Archivio mensile:marzo 2009

Storia dell’INAIL – V° puntata –

24 marzo 2009. La nascita e lo sviluppo dell’Istituto dalla seconda metà del XIX secolo ai giorni nostri. Quinta puntata: fu il Regio decreto n. 1765 del 1935 a definire i cardini dell’attuale sistema pubblicistico

ROMA – Nata grazie alla legge 22 giugno 1933 n. 860, la Cassa infortuni ribattezzata INAIL nel corso dei decenni successivi crebbe progressivamente per dimensioni e importanza grazie alla graduale estensione degli eventi assicurati e al progressivo assorbimento al suo interno di diversi Enti minori, precedentemente incaricati di tutelare particolari categorie professionali o specifici eventi.

Tra le tappe importanti di questo sviluppo va segnalato, in particolare, il Regio decreto 17 agosto 1935 n. 1765 che determinò il carattere pubblicistico dell’assicurazione, introducendo dei principi cardine che restano tuttora al centro dell’attuale sistema: dalla costituzione automatica del rapporto assicurativo e delle prestazioni all’erogazione di servizi sanitari, dalla revisione delle rendite a una nuova disciplina nell’assistenza ai grandi invalidi.

Le malattie professionali. Se la legislazione previdenziale successiva alla seconda guerra mondiale si caratterizzò per la considerazione – ai fini della natura e dell’ammontare delle prestazioni – del nucleo familiare dell’assicurato, a muoversi in ritardo rispetto allo sviluppo della normativa infortunistica (e alle conseguenze sulla salute dei lavoratori a seguito dell’avanzare del processo tecnologico) fu, invece, l’estensione dell’assicurazione alle malattie professionali.

Infatti, fu solo col Regio Decreto 13 maggio 1929 n. 928 che venne promossa una prima forma di tutela, incentrata sul sistema della “lista chiusa” di malattie la cui origine professionale era riconosciuta per legge. Certamente questa specifica tutela scontava gravi difficoltà di carattere statistico e medico-legale, sia in ambito nazionale che internazionale: basti pensare che soltanto nel 1925 la Conferenza del Lavoro riconobbe l’origine professionale di tre malattie (intossicazione da piombo, da mercurio, infezione da carbonchio). Anche in questo caso è da registrare la forte strategia prudenziale messa in atto dalle istituzioni; ma anche in questo caso è chiaro che si stavano ponendo le premesse per una più consistente e significativa tutela della salute dei lavoratori.

La regolamentazione legislativa del 1929 che assimilava il regime degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, scelta ancora oggi vigente, venne fortemente migliorata dal già citato Regio Decreto 17 agosto 1935 n. 1765 e dalla legge 15 novembre 1952, n. 1967 che aumentarono il numero delle lavorazioni in grado di provocare conseguenze patogene ed estesero i periodi massimi di indennizzabilità dopo l’abbandono della lavorazione. Nel 1958, infine, la legge introdusse la tutela delle malattie professionali in agricoltura, limitatamente però ad un numero molto ristretto di tecnopatie.

(continua)

Pastorizia

Titolo: Dentro la Sardegna. I puntata. Una comunità spinta ai margini
Autore: Lisi Giuseppe
Regia: Lisi Giuseppe
Montaggio: Benedetti Luciano
Musiche: Montinori Bruno

Editore: RAI
Data di registrazione: 1968
Data di trasmissione: 1969
Data di pubblicazione: 2005
Descrizione: Dentro la Sardegna rappresenta un interessante documento, ideato e realizzato da Giuseppe Lisi nel 1968, dove la Sardegna è presentata soprattutto in funzione delle ampie problematiche che hanno caratterizzato la fine degli anni Sessanta. Quello dell’autore è uno sguardo attento e discreto, che non giudica mai i guai e le sofferenze dell’Isola, ma ne propone una panoramica calma e senza pregiudizi. In particolare, la prima parte del filmato è dedicato ad una Sardegna che ancora tenta di risollevarsi dalle atrocità della guerra e riprende il suo lento cammino verso la modernizzazione. Protagonista è il mondo della tradizione, quello dei pastori soprattutto che ancora restano legati a metodologie e lavori del passato.
Note: restauro realizzato con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato alla Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport

Decreto

Notizie dal ministero
 


23 marzo 2009

Decreto Interministeriale del 4 dicembre 2008 
Indennità di malattia per addetti al trasporto pubblico locale

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2009 il decreto 4 dicembre 2008 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, adottato ai sensi dell’art. 1, comma 273, della legge 23/12/2005, n.266. Indennità di malattia per addetti al trasporto pubblico locale.

