Ilva:ricoveri in crescita, rischio cancro per 22.500 persone
Non solo i dati sull’infertilità sono in aumento nell’area dell’Ilva di Taranto: in cinque anni nella ”città dei due mari” sono cresciuti del 70% i ricoveri per malattie del sistema nervoso. E, nelle aree Paolo VI e Tamburi, interessate dalle emissioni nocive, i ricoveri per tutte le cause sono doppi che per i quartieri meno colpite dalle emissioni nocive. Il quadro emerso dal convegno “Salute, Ambiente, Lavoro nella città dell’Acciaio”, tenuto nei giorni scorsi a Taranto, e promosso dagli ordini dei medici di Taranto e Brindisi, non promette nulla di buono.
Poi, ci sono i tumori. Sono 22.500 gli abitanti di Taranto che, in questo momento – è stato sottolineato – rischiano di ammalarsi di cancro, considerando la sola inalazione degli inquinanti, le 4mila tonnellate di polveri, le 11mila tonnellate di diossido d’azoto, le 11.300 tonnellate di anidride solforosa, le 7 tonnellate di acido cloridrico che gli impianti dell’Ilva scaricano nell’aria ogni anno. Ma gli inquinanti emessi dagli impianti dell’area di Taranto non si assorbono solo respirando: nei bambini, la quantità di diossina assunta per ingestione – attraverso la catena alimentare, soprattutto negli alimenti grassi, pesce, latte, carni – è due volte e mezzo quella per inalazione.
”Anche se l’Ilva dovesse spegnersi in questo momento i tarantini continueranno a pagare conseguenze sanitarie almeno per le prossime tre generazioni, per cui è urgente chiudere i rubinetti dell’inquinamento prima di pensare a qualsiasi altra cosa”. Lo ha sottolineato il presidente della sezione pugliese dell’Associazione internazionale Medici per l’ambiente nel corso dell’iniziativa.
”L’area a caldo – ha proseguito – continuerà a produrre una quantità impressionante di inquinanti nonostante le prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale e il primo modo per risolvere il problema è affrontarlo, conoscerlo, e cercare le soluzioni. Non siamo qui – ha aggiunto – per fare allarmismo, ma ci dobbiamo muovere. Sono a confronto tutti i medici d’Italia perché Taranto, attraverso la conoscenza seria e rispettosa delle regole della scienza, arrivi a non subire oltre l’insulto di malattie gravi”.