Cari compagni
e compagne,
la crisi sta mostrando una volta di più il volto distruttivo
del capitalismo e delle politiche liberiste.
Parimenti mostra il fallimento delle politiche socialdemocratiche
in tutta Europa e del centrosinistra
in Italia.
Nella debolezza dell’opposizione e della sinistra, la
crisi sociale si impasta con la crisi della politica,
producendo guerre tra i poveri che si esprimono in
separatezza dalla politica, in astensione, quando
non in consenso alle destre razziste.
Abbiamo quindi dinnanzi un compito tanto grande
quanto necessario, quello di costruire una efficace
opposizione sociale, politica e culturale, in
grado di proporre e rendere credibile una uscita da
sinistra dalla crisi, lungo una strada contrapposta
alle ricette della destra e alternativa al liberismo
temperato proposto dal centrosinistra.
A tal fine è assolutamente necessario costruire un
punto di riferimento politico della sinistra di alternativa,
che abbia massa critica e programmi tali da
risultare credibile per tutti coloro che stanno subendo
e pagando la crisi e che si ponga l’obiettivo di aggregare
tutte le forze politiche, sociali, culturali e
morali che come noi sentono questa urgenza.
Riteniamo che gli elementi fondanti di questo processo
di aggregazione siano principalmente quattro:
In primo luogo una rinnovata critica al capitalismo
globalizzato e alla sua tendenza alla mercificazione
di ogni cosa e relazione sociale. Occorre rimettere
al centro la lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori
e delle lavoratrici che in questi decenni ha
assunto caratteristiche barbariche e completamente
inaccettabili: dalla disoccupazione strutturale
nel mezzogiorno alla precarizzazione del lavoro alla
sistematica compressione salariale il lavoro è
tornato ad essere pura merce, variabile dipendente
di un sistema che ha glorificato il profitto. Vogliamo
ripartire dal lavoro nella piena consapevolezza
che la lotta contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo
o si connette strettamente alla lotta dello
sfruttamento dell’uomo sulla donna, dell’uomo sulla
natura oppure è incapace di proporre una uscita
dallo stato di cose presente. Per questo per noi la
lotta per la liberazione del lavoro si deve connettere
alla lotta contro la distruzione dell’ambiente, per
i beni pubblici a partire dall’acqua e lo sviluppo di
un consumo critico, alla lotta contro il sessismo e
il patriarcato, per l’autodeterminazione degli individui
e delle comunità. Questa critica radicale agli
assetti capitalistici implica una battaglia rigorosa
per mantenere scuola, istruzione, conoscenza, ricerca
e in generale i saperi al riparo dalla privatizzazione
e dalla mercificazione:la lotta per la scuola
pubblica è dunque prioritaria.
In secondo luogo una forte opposizione al sistema
bipolare che rappresenta la forma istituzionale con
cui il pensiero unico ha cercato di sancire l’espulsione
del tema dell’alternativa dalla politica. La battaglia
contro il bipolarismo, che tende a produrre
l’impermeabilità delle istituzioni nei confronti del
conflitto, una alternanza tra simili e che nel concreto
del caso italiano è il contesto in cui è nato e cresciuto
il berlusconismo, è per noi un punto centrale.
La costruzione di un movimento di massa per
una uscita da sinistra dalla crisi ha quindi nella battaglia
per il proporzionale, contro ogni tendenza
autoritaria, contro le mafie e i loro intrecci con la
politica, il suo corrispettivo sul piano istituzionale.
In terzo luogo noi riteniamo che questo polo della
sinistra di alternativa non possa essere costruito solo
tra le forze politiche oggi esistenti ma debba
coinvolgere a pieno titolo tutte le esperienze di sinistra
che si muovono al di fuori dei partiti. In questi
anni larga parte di chi si è battuto a sinistra lo ha
fatto al di fuori dei partiti e la possibilità di costruire
una sinistra di alternativa degna di questo nome
è possibile solo dentro una rinnovata critica della
politica che veda una interlocuzione paritaria tra
tutti i soggetti coinvolti.
In quarto luogo noi pensiamo che la sinistra di alternativa
sia pienamente nel solco della storia del
movimento operaio, del movimento socialista e comunista,
del movimento femminista, GLBTQ e dei
diritti civili, delle lotte ambientaliste, per la giustizia
e la solidarietà, del movimento altermondialista.
Nella lotta per la giustizia e la libertà delle generazioni
che ci hanno preceduto, combattuta sotto
le insegne delle bandiere rosse, della falce e del
martello, noi riconosciamo la nostra storia e questa
storia deve proseguire a partire da una rifondazione
delle pratiche, delle teorie, delle forme organizzative.
La proposta che avanziamo trova la sua collocazione
politica naturale nel contesto di tutte le forze
della sinistra europea che si collocano a sinistra
delle socialdemocrazie e che hanno ottenuto significativi
consensi nelle ultime elezioni europee, come
in Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Olanda
e nei paesi nordici.
In Italia la costruzione di un polo della sinistra di
alternativa si rivela difficile sia per le divisioni a sinistra,
e per il rischio che esse si vengano ora cristallizzando,
sia per la volontà delle forze politiche
rappresentate in parlamento di imporre un sistema
bipolare chiuso, attraverso meccanismi istituzionali
(clausole di sbarramento a tutti i livelli, discriminazione
dell’accesso al servizio televisivo e al finanziamento
pubblico), che aggravano ulteriormente
gli effetti di leggi elettorali che contrastano con il
principio del pluralismo rappresentativo e con la
garanzia del pari diritto dei cittadini alla partecipazione
politica. Alla costruzione di un sistema bloccato,
che assume i caratteri di un nuovo regime, Pd
e IdV hanno mostrato di voler concorrere non meno
dei partiti di centrodestra.
E’ necessario dunque un vero e proprio salto di
qualità dell’iniziativa politica, ideale e sociale della
sinistra di alternativa.
Proponiamo pertanto di dar vita a una Federazione
unitaria che comprenda – oltre alle forze che
hanno dato vita alla lista anticapitalista e comunista
– tutti i soggetti politici, i movimenti e le persone
che avvertono l’urgenza di affrontare insieme i
compiti che ci sono davanti e che abbiamo prima
indicato nelle linee generali.
Riteniamo indispensabile che la Federazione che
proponiamo introduca profonde innovazioni nel
modo di fare politica, a partire dai rapporti tra incarichi
politici e incarichi istituzionali, per ricostruire
una nuova etica pubblica, per consentire
l’effettiva partecipazione di tutti gli aderenti alle decisioni
e per ridare centralità alla pratica sociale.
Vogliamo discutere nel modo più diffuso e aperto
della nostra proposta unitaria e a tal fine proponiamo
quindi di vederci il 18 luglio alle ore 9,30 a Roma
al Centro Congressi di via Frentani.
Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto,
Cesare Salvi, Vittorio Agnoletto,
Margherita Hack, Lidia Menapace,
Bruno Amoroso, Elio Bonfanti,
Benedetta Buccellato, Elena Canali,
Omar Sheikh Esahaq, Valerio Evangelisti,
Barbara Fois, Haidi Giuliani, Rita
Lavaggi, Maria Rita Lodi, Maria Rosaria
Marella, Ibrahima Niane, Nicola
Nicolosi, Gian Paolo Patta, Tonino Perna,
Rossano Rossi, Nadia Sabato,
Bassam Saleh, Raffaele K. Salinari,
Laura Stochino, Ermanno Testa, Vauro,
Mario Vegetti, Massimo Villone