Decreto Interministeriale 4 dicembre 2008 (formato .pdf 20,2 Kb)

20081204_DI2009.pdf

Congedo biennale

Congedo biennale retribuito per assistere genitore gravemente disabile
Sentenza della Corte Costituzionale: estensione del diritto al figlio convivente
In seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 19/2009, che ha esteso il diritto al congedo biennale retribuito anche al figlio/a convivente di genitore gravemente disabile, l’Istituto previdenziale ha emanato una circolare attuativa (n. 41/09) nella quale richiama i requisiti, stabiliti dalla sentenza in questione.
Il primo requisito riguarda la convivenza del lavoratore richiedente con il genitore disabile ed il secondo è relativo all’assenza di altri soggetti idonei a prendersi cura del disabile.
L’INPS elenca anche i lavoratori aventi diritto al congedo in ordine di priorità:
1. il coniuge convivente della persona gravemente disabile
2. i genitori (naturali, adottivi o affidatari) del figlio gravemente disabile
3. i fratelli o le sorelle conviventi con il familiare gravemente disabile nel caso in cui i genitori siano deceduti o gravemente inabili
4. il figlio convivente con il genitore gravemente disabile in caso si verifichino le condizioni seguenti:
 il genitore non sia coniugato o non conviva con il coniuge, oppure se coniugato e convivente con il coniuge
 il coniuge non sia lavoratore o sia lavoratore autonomo
 il coniuge rinunci espressamente a beneficiare del congedo nello stesso periodo
 i genitori del disabile (i nonni del lavoratore) siano deceduti o totalmente inabili
 il genitore disabile non abbia altri figli o non conviva con alcuno di loro. In caso di convivenza, tali altri figli non devono prestare attività lavorativa oppure essere lavoratori autonomi; oppure rinunciare espressamente a beneficiare del congedo nello stesso periodo
 il genitore disabile non abbia fratelli o non conviva con loro, a meno che i fratelli non prestino attività lavorativa o siano lavoratori autonomi oppure ancora rinuncino espressamente a beneficiare del congedo nello stesso periodo.
Il congedo biennale può essere fruito con modalità frazionata fra tutti gli aventi diritto, alternativamente e non contemporaneamente. A fronte di più lavoratori richiedenti è l’ordine prioritario degli aventi diritto a determinare chi fra loro ne può per primo essere beneficiario.
Per questa ragione, chi fra gli aventi diritto non vuole esercitare tale diritto deve rinunciare espressamente ad avvalersene nel periodo richiesto dall’altro avente diritto.
Nel caso infatti di genitore gravemente disabile che conviva con due figli, ambedue lavoratori dipendenti, il congedo viene concesso al figlio richiedente se l’altro figlio rinuncia espressamente a fruirne nello stesso periodo. Potrà fruire, in un periodo successivo, di un periodo di congedo qualora i 24 mesi non siano già esauriti e il fratello (cioè il figlio che per primo ha fruito del congedo) a sua volta rinunci espressamente a fruirne nello stesso periodo.
Il requisito della convivenza è sempre richiesto con l’eccezione dei genitori che assistono il figlio/a disabile.
Il familiare gravemente disabile per assistere il quale viene richiesto il congedo retribuito NON può esercitare attività lavorativa durante la fruizione del congedo stesso.

