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Gli Arcangeli, per Dionigi l’Areopagita, sono altissime gerarchie angeliche con specifici compiti, tra i quali: servire Dio, contemplare il suo volto, cantarne incessantemente le lodi, lottare contro Satana sino alla sua sconfitta finale e aiutare luomo portandogli i messaggi di Dio e sconfiggere le suggestioni del male, per ricondurlo dopo la morte terrena a Dio.
Gli Arcangeli, per Dionigi l’Areopagita, sono altissime gerarchie angeliche con specifici compiti, tra i quali: servire Dio, contemplare il suo volto, cantarne incessantemente le lodi, lottare contro Satana sino alla sua sconfitta finale e aiutare luomo portandogli i messaggi di Dio e sconfiggere le suggestioni del male, per ricondurlo dopo la morte terrena a Dio.
Un tempo, al termine di ogni messa, il sacerdote pregava così: «San Michele arcangelo, difendici nella battaglia; sii il nostro aiuto contro la malvagità e l’insidia del diavolo. Comandi sopra di lui il Signore, e tu, principe delle milizie celesti, sprofonda nell’inferno, con la tua divina potenza, Satana e tutti gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per la perdizione delle anime». Quella preghiera, collocata in un momento strategico della liturgia, quando cioè il fedele sta per passare dalla solennità del rito alla sua concreta traduzione nel trambusto della vita quotidiana, testimoniava l’antichissima tradizione del culto dell’arcangelo san Michele, viva tra i cristiani, ma ancor prima nel popolo ebraico, che lo aveva eletto a proprio protettore. Una devozione diffusa e antica, che ha almeno tre centri di riferimento importanti e suggestivi, come la chiesa di San Michele del Gargano, in Puglia, il famosissimo santuario del Mont Saint Michel, in Francia, e la Sacra di San Michele, in Piemonte, all’imboccatura della Vai di Susa.
Michele è il protettore dei protettori, l’arcangelo guerriero, principe delle milizie celesti, avversario di Satana e degli angeli che si erano ribellati a Dio, e che lui aveva vinto al grido di guerra: «Chi è come Dio?», che è anche il significato del suo nome in lingua ebraica. Ed è così, nell’atto di trafiggere il demonio sconfitto, che viene spesso raffigurato nelle immagini più belle.
La Genesi (il primo libro della Bibbia) non fa il nome dell’angelo posto da Dio a custodire il paradiso terrestre, dopo la cacciata di Adamo ed Eva, rei di aver mangiato la fatidica mela proibita. Qualcuno ha voluto vedere, nell’arcigno custode che brandisce una spada fiammeggiante, l’arcangelo Michele, impegnato in un ennesimo episodio di quell’interminabile lotta contro le forze del male, che avrà il suo epilogo, come ha previsto l’evangelista Giovanni, nei giorni dell’apocalisse, quando Michele e i suoi angeli faranno precipitare definitivamente negli abissi il gran drago rosso con sette teste e dieci corna, cioè il diavolo o Satana, segnando così la sconfitta senza appello del male.
Nella nostra vita san Michele è l’angelo che ci è vicino nelle piccole e grandi battaglie quotidiane contro le suggestioni del male, contro quelle forze che vogliono farci scivolare nel vortice della perversione e del peccato e che, alla fine della vita, ci guiderà (anche questo è un compito che la tradizione gli attribuisce) nel momento del trapasso per essere poi al nostro fianco, avvocato, nel giorno del giudizio definitivo. Grazie alla sua tenacia nel combattere il maligno Michele è considerato il protettore del male.
Gabriele, forza di Dio (questo significa il suo nome), è l’angelo messaggero per eccellenza. L’ambasciata più clamorosa l’ha fatta a Maria, la giovane fidanzata del falegname di Nazaret, Giuseppe, per annunciarle che il Messia misteriosamente si sarebbe fatto carne in lei e l’eternità sarebbe entrata così nel tempo e nella storia. Ecco le sue parole: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te […]. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissim»
Prima che a lei, Gabriele era apparso al profeta Daniele per rivelargli il numero delle settimane che dividevano il suo tempo dalla venuta del Messia, e il numero delle settimane che avrebbero separato la venuta del Messia dalla sua morte.
Era apparso poi all’anziano sacerdote Zaccaria per annunciargli la nascita di Giovanni Battista: «Tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni […]. Egli ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia […] per preparare al Signore un popolo ben disposto».
