Riforma del lavoro

Il Jobs act, 10 articoli per riforma lavoro e cig

In tutto dieci articoli. Quattro nel decreto legge e sei nel disegno di legge delega: è racchiuso in questi punti il Jobs act, con le misure per riformare il mercato del lavoro, il sistema delle tutele e degli ammortizzatori sociali. I provvedimenti del piano per il lavoro puntano innanzitutto a favorire il rilancio dell’occupazione. A partire dal dl in cui c’è la semplificazione di contratti a termine e apprendistato.

CONTRATTI A TERMINE, 3 ANNI SENZA CAUSALE E STOP. Si estende da 12 a 36 mesi la durata del primo rapporto di lavoro a tempo determinato per il quale non è richiesta la causale (la ragione dell’assunzione). Viene fissato “il limite del 20% dell’organico complessivo”. Ammesse le proroghe (non più per una sola volta).

APPRENDISTATO PIU’ SEMPLICE. Vengono previsti meno vincoli; salta innanzitutto l’obbligo per assumere nuovi apprendisti di confermare i precedenti.

DELEGA, 5 CAPITOLI DA AMMORTIZZATORI A MATERNITA’. Nel ddl delega si indicano cinque capitoli: riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, semplificazione delle procedure e degli adempimenti in materia di lavoro a carico di cittadini e imprese, riordino delle forme contrattuali, migliore conciliazione dei tempi di lavoro e di vita e maggiore sostegno e tutela alla maternità.

RIFORMA CIG, DA DURATA A CONTRATTI ORARIO RIDOTTO. Si indica, tra l’altro, “la necessità di regolare l’accesso alla cig solo a seguito di esaurimento delle possibilità contrattuali di riduzione dell’orario di lavoro”. La “revisione dei limiti di durata, rapportati ai singoli lavoratori ed alle ore complessivamente lavorabili in un periodo di tempo prolungato”. Oltre alla “riduzione degli oneri contributivi ordinari e rimodulazione tra settori in funzione dell’utilizzo effettivo”.

ASSEGNO UNIVERSALE DISOCCUPAZIONE. Si indica l'”universalizzazione” dell’Aspi (l’assegno per la disoccupazione involontaria) “con estensione ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa e con l’esclusione di amministratori e sindaci”, prevedendo prima dell’entrata a regime “un periodo almeno biennale di sperimentazione a risorse definite”, si legge sempre nell’ultima versione entrata al Cdm.

AGENZIA NAZIONALE PER L’OCCUPAZIONE. Si punta ad istituirla, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome, vigilata dal ministero del Lavoro.

MENO FORME CONTRATTI, UNO A TUTELE CRESCENTI. L’obiettivo è di riordinare le forme contrattuali, prevedendo l’introduzione, “eventualmente in via sperimentale, di ulteriori tipologie contrattuali espressamente volte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti”. E l’introduzione, anche questa “eventualmente in via sperimentale, del compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti aventi ad oggetto una prestazione di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali”.

CONCILIAZIONE E MATERNITA’, ANCHE ”TAX CREDIT PER MAMME”. Si punta a darvi più sostegno (a partire dall’estensione dell’indennità di maternità a tutte le categorie di lavoratrici fino ad una maggiore flessibilità degli orari). Si indica anche la possibilità di “abolizione della detrazione per il coniuge a carico ed introduzione del tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare”.

ORA AL PARLAMENTO, POI 6 MESI PER DECRETI. Il ddl delega, che ora va al Parlamento, indica le linee degli  interventi. Una volta entrato in vigore, il governo avrà sei mesi per adottare i decreti attuativi.

RISORSE SOLO DA DIVERSA ALLOCAZIONE. Da questi decreti attuativi non devono derivare “nuovi o maggiori oneri” a carico della finanza pubblica: “per gli adempimenti dei decreti attuativi, le amministrazioni competenti  provvedono attraverso una diversa allocazione delle ordinarie risorse umane, strumentali ed economiche, allo stato in dotazione alle medesime amministrazioni”, si legge infatti nel sesto articolo.

Riforma del lavoroultima modifica: 2014-03-14T13:17:59+01:00da vitegabry
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