Circolare inps n° 41 del 2009

Circolare%20numero%2041%20del%2016-3-2009.pdf

 

Storia dell’INAIL – 4° puntata –

Dalle origini ad oggi. La prima guerra mondiale

 

inail.jpg17 marzo 2009.  La nascita e lo sviluppo dell’Istituto dalla seconda metà del XIX secolo ai giorni nostri. Quarta puntata: il conflitto incentivò in modo forte la legislazione sociale. Tappa finale del processo fu la promozione di un’unica Cassa nazionale per gli infortuni sul lavoro. Era il 22 giugno 1933

ROMA – Lo scoppio della prima guerra mondiale (1915-1918) e gli anni immediatamente successivi al conflitto – per la loro straordinaria drammaticità e le gravi esigenze che determinarono nella popolazione italiana – furono un momento di forte stimolo per la legislazione sociale. Le tappe di questo cammino sono molteplici e il loro inizio può essere individuato nel 22 gennaio 1915, giorno dell’inaugurazione, a Genova, del primo ambulatorio destinato al pronto soccorso dei lavoratori infortunati, a favore dei quali, nel maggio dell’anno successivo, fu deliberata la fornitura di apparecchi protesici.

Ancora nell’ottobre del 1919 cominciarono ad essere aperti, a cura della Cassa, i primi centri ambulatoriali presso tutte le maggiori città, mentre nel 1924 venne inaugurato a Bologna il primo centro per i traumatizzati del lavoro, di proprietà della Cassa Nazionale Infortuni. A partire dall’agosto del 1917, poi, in previsione del ritorno dal fronte di centinaia di migliaia di contadini – spesso in gravi condizioni di salute per le privazioni e le ferite subite nelle trincee – il Parlamento estese ulteriormente la tutela alle lavorazioni del comparto.

Fu, tuttavia, in particolare il periodo post-bellico il momento in cui si realizzarono le condizioni per un consistente e reale impulso alla legislazione di protezione sociale. La ritrovata capacità organizzativa delle masse operaie e, nel 1919, la costituzione (in virtù di accordi internazionali) dell’Ilo – l’Organizzazione internazionale del lavoro, organismo nato nel seno della Società delle Nazioni e deputato all’attuazione della legislazione sociale nei diversi paesi membri – furono i fattori principali che diedero forte impulso a questo processo.

Cosi, per esempio, col decreto legge n. 603/1919 venne istituita l’Assicurazione obbligatoria per l’invalidità e la vecchiaia, mentre nel 1923 si fissò in otto ore giornaliere e 48 settimanali l’orario dei lavoratori dipendenti. Ma un’ulteriore, grande svolta si verificò nel 1926, con l’abolizione delle Compagnie private ed il divieto, per queste, di stipulare polizze assicurative contro gli infortuni sul lavoro. Nel 1927 l’approvazione della Carta del lavoro creò le condizioni per una estensione dei provvedimenti di previdenza sociale. Si ispirarono a queste direttive anche gli istituti giuridici, che estesero l’ambito di applicazione delle norme in tema di assicurazione contro gli infortuni professionali.

A questa nuova attenzione verso la regolamentazione della legislazione sociale si deve infine l’unificazione delle residue Casse, attuata dalla legge 22 giugno 1933 n. 860, che assegnò la tutela assicurativa alla Cassa infortuni ribattezzata Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Era la nascita ufficiale dell’INAIL.

(continua) 

Poveriniiii!

