismi di rilevazione autonoma delle varie amministrazioni pubbliche non correlati tra loro e quindi non comparabili.
Il progetto prevede, infatti, una piattaforma unica per la raccolta uniforme, l’elaborazione, la gestione e l’analisi dei dati: la struttura del questionario e la piattaforma di rilevazione saranno le stesse per tipologia di PA e di servizio valutato; l’adesione delle amministrazioni sarà su base volontaria e la partecipazione dei cittadini sarà anonima.
L’INPS effettuerà la rilevazione su due servizi:
- uno dispositivo, l’Hub delle prestazioni non pensionistiche, strumento in grado di ridurre i tempi e i costi di realizzazione di una nuova prestazione nel suo intero ciclo di vita, garantendo un elevato livello qualitativo in termini di efficienza, di uniformità ed esperienza utente;
- uno di consultazione, il Cruscotto CIG e Fondi per le aziende, ideato per fornire alle aziende e ai consulenti una “finestra” nei sistemi informativi dell’Istituto da cui è possibile monitorare il percorso delle richieste di prestazioni di integrazioni salariali.
Dopo una fase di monitoraggio e adeguamento progressivo dell’infrastruttura e dell’applicazione fino a giugno 2023, il progetto punta a raggiungere, entro il 2026, il monitoraggio di almeno 300 servizi dei siti delle PA nazionali e a coinvolgere almeno 100 enti tra PA centrali, Regioni, Città metropolitane e altre amministrazioni pubbliche locali.
San Matteo
San Matteo
Giudeo di nascita, figlio di Alfeo, secondo S. Marco egli esercitava il mestiere di gabelliere in Cafarnao. Quando il Maestro Divino gli disse di seguirlo, stava appunto seduto al banco delle gabelle sulle rive del lago. Ecco il tratto evangelico : « E Gesù tornò verso il mare; e tutto il popolo andava a lui e li ammaestrava. E nel passare vide Levi d’Alfeo, seduto al banco della gabella, e gli disse : Seguimi. Ed egli, alzatosi, lo segui ».
Mirabile generosità! Matteo aveva un ufficio che gli assicurava una certa agiatezza. Ma questa pronta rinuncia ai beni per seguire Gesù gli meritò una tale abbondanza di grazia da raggiungere le più alte cime della perfezione cristiana. S. Matteo ebbe in seguito la fortuna di ospitare in casa sua il Salvatore, onde i Farisei si scandalizzarono moltissimo, perché Gesù mangiava coi pubblicani e coi peccatori. Ma conosciamo la solenne risposta di Gesù: « Non son venuto per i sani, ma per i malati ».
Ricevuto lo Spirito Santo nella Pentecóste, predicò il Vangelo nella Giudea e nelle contrade vicine e poco dopo la dispersione degli Apostoli per il ‘mondo, scrisse il Vangelo destinato ai Giudei.
S. Matteo, siccome scriveva per i suoi connazionali, volle dimostrare che Gesù Crocifisso era il Messia aspettato, il Redentore d’Israele profetato dalle Scritture. Ad ogni passo infatti si trova l’espressione: « Come è stato scritto da Isaia profeta, dai profeti », ecc. ecc.; e minuziosamente prova come le profezie e le promesse dell’Antico Testamento si siano compiute in Gesù Cristo.
Predicò poi il Vangelo nell’Africa, in Etiopia, e si sa per testimonianza di Clemente Alessandrino, che praticava l’esercizio della contemplazione e conduceva vita austerissima, non mangiando altro che erbe, radici e frutta selvatica.
Fu trucidato da una squadra di feroci pagani, mentre celebrava il santo sacrificio. Le sue reliquie furono trasportate dopo trecento anni in Bretagna, e di qui nella sontuosissima cattedrale a lui dedicata nella città di Salerno.
autore Caravaggio anno 1599-1600
Come gli altri Evangelisti, anche S. Matteo è figurato dai quattro misteriosi animali descritti dal profeta Ezechiele, e nell’Apocalisse da S. Giovanni. È comune sentenza dei Ss. Padri della Chiesa che l’animale che aveva la figura quasi d’uomo raffigura S. Matteo, il quale appunto comincia il Vangelo colla generazione temporale di Gesù.
PRATICA. Ad onore di S. Matteo leggiamo oggi un tratto di Vangelo.
PREGHIERA. Ci vengano in aiuto, o Signore, le preghiere del tuo beato apostolo ed evangelista Matteo, affinché ciò che non ottengono le nostre forze, ci sia donato per sua intercessione.
MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Matteo, Apostolo ed Evangelista, che, detto Levi, chiamato da Gesù a seguirlo, lasciò l’ufficio di pubblicano o esattore delle imposte e, eletto tra gli Apostoli, scrisse un Vangelo, in cui si proclama che Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo, ha portato a compimento la promessa dell’Antico Testamento.
autore Fernando Gallego anno 1492
IL TETRAMORFO
Il tetramorfo è una raffigurazione iconografica di “Quattro esseri viventi” citati nell’Apocalisse accanto al Trono dell’Altissimo e divenuti simbolo degli Evangelisti, derivano dalle creature dal quadruplice aspetto descritte dal profeta Ezechiele nel racconto della sua visione: “Avevano sembianza umana, ma ciascuno quattro volti e quattro ali. Le loro gambe erano diritte e i piedi simili agli zoccoli di un bue, lucenti come bronzo fuso. Di sotto le ali, ai lati apparivano mani d’uomo; tutti e quattro avevano lo stesso aspetto e identiche ali. Il loro aspetto era: davanti d’uomo, di leone a destra, di bue a sinistra e di aquila dietro.”
Sant’Ireneo di Lione fu il primo a collegare il quaternario con i Vangeli, specificando come il leone esprima il concetto della regalità, il bue del sacrificio, l’uomo dell’incarnazione e l’aquila dello Spirito che sorregge la Chiesa.
Fu invece san Girolamo ad associare gli “animali” agli Evangelisti:
- il Vangelo di Matteo inizia con l’incarnazione ed è simboleggiato dall’uomo simili ad un angelo, probabilmente perché egli insiste, con la genealogia, sull’umanità di Gesù;
- Marco è raffigurato con un leone il suo racconto comincia con la figura del Battista, “Voce di uno che grida nel deserto”;
- Luca è simboleggiato con un bue ovvero con un vitello, simbolo del sacrificio di Zaccaria che apre il vangelo;
- Giovanni, infine viene raffigurato con un’aquila, compie con il suo Prologo al Vangelo con una visione maggiormente spirituale e teologica, rivolta verso l’Assoluto.
ICONOGRAFIA
Nell’iconografia San Matteo viene raffigurato come un uomo anziano e barbuto, mentre scrive il suo Vangelo, molto spesso chinato e appoggiato su un tavolo. Il suo attributo iconografico è sempre un angelo, che lo aiuta a scrivere il vangelo come nella magnifica tela di Vincenzo Campi artista cremonese del XVI sec.
autore Vincenzo Campi anno 1588
Talvolta è raffigurato durante la sua attività di esattore come nell’opera del Guercino.
autore Caravaggio anno 1600
San Matteo è anche spesso riprodotto durante il suo martirio come nella tela di Cloude Vignon o la tela del Caravaggio.
autore Claude Vignon anno 1617