Archivi giornalieri: 7 settembre 2022

La Meloni, il “nuovo” e la lingua biforcuta

La Meloni, il “nuovo” e la lingua biforcuta.
di Francesco Casula

Circola nei Media un vero e proprio falso: che la Meloni rappresenti il nuovo. Dimenticandosi che, fa politica e vive di politica, da più di 30 anni. E’stata persino ministra.

Ed è rappresentante di tutto il vecchio e di tutto il peggio del ventennio berlusconiano che ha devastato l’Italietta, con disastri epocali.

Ha rappresentato e rappresenta la vecchia politica: con il solito programma di 20 anni fa: Blocco navale, Grandi opere (Ponte di Messina, TAV), Flat tax, Presidenzialismo. Peraltro mai – per fortuna – realizzati.

Dietro di lei la vecchia classe dirigente di 20 anni fa e più: lo stesso Berlusconi, La Russa, Giorgetti, Gasparri, Casellati, Pera.

Pur ancora giovane, ha imparato tutti i vecchi e inveterati vizietti italioti: ad iniziare dalla lingua biforcuta.
Nei comizi, quando parla ai “suoi” è spontanea, sanguigna, vera. Sbraita e urla, con berci schiamazzanti, vomitando tutto il ciarpame tipico del ventennio fascista (Dio, Patria e Famiglia) accompagnato dal retoricume patriottardo con disvalori annessi e connessi, regressivi e reazionari, neganti i diritti civili e, ancor più quelli sociali.

Quando si vuole accreditare presso l’ establishment, europeo e interenazionale, mostra il volto guerrafondaio (vedi la sua posizione nei confronti dell’Ucraina), ultra filo Nato, filo europeo. Ma soprattutto si mostra tutta curvata e prona nei confronti dei poteri forti delle banche e della finanza: significativo, a questo proposito il suo intervento a Cernobbio.
In pagas paraulas: sa peus de sos peus!
Nel cui carro – come sempre accade nell’Italietta mediocre e conformista – opportunisti di ogni risma, iniziato a salire. Ad iniziare dai Media: che la coccolano, la glorificano, la esaltano. Presentandola, appunto come nuova, coerente, affidabile.

Per non dire del Pd che con l’’insipienza di Letta, per il 25 settembre sta apparecchiando alla Meloni una sonante vittoria. Un Letta che, caninamente fedele alla “Agenda Draghi”, incapace di visione, rancoroso e settario nei confronti di 5 stelle, si avvia alla disfatta, in una sorta di cupio dissolvi: poco male se si trattasse solo della sua sconfitta. Il dramma è che lo sciagurato ed esiziale successo della destra rischia di interrare interi e plurimi valori democratici e progressivi.⁷