ECCO LA LISTA DEI 100 PADRONI PIU’ POVERI
 

1. Matteo Arpe ad Capitalia fino al 31 maggio 2007 37.405.281 (di cui 31.226.105 «indennità per risoluzione rapporto di lavoro » e 1.277.831 Tfr)
2. Cesare Geronzi p Capitalia fino al 30 settembre 2007 23.648.266 (di cui 20 milioni «emolumento straordinario che costituisce anche premio alla carriera»), vp Mediobanca per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2007 375.000 TOTALE 24.023.266
3. Riccardo Ruggiero ad e dg Telecom Italia fino al 2 dicembre 2007 17.227.000 (comprende incentivo all’esodo di 9.900.000), c Safilo 50.000 TOTALE 17.277.000
4. Carlo Buora vp Telecom Italia fino al 2 dicembre 2007 11.941.000 (comprende 4 milioni per patto di non concorrenza con erogazione nel 2008-2009)
5. Giovanni Bazoli indennità speciale di fine mandato p ex Banca Intesa 10.000.000, p cds Intesa Sanpaolo 1.364.000, p Mittel 50.000, c Alleanza 42.570, vp Banca Lombarda 37.499, c Ubi banca 67.659 TOTALE 11.561.728
6. Gabriele Galateri di Genola p Mediobanca fino al 2 luglio 2007 11.000.000, vp Rcs 19.000, p Telecom Italia dal 3 dicembre 2007 9.000 TOTALE 11.028.000
7. Alessandro Profumo ad Unicredit 9.427.000 (oltre ad azioni gratuite per 3,92 milioni)
8. Luciano Gobbi dg Pirelli 8.044.000 (di cui 6.360.000 indennità per la risoluzione del rapporto di lavoro)
9. Fausto Marchionni ad Fondiaria-Sai 7.181.000
10. Drago Cerchiari ad Sorin fino al 24 maggio 2007 7.141.000 (include indennità speciali di fine rapporto)
11. Luca Cordero di Montezemolo p Fiat e Ferrari 7.073.000, c Tod’s 24.700, c Poltrona Frau 10.000, c Indesit fino al 2 maggio 2007 5.330 TOTALE 7.112.330
12. Sergio Marchionne ad Fiat 6.906.100
13. Marco Tronchetti Provera p Camfin 195.567, p Pirelli e p Pirelli Re 5.951.000 TOTALE 6.146.000
14. Carlo Puri Negri vp Camfin 96.723, vp Pirelli 370.000, vp e ad Pirelli Re Pirelli 5.565.000, c Telecom Italia fino al 25 ottobre 2007 95.000 TOTALE 6.126.000
15. Giampiero Auletta Armenise ad Ubi banca ed ex ad Bpu TOTALE 5.700.000
16. Antoine Bernheim p Generali 4.835.009, c Mediobanca 398.000, vp cds Intesa Sanpaolo 358.000, vp Alleanza 82.044 TOTALE 5.673.053
17. Giampiero Pesenti p Italmobiliare 1.032.350, p Italcementi e controllate 4.455.000, c Pirelli 70.000, c Mittel 10.000 TOTALE 5.567.350
18. Francesco Caltagirone p Cementir Holding 5.155.000
19. Jonella Ligresti vp Premafin e p Fondiaria-Sai 4.629.502, c Mediobanca 398.000, c Rcs 19.000 TOTALE 5.046.000
20. Ezio Paolo Reggia ad Cattolica fino al 12 giugno 2007 4.893.151
21. Luigi Zunino p e ad Risanamento 4.790.000
22. Adolfo Bizzocchi dg Credem 4.725.000
23. Gioacchino Paolo Ligresti vp Premafin, c Fondiaria-Sai, vp Milano, p Immobiliare Lombarda 4.610.000, c Impregilo 13.288 TOTALE 4.623.288
24. Giulia Ligresti p Premafin, vp Fondiaria-Sai 4.410.000 c Pirelli 50.000, c Telecom Italia Media 60.000 TOTALE 4.520.000
25. Pier Francesco Guarguaglini p e ad Finmeccanica 4.230.000
26. Alberto Lina ad e dg Impregilo fino al 13 luglio 2007 3.761.000, vp Sirti fino al 16 novembre 2007 115.500 TOTALE 3.876.500
27. Tiberto Ruy Brandolini d’Adda vp Ifil, c Fiat e cariche in società controllate 426.000, p e dg Sequana Capital 3.360.000 TOTALE 3.786.000
28. Giovanni Perissinotto ad e dg Generali 3.524.851, cdg Intesa Sanpaolo 150.000, c Pirelli 50.000 TOTALE 3.724.851
29. Sergio Balbinot ad e dg Generali 3.662.000
30. Francesco Trapani ad Bulgari 3.612.000
31. Giovanni Castellucci ad e dg Atlantia e ad Autostrade per l’Italia 3.440.140, vp Impregilo 83.064 TOTALE 3.523.140
32. Corrado Passera ad e dg Intesa Sanpaolo 3.503.000, c Rcs 19.000 TOTALE 3.522.000
33. Pietro Modiano dg vicario Intesa Sanpaolo 3.505.000
34. Maurizio Costa vp e ad Mondadori 3.330.800
35. Fedele Confalonieri p Mediaset 3.305.000
36. Vittorio Merloni p Indesit 3.253.000, c Telecom Italia fino al 16 aprile 2007 34.000 TOTALE 3.287.000
37. Fulvio Conti ad e dg Enel 3.102.582
38. Umberto Quadrino ad Edison 3.042.000
39. Corrado Faissola ad ex Banca Lombarda e vp Ubi banca 3.033.000
40. Alberto Nagel dg Mediobanca 3.000.000
41. Nereo Dacci ad Banco di Desio e cariche in controllate 2.986.573
