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Ilo: 208 milioni i disoccupati nel mondo

In assenza di un cambiamento di rotta delle politiche, il numero di disoccupati nel mondo continuerà a crescere a livello globale e potrebbe salire dai 200 milioni attuali a circa 208 milioni nel 2015, secondo le ultime stime pubblicate oggi a Ginevra dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo). La situazione è particolarmente preoccupante in Europa, mettendo a dura prova il tessuto economico e sociali in alcuni Paesi, afferma l’Ilo.

Globalmente, 30 milioni di posti di lavoro sono necessari per ritrovare il livello di occupazione pre-crisi, afferma l’Ilo nel ”Rapporto sul lavoro nel mondo 2013”. A cinque anni dallo scoppio della crisi finanziaria, la ripresa è irregolare e la situazione globale dell’impiego non è uniforme: la maggioranza dei Paesi emergenti e in via di sviluppo registrano infatti una tendenza positiva con un aumento dell’impiego ed una riduzione delle disuguaglianze di reddito. All’opposto, in numerose economie avanzate, le disuguaglianze di reddito sono aumentate negli ultimi due anni e la disoccupazione resta alta. Mentre le economie emergenti e in via di sviluppo dovrebbero ritrovare i livelli pre-crisi di impiego nel 2015, nelle economie avanzate i tassi di impiego dovrebbero tornare ad una situazione pre-crisi solo nel 2017.

”Abbiamo bisogno di un ripresa globale incentrata su occupazione e investimento’, ha dichiarato il direttore generale dell’Ilo, Guy Ryder.  
Il rapporto 2013 mostra che, in molte economie avanzate, il salario dei Ceo ha ripreso a crescere, mentre la classe media è sempre meno numerosa. E secondo lo studio, le diseguaglianze di reddito sono aumentate tra il 2010 ed il 2011 in 14 delle 26 economie avanzate prese in esame. Tra le 14, figurano l’Italia, ma anche Francia, Danimarca, Spagna e Usa. L’aumento delle
disuguaglianze economiche è dovuto anche alla situazione delle piccole imprese: mentre la maggioranza delle grandi imprese hanno nuovamente accesso ai mercati finanziari, start-up e piccole imprese sono colpite in modo ”sproporzionato dalle condizioni per la concessione di crediti bancari”, afferma l’Ilo lanciando un appello per un aumento urgente dei flussi di credito verso le Pmi.

Sul fronte degli investimenti, il rapporto dimostra che nel 2012 le economie avanzate hanno contribuito per poco più di un terzo agli investimenti globali rispetto al 60% nel 2000. Per le economie emergenti la percentuale del 2012 è invece del 47% rispetto al 27% del 2000. L’occupazione in questi paesi, è aumentata mediamente di circa il 7% tra il 2007 e il 2012. ”Abbiamo bisogno di un ripresa globale incentrata sull’occupazione e sull’investimento produttivo”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’Ilo, Guy Ryder. 

Iloultima modifica: 2013-06-03T20:09:19+02:00da vitegabry
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