Archivio mensile:dicembre 2010

Newsletter “Sicurezza e prevenzione”

Newsletter “Sicurezza e prevenzione”

“Sicurezza e Prevenzione” è una newsletter dedicata al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Realizzata da questo Ministero in collaborazione con il Sole 24 Ore, la newsletter ha una cadenza mensile e propone notizie, approfondimenti e interviste allo scopo di informare i cittadini rispetto alle novità legislative e alle iniziative del Ministero, fornire dati e analisi sul fenomeno infortunistico, diffondere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro presso le aziende, i lavoratori, le associazioni di categoria e tutti gli operatori del mondo del lavoro.

 Accedi al modulo di Iscrizione e cancellazione alla Newsletter

________________________________________________

n. 13 – dicembre 2010
Lo stress lavoro-correlato (formato .pdf 1,07 Mb)sicurezza del lavoro.pdf

n. 12 – novembre 2010
Incidenti in calo fra i marittimi (formato .pdf 1 Mb)12.pdf

• n. 11 – ottobre 2010 
Il Governo guarda alle imprese per migliorare la sicurezza sul lavoro (formato .pdf 601,97 Kb)11.pdf

n. 10 – settembre 2010
Informazione e formazione per lavorare sicuri (formato .pdf 911 Kb)10.pdf

n. 9 – luglio-agosto 2010
La Casa del Welfare al Meeting di Rimini (formato .pdf 3,15 Mb)9.pdf

n. 8 – giugno 2010
Donne e sicurezza sul lavoro (formato .pdf 616,19 Kb)8.pdf

n. 7 – aprile 2010
Il 28 aprile attenzione sui nuovi rischi (formato .pdf 1,88 Mb)7.pdf

n. 6 – gennaio 2010
Malattie professionali (formato .pdf 271,01 Kb)6.pdf

n. 5 – dicembre 2009
Formazione, nel 2010 sarà leva anticrisi ma anche sicurezza e corsi nelle scuole (formato .pdf 348,97 Kb)5.pdf

n. 4 – novembre 2009 
Il Senato al voto per la sicurezza sul lavoro (formato .pdf 1,42 Mb)4.pdf

n. 3 – ottobre 2009
“Ambienti di lavoro sani e sicuri”: un bene per te, un bene per l’azienda 
(formato .pdf 3,63 Mb)3.pdf

n. 2 – settembre 2009
Il progetto INREGOLA: la legalità per un lavoro sicuro (formato .pdf 493,28 Kb)2.pdf

n. 1 – agosto 2009
Sicurezza nel lavoro, le persone innanzitutto (formato .pdf 398,42 Kb)1.pdf

INPS: circolari e messaggi


Gentile Cliente,
Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it > Informazioni > INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi

 

>>> Titolo:  Circolare numero numero 161 del 24-12-2010
  Contenuto:  Le istruzioni di seguito illustrate riguardano modalità e tempi di chiusura della contabilità dell?esercizio 2010, i termini per la trasmissione dei rendiconti e delle comunicazioni richiesti.
Tipologia:  CIRCOLARE

5 per mille: Bene il reintegro dei fondi, ma ora si punti alla stabilizzazione

 

NEWS

“La decisione assunta dal Consiglio dei Ministri di ripristinare nel decreto Mille Proroghe il finanziamento del 5×1000, seppure con il vincolo di destinare 100 milioni alla ricerca ed all’assistenza per i malati di Sla, settori sui quali sarebbe stato necessario ed opportuno trovare uno specifico ed adeguato finanziamento, rappresenta un atto di attenzione e sensibilità verso le associazioni di volontariato e dà una risposta positiva alla richiesta avanzata dal Forum del Terzo Settore con l’iniziativa di protesta del 16 dicembre”. E’ quanto sostiene Michele Mangano, presidente Auser.