42. Paolo Scaroni ad e dg Eni 2.785.000, c Generali dal 28 aprile 2007 105.850 TOTALE 2.890.850
43. Enrico Marchi p Save 2.855.027
44. Antonio Talarico ad e dg Immobiliare Lombarda, vp Fondiaria-Sai, c Milano TOTALE 2.827.615
45. Giorgio Zappa dg Finmeccanica 2.751.000
46. Roberto Tunioli vp e ad Datalogic 2.624.000, c Interpump 55.000 TOTALE 2.674.000
47. Roberto Cera c Atlantia 55.000, consulenze per il gruppo allo studio legale Bonelli Erede Pappalardo di cui è socio 2.611.264 TOTALE 2.666.264
48. Andrea Guerra ad Luxottica 2.602.000, c Parmalat 36.000 TOTALE 2.638.000
49. Aureliano Benedetti p Cassa risparmio Firenze 2.633.200
50. Massimo Moratti ad Saras 2.536.000, c Pirelli 50.000, c Telecom Italia fino al 16 aprile 2007 34.000 TOTALE 2.620.000
51. Carlo Pesenti c e dg Italmobiliare 2.542.440, c Rcs 38.000 TOTALE 2.580.440
52. Gian Marco Moratti p Saras 2.536.000
53. Francesco Micheli dg Intesa Sanpaolo 2.503.000
54. Emilio Zanetti p ex Bpu e p cdg Ubi banca 2.421.000
55. Marco Sala dg Lottomatica 2.401.851
56. Giuliano Adreani ad Mediaset 2.376.270
57. Jean-Claude Blanc ad e dg Fc Juventus 2.374.000
58. Giuliano Zuccoli p e ad Aem 1.378.996, p Edison 806.000, c Credito Valtellinese 171.000 TOTALE 2.355.996
59. Pier Giorgio Romiti ad e dg Gemina fino al 7 maggio 2007 2.351.912
60. Fabio Innocenzi ad ex Bpvn e Banco Popolare 2.286.000, vp Banca Italease fino all’8 settembre 2007 45.000 TOTALE 2.331.000
61. Antonio Vigni dg Banca Mps 2.325.650
62. Claudio De Conto dg Pirelli 2.279.000, c Rcs 19.000 TOTALE 2.298.000
63. Vittorio Tabacchi p Safilo 2.285.000
64. Vittorio Di Paola p Astaldi 2.209.885 (oltre ad azioni gratuite per 904.993 euro)
65. Gabriele Del Torchio ad Ducati da maggio 2007 2.187.000
66. Franzo Grande Stevens c Ifi e Ifil 7.000, prestazioni professionali a Ifil e Fiat per 2.150.000, c Campari 12.500 TOTALE 2.169.500
67. Federico Minoli p e ad Ducati fino al 21 maggio 2007 2.150.921
68. Gianluigi Gabetti p Ifil e c Ifi 1.785.000, c Mediobanca 353.000 TOTALE 2.138.000
69. Giovanni Battista Mazzucchelli dg Cattolica dal 1° maggio 2007 2.038.794
70. Maurizio Monteverdi ad Gabetti 2.022.863
71. Antonio Perricone ad e dg Rcs 2.000.000
72. Carlo Barel di Sant’Albano ad e dg Ifil 1.993.000
73. Marco Milani ad Indesit 1.961.149
74. Dieter Rampl p Unicredit 1.567.000, c Mediobanca 342.000 TOTALE 1.909.000
75. Roberto Colaninno p Immsi 467.178, p e ad Piaggio 1.040.000, c Mediobanca 366.000 TOTALE 1.883.178
76. Bruce Turner ad Lottomatica 1.879.319
77. Enrico Parazzini dg Telecom Italia e presidente T.I Media 1.869.000
78. Claudio Gottardi ad Safilo 1.863.000
79. Domenico Bosatelli p Gewiss 1.818.000
80. Ugo Ruffolo ad e dg Alleanza 1.800.000
81. Lino Moscatelli dg Cassa risparmio Firenze 1.781.768
82. Guido Leoni ad Banca popolare Emilia-Romagna 1.668.000, vp Meliorbanca 100.000 TOTALE 1.768.000
83. Luigi Francavilla vp Luxottica 1.753.245
84. Carlo Salvatori ad Unipol 1.752.000
85. Cesare Romiti p Impregilo fino al 3 maggio 2007 1.717.000 (di cui 1.275.000 indennità di fine carica)
86. Vincenzo Visone ad Campari fino al 24 aprile 2007 1.646.044
87. Valerio Battista ad Prysmian 1.643.914
88. Giuseppe Grassano dg Banca popolare Intra fino al 29 aprile 2007 1.630.000
89. Roberto Chemello c esecutivo Luxottica 1.629.000
90. Andrea Riffeser Monti p e ad Monrif, vp e ad Poligrafici editoriale 1.628.640
91. Carmine Lamanda dg Capitalia fino al 30 settembre 2007 1.606.000
92. Rodolfo De Benedetti c Cofide 117.000, ad e dg Cir 1.486.000 TOTALE 1.603.000
93. Luciano Benetton p Benetton 1.600.000
94. Luca Majocchi ad Seat pg 1.570.000
95. Stefano Cao dg Eni 1.487.000, c Telecom Italia 107.000 TOTALE 1.594.000
96. Marco Giovannini p e ad Guala Closures 1.526.000, c Ducati 21.575 TOTALE 1.547.575
97. Leonardo Del Vecchio p Luxottica 1.357.546, c Generali 101.850, p Beni Stabili fino al 27 giugno 2007 72.000 TOTALE 1.531.396
98. Olivier De Poulpiquet c e dg Investment Pirelli Re 1.544.179
99. Mario Ciliberto c esecutivo Cementir Holding 1.507.000
100. Pietro Giuliani p e ad Azimut Holding 1.490.000

