Sangue infetto

Sangue infetto: indennità trasfusi, Strasburgo incalza Italia

Le autorità italiane devono indicare urgentemente al comitato dei ministri del Consiglio d’Europa le misure che saranno prese a livello regionale per assicurare il pagamento della rivalutazione annuale sulla base del tasso d’inflazione dell’indennità integrativa speciale a chi è stato contaminato dal sangue infetto o da prodotti da questo derivati. Insieme alle misure da adottare il governo deve anche fornire un calendario della loro messa in atto.

La richiesta è contenuta nella decisione adottata dal comitato dei ministri del Consiglio d’Europa nella sua ultima riunione, tenutasi lunedì scorso. Nel documento si sottolinea che il termine per la presentazione scade il 3 giugno prossimo, così come stabilito dalla Corte europea dei diritti umani nella sua sentenza di condanna dell’Italia per il mancato pagamento della rivalutazione annuale dell’indennità integrativa speciale a 162 emofiliaci. Come per il caso Torreggiani, sul sovraffollamento carcerario, la Corte di Strasburgo ha imposto all’Italia una scadenza per la messa in atto di un piano per rimediare alla violazione riscontrata. Questo perché la questione del mancato pagamento della rivalutazione annuale dell’indennità integrativa speciale riguarda migliaia di persone infettate da Hiv, epatite B o C dopo una trasfusione o somministrazione di emoderivati, e circa mille hanno già presentato ricorso a Strasburgo.

Se il governo italiano non presenterà le misure richieste la Corte riprenderà l’esame di tutti i casi pendenti. Allo stato attuale il governo italiano ha presentato le misure prese sinora a livello nazionale e ha indicato che adotterà le restanti entro il 31 dicembre di quest’anno. Ma, come sottolineato dal comitato dei ministri del Consiglio d’Europa senza le misure a livello regionale, la questione rimane irrisolta.

Sangue infettoultima modifica: 2014-05-15T18:04:25+02:00da vitegabry
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