Le missioni di Gabriele si sono concluse a Nazaret, nella casa di Maria: «Ti saluto, o piena di grazia; il Signore è con te! Tu sei benedetta tra le donne». Il suo annuncio apre sulla terra l’era dell’incarnazione: Dio si fa uomo tra gli uomini, diventa nostro compagno nel travaglio della vita fino alla morte, schiudendoci le porte della speranza senza fine. Di questa grande realtà Gabriele fu entusiasta e benedetto messaggero. L’annunciazione ha proclamato questo umile messaggero del signore il protettore dei bambini.
Raffaele, che in ebraico significa «Dio guarisce», è l’arcangelo che, sotto forma di giovane bellissimo, accompagna Tobiolo, incaricato dal padre, il vecchio e cieco Tobia, di andare a riscuotere un credito di dieci talenti d’argento. Un lungo viaggio dall’Assiria a Rages, che il giovane Tobiolo difficilmente avrebbe potuto condurre a termine se non avesse avuto a fianco Raffaele a salvarlo da un bel po’ di guai. Tutto finisce bene: Tobiolo riscuote i denari, non solo, ma per l’intermediazione di Raffaele sposa Sara, la bella e virtuosa figlia di Rachele, e, tornato a casa, restituisce la vista al padre ungendogli gli occhi con il fiele di un pericoloso pesce che sul Tigri aveva minacciato la sua vita.
La Bibbia descrive Raffaele come un giovane bellissimo, dalle vesti succinte, cioè come un viaggiatore che ha bisogno delle gambe libere per avere il passo più spedito. Per questo Raffaele viene invocato come protettore di chi nella vita deve affrontare lunghi e incerti viaggi ma è anche il protettore dei giovani e degli sposi.
PRATICA: Affidiamo oggi alla Corte Celeste il nostro passato per essere perdonati; il nostro presente perché Dio conceda a tutti il dono della Pace, del lavoro, della dignità; il nostro futuro per accettarlo sotto la vostra guida col sorriso nel cuore e sulle labbra.
PREGHIERA: O gloriosi Arcangeli, proteggeteci da ogni attacco del maligno, preservateci da tutto ciò che ci distoglie dal bene, ed otteneteci da Dio le grazie che ci sono necessarie per vivere in terra senza mai allontanarci da Lui e in cielo per contemplarlo nella Sua gloria.
Un tempo, al termine di ogni messa, il sacerdote pregava così: «San Michele arcangelo, difendici nella battaglia; sii il nostro aiuto contro la malvagità e l’insidia del diavolo. Comandi sopra di lui il Signore, e tu, principe delle milizie celesti, sprofonda nell’inferno, con la tua divina potenza, Satana e tutti gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per la perdizione delle anime». Quella preghiera, collocata in un momento strategico della liturgia, quando cioè il fedele sta per passare dalla solennità del rito alla sua concreta traduzione nel trambusto della vita quotidiana, testimoniava l’antichissima tradizione del culto dell’arcangelo san Michele, viva tra i cristiani, ma ancor prima nel popolo ebraico, che lo aveva eletto a proprio protettore. Una devozione diffusa e antica, che ha almeno tre centri di riferimento importanti e suggestivi, come la chiesa di San Michele del Gargano, in Puglia, il famosissimo santuario del Mont Saint Michel, in Francia, e la Sacra di San Michele, in Piemonte, all’imboccatura della Vai di Susa.
Michele è il protettore dei protettori, l’arcangelo guerriero, principe delle milizie celesti, avversario di Satana e degli angeli che si erano ribellati a Dio, e che lui aveva vinto al grido di guerra: «Chi è come Dio?», che è anche il significato del suo nome in lingua ebraica. Ed è così, nell’atto di trafiggere il demonio sconfitto, che viene spesso raffigurato nelle immagini più belle.
La Genesi (il primo libro della Bibbia) non fa il nome dell’angelo posto da Dio a custodire il paradiso terrestre, dopo la cacciata di Adamo ed Eva, rei di aver mangiato la fatidica mela proibita. Qualcuno ha voluto vedere, nell’arcigno custode che brandisce una spada fiammeggiante, l’arcangelo Michele, impegnato in un ennesimo episodio di quell’interminabile lotta contro le forze del male, che avrà il suo epilogo, come ha previsto l’evangelista Giovanni, nei giorni dell’apocalisse, quando Michele e i suoi angeli faranno precipitare definitivamente negli abissi il gran drago rosso con sette teste e dieci corna, cioè il diavolo o Satana, segnando così la sconfitta senza appello del male.