La classifica è tratta da “La paga dei padroni”, di Gianni Dragoni e Giorgio Meletti

Scadenze Fiscali 2009

Scadenze fiscali per il 2009

Con la pubblicazione sul supplemento della Gazzetta Ufficiale di sabato 28 febbraio 2009 della L.14/2009 (conversione del decreto “milleproroghe” 207/2008), è entrato ufficialmente in vigore il nuovo calendario fiscale.

  Scadenza attuale Scadenza precedente
Presentazione telematica del modello Unico 2009
(persone fisiche, società di persone e dati Irap)
30 settembre 2009 31 luglio
Presentazione telematica del modello Unico (soggetti Ires) Ultimo giorno del nono mese successivo quello di chiusura del periodo d’imposta Ultimo giorno del settimo mese successivo quello di chiusura del periodo d’imposta
Presentazione telematica della dichiarazione annuale IVA 30 settembre 2009 31 luglio
Presentazione modello 730 al sostituto di imposta o ente pensionistico 30 aprile 2009 30 aprile
Presentazione modello 730 al Caf o professionisti abilitati 31 maggio 2009 31 maggio
Trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate da parte dei sostituti d’imposta dei dati fiscali e contributivi (mod 770) 31 luglio 2009 31 marzo
Trasmissione telematica dei modelli 730 da parte di Caf, professionisti abilitati e sostituti di imposta 15 luglio 2009 25 giugno
Obbligo per i sostituti d’imposta di comunicare telematicamente ogni mese i dati di carattere fiscale, contributivo e previdenziale Dal 2010 Dal 2009

Pane e Liberta’

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Storia dell’ INAIL

 

Storia dell’INAIL dalle origini ad oggi. Quando l’Italia si scoprì industriale

 

23 febbraio 2009. La nascita e lo sviluppo dell’Istituto dalla seconda metà del XIX secolo ai giorni nostri. Prima puntata: lo spopolamento delle campagne e la nascita della classe operaia sollevano il problema dell’indennizzo degli infortuni sul lavoro

ROMA – Spetta alla legge n. 80 del 17 marzo 1898 il merito di avere introdotto, per la prima volta, nel sistema legislativo italiano l’obbligatorietà dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Un provvedimento, quello emanato dal Parlamento, che rappresentò, da una parte, un punto di approdo in un momento critico dell’assetto economico-sociale del nostro Paese e, dall’altra, l’inizio di un percorso complesso e, per certi aspetti, ancora in corso. Ripercorriamo, dunque, in poche – e speriamo interessanti – tappe la storia dell’INAIL. Un modo per cogliere, da un punto di vista prospettico particolare e sempre di grande attualità, alcuni passaggi evolutivi essenziali dell’intera storia d’Italia.

