La_riforma_delle_pensioni.

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DOSSIER PENSIONI
Negli ultimi anni le pensioni sono state una sorta di cantiere sempre aperto che ha prodotto un
intrigo di norme nelle quali è difficile raccapezzarsi.
Molte e giuste cose sono state dette a proposito di questa riforma, ma si è forse prestata poca
attenzione ad una norma – di carattere programmatico – contenuta nelle Legge; si affida ad una
commissione uno studio per verificare la possibilità che i lavoratori spostino una parte dei contributi
previdenziali dal sistema pubblico alle assicurazioni private.
La modifica, per alcuni aspetti brutale, delle regole per accedere alla pensione si accompagna al
fatto che la revisione dei coefficienti, già avviata nel 2010, comporterà, soprattutto per i giovani,
una seria riduzione della rendita previdenziale.
Una delle misure introdotte riguarda il cosiddetto pensionamento flessibile tra i 62 e i 70 anni.
Oggi un giovane entra – mediamente- nel mercato del lavoro a 26 anni e primi anni di lavoro si
annunciano precari e discontinui, il che lo porterà, inesorabilmente alla soglia dei 70 anni di età.
Tuttavia, anche volendo considerare una vita lavorativa regolare e al di la della giusta
considerazione che non tutti i lavori sono uguali (cosa di cui la riforma non tiene minimamente
conto), il pensionamento a 70 anni di età comporterà una magra pensione.
Come hanno osservato molti esperti, poiché la speranza di vita per gli uomini è, attualmente, di
78.8 anni e per le donne di 84.1 anni, significa godersi la pensione per 8 anni nel caso degli uomini
e 14 anni per donne.
Se si prende in considerazione una retribuzione lorda di 25.000 euro annui ed ipotizzando che un
lavoratore rimanga al lavoro fino a 70 anni accumulando 40 anni di contributi, avrà una pensione di
15.000 euro all’anno – il 60% della retribuzione – a fronte di un versamento di ben 330 mila euro di
contributi. Questo significa che 8 anni o 14 anni non saranno sufficienti per recuperare quanto il
lavoratore ha pagato per tutta la vita, per recuperare il tutto dovrebbe avere una pensione annuale
di 37.500 euro.
Decisamente non è una riforma in favore dei giovani.
Il diritto alla pensione è indissolubilmente collegato alla storia lavorativa e contributiva dei singoli,
quelle che qui sono illustrate sono, necessariamente, informazioni di carattere generale così da
fornire un quadro d’insieme del sistema previdenziale Italiano come si presenta al momento della
stesura del testo.
La pubblicazione prende le mosse illustrando quelli che sono periodi utili alla pensione:
contribuzione obbligatoria, figurativa, volontaria, da riscatto e ricongiunzione, nonché le varie forme
di pensione, fino ad arrivare all’illustrazione delle novità introdotte dalla riforma “Fornero”.
Antonio Marchini

La_riforma_delle_pensioni.ultima modifica: 2012-02-05T14:33:00+01:00da vitegabry
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