“Sarebbe auspicabile – avverte Mangano – evitare per il futuro il ripetersi dell’incertezza del finanziamento, stabilizzando definitivamente con un provvedimento legislativo questo importante strumento di sussidiarietà fiscale che aiuta le associazioni del volontariato a programmare e realizzare con maggiore continuità ed efficacia il loro intervento nelle comunità ed a favore dei soggetti più deboli della società”.

Pubblica amministrazione – Al via il Fondo Perseo

 

NEWS

Il secondo Fondo di previdenza complementare della P.A.

Si chiama “Perseo”, il secondo Fondo di previdenza complementare dei dipendenti della Pubblica Amministrazione e riguarda il personale di Regioni, Enti locali e Sanità, compresa la dirigenza medico-veterinaria, nonchè la dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa del servizio sanitario nazionale, che ha già definito gli atti di adesione da rendere esecutivi a breve. Può contare su un potenziale bacino di utenti di oltre un milione e 260 mila addetti. L’atto costitutivo è stato firmato ieri sera in Aran dal commissario straordinario Antonio Naddeo e dai rappresentanti delle Organizzazioni sindacali presenti.

Si tratta di uno strumento che servirà per l’implementazione del secondo pilastro della previdenza, quella complementare di fonte negoziale, parallela al sistema generale obbligatorio in tutti i comparti e le aree della pubblica amministrazione. Il Fondo si basa su un sistema di finanziamento a contribuzione definita e a capitalizzazione individuale.

Si è conclusa così una lunga vicenda cominciata con l’accordo istitutivo del Fondo nel maggio 2007 e che ha richiesto una ragguardevole opera di completamento della strumentazione normativa, necessaria per adeguare l’impianto giuridico preesistente. Ciò è stato realizzato anche grazie all’impegno di varie istituzioni: Funzione Pubblica, Lavoro ed Economia e Finanze, Comitati di settore di Regioni e Sanità e delle Autonomie locali.

L’Aran, che ha curato tutti gli aspetti di questa vicenda, anche in raccordo con le Organizzazioni sindacali del settore, esprime viva soddisfazione per il risultato acquisito, frutto pure di una costante collaborazione con l’Inpdap e con la Covip (Commissione di vigilanza sui fondi). L’atto costitutivo prevede la designazione del primo consiglio d’amministrazione, che verrà presieduto dal dottor Bruno Bugli, direttore generale della Fnom (Federazione nazionale ordine dei medici).

A questo Fondo seguirà, si spera a breve, la costituzione del Fondo Sirio per i dipendenti dei ministeri, della presidenza del consiglio dei ministri, degli enti pubblici non economici, dell’Enac e del Bnel e la istituzione dello strumento utile per i dipendenti delle universita’ e della ricerca, assicurando cosi’ l’accesso alla previdenza complementare a tutti i dipendenti contrattualizzati.


(Adnkronos)

73° Congresso SIMLII: rischio occupazionale in agricoltura

 

NEWS

Per il riconoscimento delle malattie da lavoro

Il recente 73° Congresso della SIMLII ha dedicato una intera sessione al “rischio occupazionale il agricoltura e nel settore agroalimentare”.

In questa sessione sono state presentate relazioni che rivestono particolare importanza per l’attività di tutela quali:

1) Lucchini R. e coll. ; “Lo sviluppo dell’agricoltura in Italia oggi: necessità di armonizzare aspetti produttivi e di tutela della salute”;
2) Moretto A.: “Valutazione e gestione del rischio chimico in agricoltura”;
3) Sannolo N. e coll. : “I cicli produttivi e i relativi fattori di rischio”;
4) L’Abbate N. e coll.; “I cicli produttivi ed i relativi fattori di rischio nel settore agroalimentare”;
di queste diverse relazioni di seguito vengono ripresi i contenuti che riteniamo importanti nel riconoscimento delle malattie da lavoro.