Nella nostra vita san Michele è l’angelo che ci è vicino nelle piccole e grandi battaglie quotidiane contro le suggestioni del male, contro quelle forze che vogliono farci scivolare nel vortice della perversione e del peccato e che, alla fine della vita, ci guiderà (anche questo è un compito che la tradizione gli attribuisce) nel momento del trapasso per essere poi al nostro fianco, avvocato, nel giorno del giudizio definitivo. Grazie alla sua tenacia nel combattere il maligno Michele è considerato il protettore del male.
Gabriele, forza di Dio (questo significa il suo nome), è l’angelo messaggero per eccellenza. L’ambasciata più clamorosa l’ha fatta a Maria, la giovane fidanzata del falegname di Nazaret, Giuseppe, per annunciarle che il Messia misteriosamente si sarebbe fatto carne in lei e l’eternità sarebbe entrata così nel tempo e nella storia. Ecco le sue parole: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te […]. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissim»
Prima che a lei, Gabriele era apparso al profeta Daniele per rivelargli il numero delle settimane che dividevano il suo tempo dalla venuta del Messia, e il numero delle settimane che avrebbero separato la venuta del Messia dalla sua morte.
Era apparso poi all’anziano sacerdote Zaccaria per annunciargli la nascita di Giovanni Battista: «Tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni […]. Egli ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia […] per preparare al Signore un popolo ben disposto».
Le missioni di Gabriele si sono concluse a Nazaret, nella casa di Maria: «Ti saluto, o piena di grazia; il Signore è con te! Tu sei benedetta tra le donne». Il suo annuncio apre sulla terra l’era dell’incarnazione: Dio si fa uomo tra gli uomini, diventa nostro compagno nel travaglio della vita fino alla morte, schiudendoci le porte della speranza senza fine. Di questa grande realtà Gabriele fu entusiasta e benedetto messaggero. L’annunciazione ha proclamato questo umile messaggero del signore il protettore dei bambini.
Raffaele, che in ebraico significa «Dio guarisce», è l’arcangelo che, sotto forma di giovane bellissimo, accompagna Tobiolo, incaricato dal padre, il vecchio e cieco Tobia, di andare a riscuotere un credito di dieci talenti d’argento. Un lungo viaggio dall’Assiria a Rages, che il giovane Tobiolo difficilmente avrebbe potuto condurre a termine se non avesse avuto a fianco Raffaele a salvarlo da un bel po’ di guai. Tutto finisce bene: Tobiolo riscuote i denari, non solo, ma per l’intermediazione di Raffaele sposa Sara, la bella e virtuosa figlia di Rachele, e, tornato a casa, restituisce la vista al padre ungendogli gli occhi con il fiele di un pericoloso pesce che sul Tigri aveva minacciato la sua vita.
La Bibbia descrive Raffaele come un giovane bellissimo, dalle vesti succinte, cioè come un viaggiatore che ha bisogno delle gambe libere per avere il passo più spedito. Per questo Raffaele viene invocato come protettore di chi nella vita deve affrontare lunghi e incerti viaggi ma è anche il protettore dei giovani e degli sposi.
PRATICA: Affidiamo oggi alla Corte Celeste il nostro passato per essere perdonati; il nostro presente perché Dio conceda a tutti il dono della Pace, del lavoro, della dignità; il nostro futuro per accettarlo sotto la vostra guida col sorriso nel cuore e sulle labbra.
PREGHIERA: O gloriosi Arcangeli, proteggeteci da ogni attacco del maligno, preservateci da tutto ciò che ci distoglie dal bene, ed otteneteci da Dio le grazie che ci sono necessarie per vivere in terra senza mai allontanarci da Lui e in cielo per contemplarlo nella Sua gloria.
Resta aggiornato su tutte le ultime novità sulle pensioni.
Qui trovi aggiornamenti in tempo reale sulla riforma delle pensioni 2016 e su tutte le novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2016 sul sistema previdenziale, in vigore dal 2012, con le successive modifiche introdotte in tema di Rivalutazioni, Esodati, Lavoratori Precoci, Proposta di Riforma Tito Boeri, contributi di solidarietà, pensioni d’oro, eccetera.
Un’attenzione privilegiata viene data agli argomenti di ultima attualità quali:
. flessibilità in uscita;
Si riportano, inoltre, tutte le istruzioni su: calcolo della pensione con il sistema contributivo,requisiti di accesso ed età pensionabile, contributi INPS e delle altre casse previdenziali, bonus, penalizzazioni, assegni mensili, gestione separata INPS, pensione integrativa, fondi pensionistici, cassetto previdenziale del cittadino.
