Papa Francesco

Francesco: «Io non volevo fare il Papa
Nel Palazzo apostolico non ci vado:
è per motivi psichiatrici»

Papa Francesco
di Franca Giansoldati

CITTA’ DEL VATICANO – Papa Francesco a ruota libera che parla senza filtro di amicizia, amore, politica, solitudine e del perché non è voluto andare ad abitare nel lussuoso Palazzo Apostolico, preferendo una stanzetta nel pensionato di Santa Marta. “Una questione psichiatrica” scherza. Davanti agli allievi ed ex allievi di tutte le scuole gestite dai gesuiti stamattina si è lasciato andare ad un lunghissimo fuori programma che ancora una volta ha mandato in tilt la scaletta preparata dal cerimoniale. 

L’incontro si è aperto con una sorpresa. In mano Francesco aveva due pagine di un lungo discorso scritto dagli officiali della Segreteria di Stato. “Ho preparato questo, sono cinque pagine… un po’ noioso! Facciamo una cosa: faccio un piccolo riassunto e poi consegnerò questo al padre provinciale e al padre Lombardi, e poi c’è la possibilità che alcuni di voi fate una domanda. Vi piace questo?”. Alla risposta positiva degli ottomila presenti in aula Paolo VI, Bergoglio ha inaugurato un botta e risposta con bambini e ragazzi di vari istituti italiani. Le domande sono state fatte tutte con il ‘tu’. “Volevi fare il Papa?”, “Come ha fatto ha decidere di fare il prete?”, “E’ già venuto in Sicilia?” 

Palazzo apostolico. “Perché hai scelto di non vivere nel palazzo apostolico, di non avere una grande macchina né ori e preziosi?” Papa Francesco risponde ad una domanda di una ragazza con una punta di humor: “Non è solo una questione di ricchezza, è un problema di personalità: io ho necessità di vivere tra la gente. Se io vivessi solo, forse un po’ isolato, non mi farebbe bene. Questa domanda me l’ha fatta anche un professore: perché non va ad abitare là? E io ho risposto: senta professore, per motivi psichiatrici! Ma è la mia personalità. L’appartamento non è tanto lussuoso, tranquilla, ma non posso vivere da solo”.

Povertà. Il Papa poi rammenta che tante persone al mondo soffrono. “E poi – ha proseguito – credo che i tempi ci parlano di tanta povertà nel mondo, questo è uno scandalo! In un mondo che abbiamo tante ricchezza e tante risorse per dare da mangiare a tutti non si può capire come ci sono tanti bambini affamati, tanti bambini senza educazione, tanti poveri. La povertà oggi è un grido, tutti noi dobbiamo pensare se possiamo diventare un po’ più poveri. Come io posso diventare un po’ povero per assomigliare a Gesù, maestro povero?”.

Conclave. Una bambina gli ha chiesto se voleva fare il Papa. Ecco la risposta. “Tu sai cosa significa che una persona non voglia tanto bene a se stessa? Una persona che vuole fare il Papa, Dio non lo benedice!”. “No, io non ho voluto fare il Papa!”.
Schiavitù. “La persona è in crisi perché la persona è schiava e noi dobbiamo liberarci di queste strutture economiche e sociali che ci schiavizzano”. 
Politica. “Coinvolgersi nella politica è un obbligo per un cristiano. Noi cristiani – ha detto Francesco – non possiamo giocare da Pilato, lavarci le mani. Dobbiamo immischiarci nella politica, perché la politica è una delle forme più alta della carità perché cerca il bene comune. I laici cristiani devono lavorare in politica. Lei mi dirà: non è facile. Ma non lo è neanche diventare prete! La politica è troppo sporcata – ha detto Bergoglio – ma è sporcata perché i cristiani non si sono mischiati con lo spirito evangelico. Facile dire colpa di quello, ma io cosa faccio? Lavorare per il bene comune è dovere di cristiano”.

Amici. “Io sono Papa da due mesi e mezzo, i miei amici sono a quattordici ore di qua sono lontani. Sono venuti tre di quelli a trovarmi e salutarmi, li vedo e gli scrivo”, ha precisato il Papa argentino.” Non si può vivere senza amici, sono importanti!”.

Sicilia. Un bambino di un istituto gli ha chiesto se era mai stato in Sicilia. “Posso dire due cose: no e ancora no”. “Se vieni ti aspettiamo”. “Della Sicilia conosco un film bellissimo che ho visto dieci anni fa – ha aggiunto il Papa – che si chiama ‘Kaos’ (diretto dai fratelli Taviani, ndr.), un film fatto su quattro racconti di Pirandello tanto bello… ho potuto guardare le bellezze della Sicilia è l’unica cosa che conosco della Sicilia, ma è bella eh?”.

Errare. “Camminare è un’arte, perché se sempre camminiamo in fretta ci stanchiamo e non possiamo arrivare alla fine del cammino, invece se ci fermiamo e non camminiamo neppure arriviamo alla fine”. Ecco come affrontare i dubbi della fede. “Camminare è l’arte di guardare l’orizzonte, pensare dove io voglio andare, ma anche sopportare la stanchezza del cammino. E tante volte il cammino è difficile, non è facile. Io voglio restare fedele ma non è facile, c’è il buio, ci sono giornate di fallimento, giornate di caduta. Ma pensate sempre questo: non avere paura dei fallimenti, non avere paura delle cadute. Nell’arte di camminare quello che importa non è non cadere, ma non rimanere caduti. Alzarsi presto, subito, e continuare ad andare: questo è bello, questo è lavorare tutti i giorni. Ma camminare da soli è brutto e noioso. Camminare in comunità con gli amici, con chi ci vuole bene, ci aiuta a arrivare alla fine alla quale noi dobbiamo arrivare”.

 

Papa Francescoultima modifica: 2013-06-08T09:54:00+02:00da vitegabry
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