Servizi sanitari

Indagine Acoi/Cittadinanzattiva: scorciatoie per velocizzare accesso ai servizi sanitari

La chiamata all’amico di fiducia che lavora in ospedale è la ”scorciatoia” scelta dal 10% degli italiani per velocizzare l’accesso ai servizi delle strutture pubbliche rispetto al canale classico e diretto dell”attesa in ambulatorio. A fotografare le modalità di accesso nelle strutture e la qualità del lavoro dei chirurghi italiani è la ricerca ”La settimana dell’ascolto” a cura della Fondazione chirurgo e cittadino (Fcc), patrocinata dall’Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) e da Cittadinanzattiva.

Un’indagine su oltre 2.400 utenti che hanno usufruito delle cure chirurgiche, grazie ad un questionario inviato ad oltre 240 reparti corrispondenti a 200 aziende ospedaliere. Dallo studio emergono due situazioni contrapposte: da una parte i pazienti che hanno percorso la strada del contatto diretto con lo specialista attraverso una visita privata, anche in intramoenia (33,9%al Nord Ovest; 33,3% Nord Est; 44,5% al Centro; 43,8 Sud e Isole) o grazie all’amico che lavora all”interno (rispettivamente 6,5%; 8,2%; 9,8% e 12,6%).

Dall’altra invece chi si è rivolto all’ambulatorio divisionale (rispettivamente 59,7%; 58,5%; 45,7%; 43,6%). “Al Centro-Sud – evidenzia l”indagine – l’ingresso tramite visita privata o per ”amicizia” arriva a superare quello ambulatoriale: al centro il 54,3% e al sud il 56,4%”.

“Queste differenze territoriali – suggerisce la ricerca – evidenziano il ben noto fenomeno della maggiore capacità ricettiva delle strutture ospedaliere del Nord Italia. Mentre nel Centro-Sud i pazienti verosimilmente preferiscono rivolgersi a un professionista in forma privata e poi rientrare nel Servizio sanitario pubblico attraverso l’intermediazione del professionista o per ”amicizie” in ambiente sanitario”.

Servizi sanitariultima modifica: 2013-05-27T15:30:08+02:00da vitegabry
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