S. Venceslao, re di Boemia, era figlio di Uratislao e di Drahomira e nipote di Boivoro, primo duca cristiano di Boemia e della beata Ludmilla. Suo padre Uratislao era un principe virtuoso, valoroso e benigno; ma la madre Drahomira, atea e pagana, univa ad una alterigia diabolica una grande crudeltà e perfidia. Venceslao ebbe anche un fratello più giovane, di nome Boleslao, perfido come la madre.
Ludmilla, nonna di questi due principi, volle Venceslao presso di sé, premendole educare l’erede secondo le massime del Cristianesimo. Venceslao ebbe per maestro un prete di santità e prudenza non comune, alle cui cure corrispose lodevolmente, mostrando già in tenera età il suo amore per lo studio e la virtù. Fu messo in seguito a compire gli studi in un collegio di Praga.
Era ancor giovane, quando gli morì il padre. La madre Drahomira allora prese le redini del regno. Questa pessima donna sfogò il suo odio contro il Cristianesimo, facendo atterrare le chiese, proibendo il culto pubblico e persino l’insegnamento della religione cristiana ai fanciulli. Revocò tutte le leggi emanate dal marito Uratislao in favore dei cristiani e scacciò i magistrati che non si professavano pagani. Gran numero di fedeli furono vittime di questo suo odio.
Non è a dire quanto grande fosse il dolore di Ludmilla per queste cose e quanto raddoppiasse i suoi sforzi e le sue preghiere perché Venceslao, erede al trono, un giorno ponesse termine a questi mali. E appena fu possibile, incitò Venceslao a prendere in mano le redini del governo, assicurando da parte sua protezione, preghiera e consiglio. Ma bisognava fare i conti col fratello Boleslao, educato e sostenuto dalla perfida Drahomira. Si decise di dividere il regno: la parte preponderante toccò a Boleslao e la Boemia propriamente detta rimase a Venceslao. Non contenta Drahomira volle sopprimere anche la pia Ludmilla, rea di aver educato cristianamente Venceslao. La fece infatti strangolare nel suo oratorio mentre stava in orazione. Ludmilla è venerata come martire di Boemia e la Chiesa ne celebra la solennità il 16 di settembre. Intanto scoppiò la guerra: Radislao, principe di Gurima, si portò con una potente armata negli stati del nostro santo; Venceslao. per difendersi prese anch’egli le armi. Quando i due eserciti si trovarono di fronte, Venceslao, divinamente ispirato, propose a Radislao di affidare l’esito della contesa a un duello, per impedire in tal modo spargimento di sangue innocente. Il principe di Gurima accettò, certo di vincere. Ma ecco che mentre combattevano, due Angeli si posero ai fianchi di Venceslao, dandogli la vittoria.
Lo zelo di Venceslao nel reprimere i disordini della nobiltà e difendere gli oppressi, gli attirarono molti nemici, e la stessa sua madre si mise a capo della congiura. A tradimento lo invitò nel suo palazzo, ed una notte, mentre Venceslao si recava a pregare, lo fece barbaramente trucidare. Era l’anno 936.
PRATICA. La preghiera deve essere sempre il nostro conforto, anche nelle più atroci pene.
PREGHIERA. O Dio, che per mezzo della palma del martirio trasferisti il beato Venceslao dal principato terreno alla gloria celeste, custodiscici per le sue preghiere da ogni avversità, , e concedici di gioire della sua compagnia.
Lavoro e Diritti: Correttivo Jobs Act, vittoria dei CdL su dimissioni online e CIGO |
Correttivo Jobs Act, vittoria dei CdL su dimissioni online e CIGO
Posted: 27 Sep 2016 07:24 AM PDT Come anticipato ieri, in Consiglio dei Ministri del 23 settembre, è stato approvato in via definitiva lo schema di decreto correttivo del Jobs Act. Leggi anche: Decreto correttivo del Jobs Act, novità per voucher e dimissioni online Come specificato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ci sono buone notizie nel Decreto, e molte […] Link all’articolo originale: Correttivo Jobs Act, vittoria dei CdL su dimissioni online e CIGO
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I permessi della legge 104 spettano anche al convivente
Posted: 27 Sep 2016 12:56 AM PDT I permessi della L. 104/92 spettano anche al convivente. E’ questo il risultato della sentenza della Corte Costituzionale, n. 213/2016 pubblicata il 23 settembre 2016. La questione di legittimità costituzionale di questo articolo veniva sollevata dal Tribunale di Livorno a seguito di giudizio insorto tra una dipendente e l’azienda sanitaria; la prima chiedeva di vedersi riconosciuto […] Link all’articolo originale: I permessi della legge 104 spettano anche al convivente
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