39° 2010 numero newsletter.doc

Un milione di italiani senza cittadinanza

NEW

La mancanza di certezze crea spazio per le discriminazioni

L’ultimo dossier statistico di “Caritas Migrantes” stima intorno ai cinque milioni il numero di immigrati che risiedono regolarmente in Italia. Di questi, circa 900 mila sono minori. 560 mila sono i nati nel nostro paese da genitori stranieri. Se si aggiungono anche coloro che sono arrivati in Italia da piccoli, si supera il milione di presenze. Parliamo delle seconde generazioni: sono giovani, italiani in tutto e per tutto, tranne che per il diritto alla cittadinanza.

La legge che ne disciplina l’acquisizione è la n. 91 del 1992. Il testo prevede che i nati in Italia possano ottenere la cittadinanza al compimento dei 18 anni se ne fanno richiesta entro un anno, dimostrando altresì di aver risieduto legalmente e ininterrottamente nel nostro territorio. Se dunque la famiglia ha sospeso temporaneamente il proprio soggiorno, se il minore non è stato immediatamente registrato all’anagrafe del Comune di residenza al momento della nascita, o nel caso in cui i genitori non siano in regola con i documenti, l’ottenimento di tale diritto rischia di diventare una chimera.

Il minore può acquistare la cittadinanza contestualmente a entrambi i genitori o a uno di essi, per filiazione, se è presente il requisito della convivenza. Non sono rari i casi in cui ciò che la legge dichiara si presta, nella prassi, a interpretazioni contrastanti. È quanto accaduto di recente a Cavallasca, in provincia di Como, dove un cittadino italiano di origine africana è stato costretto ad agire per vie giudiziali, affinché la cittadinanza fosse riconosciuta anche ai figli minori. La vicenda è stata seguita in tutte le sue fasi dal Responsabile del Clas (Coordinamento dei lavoratori stranieri) della Cgil di Como, Ardjan Paçrami, che ne ha evidenziato i passaggi più significativi. Durante il percorso di naturalizzazione l’uomo si stava separando dalla moglie, e i figli erano in affidamento condiviso tra i due. Per questo l’Ufficio Anagrafe aveva ritenuto che non fosse possibile riconoscere la cittadinanza ai minori, mancando il requisito della convivenza con il padre.

Rivoltisi al Tribunale di Como, i ricorrenti hanno vinto la causa. Non solo perché i minori trascorrevano equamente il tempo con entrambi i genitori, ma soprattutto in base a un concetto di convivenza che non è da intendersi come mera coabitazione, ma come condivisione della vita. Sebbene il Tribunale si sia pronunciato a favore della cittadinanza per i minori, resta un’amarezza di fondo. Quella per una vicenda che avrebbe potuto risolversi molto più semplicemente, se ci fosse stata la volontà di rimuovere gli ostacoli che si frapponevano al pieno godimento di un diritto spettante per legge. “La mancanza di un’applicazione omogenea della normativa – commenta Lucia Cassina, segretaria della Cgil di Como – lascia spazio alla discriminazione. In mancanza di certezze, questioni importanti dipendono dalla sensibilità di funzionari che non sempre cercano la migliore interpretazione della legge”.

Rassegna.it

Giovani precari: più lavori, meno salario

 

NEWS

Poco più di un terzo fa due o più lavori

Non solo disoccupati o inoccupati, ci sono tanti giovani che per sbarcare il lunario fanno due o più lavori. Spesso con contratti atipici, tante volte in nero. È quanto è emerso dal sondaggio svolto dal magazine bimestrale freepress Walk on Job (sito internet www.walkonjob.it) a cui hanno risposto 500 ragazzi, intervistati tra il 19 ottobre e il 20 novembre 2010 e che è l’argomento dell’inchiesta, a firma di Elisa Di Battista, pubblicata, sul numero appena uscito e distribuito in oltre 41 città italiane. E’ quanto si apprende da un comunicato del magazine.

