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Letta lascia, domani al Quirinale Renzi, nuovo governo fino 2018

Letta lascia  domani al Quirinale Renzi  nuovo governo fino 2018

21:46 13 FEB 2014

(AGI) – Roma, 13 feb. – Lo strappo si e’ consumato. Una regia attenta della direzione, concordata dagli ufficiali di collegamento, ha reso meno traumatica di quanto si temesse, ma non meno dolorosa, la scelta del Partito democratico di chiudere il governo di Enrico Letta e affidare a Matteo Renzi il mandato ad aprire una pagina nuova. L’ordine del giorno ha raccolto 136 si’, 16 no dei civatiani e due astensioni, quelle di Stefano Fassina e della bindiana Margherita Miotto. “Non e’ un processo al governo, non si tratta di dare colpe al governo per cio’ che e’ accaduto, ma di capire se siamo in condizioni o meno di aprire una pagina nuova”, ha esordito il segretario, “il rilancio radicale che immaginiamo non deve suonare come una polemica verso Letta”. Anzi, si legge nel documento votato dai delegati, “la direzione del Pd ringrazia il presidente del Consiglio per il notevole lavoro svolto alla guida del governo, un esecutivo di servizio nato in un momento delicato. E per il significativo apporto dato in particolar modo per il raggiungimento degli obiettivi europei”.
Ma ora “siamo a un bivio”. Davanti ci sono o elezioni, impossibili con una legge elettorale che riconsegnerebbe un quadro frammentato, o “una legislatura costituente” fino al 2018 con un cambio a palazzo Chigi. Ed e’ la seconda la strada da prendere. “Bisogna restituire un’occasione alla politica e il Pd deve essere protagonista”, ha incalzato, “dobbiamo dare la disponibilita’ a uscire dalla palude con un cambiamento radicale”.
Il dibattito che e’ seguito e’ stato un coro di approvazione, salvo qualche voce isolata come quella di Pippo Civati che alla fine ha votato no. Da Gianni Cuperlo e’ arrivato un appello a evitare ulteriori lacerazioni con il voto, ma poi anche lui e tutta la sua area hanno appoggiato la linea. Ora, pero’, si apra la fase del confronto sul programma, ha chiesto Cuperlo. Un attimo dopo il voto della direzione, da palazzo Chigi e’ partita la nota di Letta. “A seguito delle decisioni assunte oggi dalla direzione del Pd ho informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della mia volonta’ di recarmi domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio dei ministri”, ha annunciato. Lo fara’ domani mattina, dopo l’ultimo consiglio dei ministri.
Letta ha scelto di aspettare nel suo ufficio l’esito della direzione, una decisione dell’ultima ora. Le trattative della notte tra gli sherpa avevano portato a un’intesa su un’uscita soft. Ma questa mattina a palazzo Chigi sono arrivati Lorenzo Guerini, Roberto Speranza e Luigi Zanda a chiedere al premier di dimettersi prima della riunione; un incontro durato 5 minuti ma non senza conseguenze perche’ Letta non ha gradito la pressione.
Sull’altro campo, quello renziano, e’ stata accolta con pari irritazione la scelta di Letta di aspettare il voto della direzione per annunciare la decisione.
Ora si aprono le fasi di rito delle crisi di governo che potrebbero essere non cosi’ veloci come qualcuno ha ipotizzato.
Si parla di un incarico a Renzi sabato e di un giuramento gia’ martedi’, ma non e’ detto che i tempi non si allunghino di qualche giorno e che il nuovo governo non giuri solo mercoledi’ o giovedi’.
L’alleato principale, Ncd, ha messo gia’ sul piatto le sue condizioni. “O si fa un governo con tante ambizioni o si va al voto”, ha chiarito Angelino Alfano. E di fronte alle voci che danno Renzi determinato ad aprire a Sel, ha frenato: “Siamo indisponibili a un governo politico che abbia un connotato di sinistra. Che sia di centrosinistra”.
Dalle opposizioni, e’ arrivata la richiesta di parlamentarizzare la crisi. “Letta si presenti in Parlamento per un doveroso chiarimento davanti alla sua maggioranza, davanti all’opposizione e davanti al Paese”, ha chiesto Renato Brunetta.
Sulla stessa linea l’M5S. “Penso che i governi si sfiducino e si facciano in Parlamento”, ha detto Gianroberto Casaleggio oggi a Roma per incontrare i parlamentari. Quanto al governo Renzi, “nessuna fiducia ma valuteremo punto per punto”. (AGI) .

politicaultima modifica: 2014-02-14T06:05:23+01:00da vitegabry
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