Mobilità

Vertenza De Tomaso: Cgil, Fiom e Inca, garantita la mobilità per 450 lavoratori

Assicurata l’iscrizione alle liste di mobilità, con relativa indennità,  ai 450 lavoratori, iscritti alla Fiom, dipendenti dell’azienda automobilistica torinese De Tomaso di Grugliasco, dichiarata fallita già nel 2012. 

Grazie all’impegno straordinario della confederazione, della Fiom e dell’Inca di Torino è stato scongiurato il rischio che rimanessero privi di un sostegno al reddito. Il 4 gennaio di quest’anno, infatti, sarebbe scaduto il periodo di cassa integrazione concesso con diverse proroghe fino a questa data in attesa di offerte imprenditoriali, mai giunte, che avrebbero dovuto dare un futuro di lavoro ai dipendenti della De Tomaso, in cigs da luglio 2012.

Infatti, la ripresa della produzione prevista a partire dal 2011, con un piano di rilancio che prevedeva la produzione di 8000 vetture di lusso in alluminio (Deauville) non è mai avvenuta, nonostante l’impegno della Regione Piemonte che fece acquistare alla FinPiemonte (finanziaria della Regione) lo stabilimento di Grugliasco promettendo anche fondi regionali e europei per la riqualificazione dei dipendenti.       

In realtà, di rinvio in rinvio, i soldi non sono mai arrivati (mentre la Giunta è passata al centro destra) e sull’uso dei fondi europei è stata aperta una inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto dei soci della De Tomaso.

In tutto questo periodo, però, i  lavoratori non si sono mai arresi e con manifestazioni e presidi a Torino e a Roma hanno sollecitato la Regione e i Governi a trovare soluzioni che garantissero i posti di lavoro e la elevata competenza professionale dei lavoratori, che rappresenta la ricchezza del territorio torinese. 

In assenza di concrete offerte imprenditoriali, già a novembre del 2014 l’azienda ha cominciato ad inviare le lettere di licenziamento per gli ormai poco più 800 dipendenti.

La Fiom di Torino,  primo sindacato per numero di iscritti, che ha gestito la vertenza dei lavoratori fin dall’inizio, ha concordato, quindi, con il Centro per l’impiego le modalità di iscrizione collettiva alla disoccupazione e con il Curatore fallimentare un piano per utilizzare al meglio gli ammortizzatori sociali per chi sarebbe stato raggiunto dal provvedimento di licenziamento.

La stretta collaborazione tra Fiom, Cgil e Inca ha consentito ai 450 lavoratori iscritti alla Fiom di poter accedere alla mobilità, con il conseguente riconoscimento delle indennità, senza subire le penalizzazioni previste, a partire dal 1° gennaio 2015, dalla legge di riforma del mercato del lavoro dell’ex ministro Fornero (n.92/2012) che, se applicate, avrebbero ridotto il periodo di indennizzo di diversi mesi (a partire dal primo gennaio, infatti, l’indennità di mobilità è ridotta di 12 mesi, per i lavoratori con un’età superiore a 50 anni, e di 6 mesi per quelli tra i 40 e i 50 anni di età).

“In una situazione così complessa e conclusa tragicamente per i lavoratori – spiegano  Valter Vergnano, segretario organizzativo della Fiom di Torino , Franco La Tona dell’ Inca e Pierino Crema del Sistema servizi Cdl  di Torino- abbiamo evitato loro ulteriori danni, dimostrando che il sindacato nel suo complesso, insieme alle sue strutture, è in grado di parlare con una sola voce per tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici che pagano sulla loro pelle le conseguenze di una crisi drammatica, qual è la perdita del posto di lavoro.

Mobilitàultima modifica: 2015-03-13T21:26:46+01:00da vitegabry
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