Poco più di un terzo fa due o più lavori.
Il 38% dei ragazzi che hanno risposto al sondaggio, tramite la pagina Facebook del magazine, la newsletter e il sito Internet, ha ammesso di svolgere due o più lavori. Queste le percentuali nello specifico: a svolgere un solo lavoro è il 48,3%, due lavori contemporaneamente il 24,3%, più di due il 12,1%  mentre il 15,5 ha ammesso di essere inoccupato o disoccupato.

Una situazione, quella da precari multitasking o come li ha chiamati ironicamente il giornale da “polipi professionali” nella quale i ragazzi si sono trovati più volte come ammette il 32,9% degli intervistati. Il 14,7% ha detto di averlo fatto perché spinto dalla necessità e dalla ricerca di maggiore autonomia, l’11% ha ammesso di fare più lavori perché gli piace impegnarsi in ambiti diversi e per il 10,7% si tratta della normale condizione lavorativa, mentre il 14% dice di non averne l’interesse né la necessità.

Due o tre lavori in ambiti affini o completamente diversi?
La maggioranza di chi ha risposto al sondaggio, esattamente il 66,9%, racconta di avere fatto lavori completamente differenti, solo  il 36,7% ha trovato impieghi che avessero un qualche nesso tra loro. C’è chi fa la ricercatrice universitaria e allo stesso tempo fa assistenza al cliente o la promoter. Ancora chi fa l’insegnante, ma nei momenti liberi fa ricevimento in hotel, c’è anche l’impiegata che serve ai tavoli, chi fa la maschera in teatro, l’assistente costumi e collabora con una casa editrice e chi, smessi i panni di avvocato in uno studio legale, lavora in un panificio, solo per citare alcune delle tante risposte date dai ragazzi che hanno partecipato al sondaggio.

Contratti?
Vincono gli atipici, ma anche il lavoro nero. Aspetto contratti. In questo caso, i dati sono tutt’altro che incoraggianti.  Alla domanda “Che contratto regola il tuo rapporto di lavoro?” ecco le risposte:

Contratto a tempo indeterminato 26,3%
Contratto a tempo determinato/agenzia interinale 30,9%
Partita IVA 6,9%
Contratto a progetto 37,2%
Contratto di collaborazione occasionale/ritenuta d’acconto/a chiamata 39,4%
Contratto a diritto d’autore 1,9%
Contratto professionalizzante/apprendistato 10,4%
“Contratto in nero” 33,2%

Molto alta la percentuale di chi lavora in nero e di chi invece ha un contratto a collaborazione occasionale e a progetto. Il contratto atipico vince sull’indeterminato che, comunque con il 26,3%, rappresenta una percentuale interessante.

Altro che generazione mille euro.

E i guadagni? Anche in questo caso, prospettive tutt’altro che rosee:

meno di 500 euro/mese 18,8%
tra 500-800 euro/mese  22,9%
tra 800-1000 euro/mese 14,7%
tra 1100-1200 euro/mese 13,6%
oltre 1200 euro/mese 19,9%
oltre 1800 euro/mese 6,8%
oltre 2500 euro/mese 3,3%

Dai dati emerge che la maggior parte degli utenti (il 56,4% in totale) guadagna meno di 1000 euro al mese, altro che generazione 1000 euro.

walkonjob.it

La Corte europea dei diritti dell’uomo condanna Italia

 

NEWS

Processi troppo lenti

I processi in Italia sono troppo lunghi e per avere un risarcimento si può attendere fino a 4 anni. Dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo arriva una condanna nei confronti del nostro Paese per i ritardi con cui vengono pagati gli indennizzi legati alla lentezza dei processi.

La Corte ha adottato 475 sentenze che danno ragione ad altrettanti ricorsi presentati da soggetti che hanno dovuto attendere dai 9 mesi ai 4 anni per incassare il risarcimento che gli era stato riconosciuto, in base alla legge Pinto, per l’eccessiva lunghezza del processo.