La crisi dell’agricoltura. Dall’agricoltura all’industria: fu questo lo snodo determinante dell’evoluzione economico-sociale italiana a rendere ineludibile, nella seconda metà del XIX secolo, il problema degli infortuni sul lavoro. Sebbene in modo discontinuo a seconda delle diverse realtà territoriali del paese, in questa dinamica si intersecarono elementi molteplici  – dai crescenti investimenti stranieri alla riforma della politica doganale – che si “canalizzarono” in un complessivo esito finale: via via, masse di popolazione sempre più numerose abbandonarono le campagne per trasferirsi, in nome della migliore congiuntura, nei nuovi centri urbani.

I settori industriali che più beneficiarono di questo passaggio (agevolati dalle nuove tecnologie e da scelte imprenditoriali di concentrazione economica) furono soprattutto la metalmeccanica, la chimica e il tessile. Comparti dove la forza lavoro – una nascente classe operaia costretta a vivere nella mancanza delle più elementari norme di igiene e sicurezza, all’insegna di turni di lavoro massacranti e senza reali forme di regolamentazione – iniziò a sperimentare le prime forme di organizzazione politica e sindacale. Il proliferare degli infortuni, così, si affermò in breve tempo come una delle principali preoccupazioni che animarono il dibattito politico e il problema degli indennizzi venne sollevato per la prima volta in Parlamento col Regio Decreto del 29 dicembre 1869. Il provvedimento istituiva la “Commissione consultiva del lavoro e della previdenza sociale”, incaricandola di definire i contenuti specifici di una futura legge in materia.

Gli indennizzi e l’assenza di leggi. Da un punto di vista giuridico quello degli indennizzi era un ambito caratterizzato da una generale deficienza dei principi del diritto e da uno stato di tutela essenzialmente labile. Secondo le originarie norme in vigore, infatti, il risarcimento del danno era possibile solo a fronte di una provata colpa del datore di lavoro nell’accadimento del fatto: cosa spesso difficile da dimostrare sia per la dinamica spesso accidentale dell’evento, sia per la ritrosia dei lavoratori a citare in giudizio chi erogava loro il salario.

A partire dal 1879 i primi disegni di legge proposti si sforzarono di realizzare, pertanto, una sorta di inversione dell’onere della prova, spostando sul datore di lavoro il compito di dimostrare l’inesistenza delle proprie responsabilità. Di pari passo si fece progressivamente largo nell’opinione pubblica la consapevolezza dell’esigenza di una legislazione complessiva di protezione del lavoratore: a partire dall’orario dei turni fino alla tutela delle donne e dei bambini. Consapevolezza che, tuttavia, da un punto di vista realmente normativo si tradusse in un nulla di fatto, dal momento che – a oltre vent’anni dalla propria istituzione –  la Commissione consultiva, malgrado volenterosi tentativi e proposte, non fu capace di dare vita a risultati tangibili.

(Continua)

 

 

Cultura

Storia dell’INAIL dalle origini ad oggi. Nascono le prime forme assicurative

 

2 marzo 2009. La nascita e lo sviluppo dell’Istituto dalla seconda metà del XIX secolo ai giorni nostri. Seconda puntata: nel 1883 viene realizzata una Convenzione nazionale relativa a una polizza volontaria contro gli infortuni sul lavoro. E le adesioni registrano il boom 

ROMA – Se a livello legislativo la realizzazione di una normativa per regolamentare gli infortuni sul lavoro continuava a registrare una continua fase di stallo, alcune imprese cominciarono a muovere dei primi passi per affrontare la  situazione. Ecco, allora, che nel 1877 la Supermeister e C., azienda di filatura del novarese, per la prima volta in Italia stipulava una polizza assicurativa con una compagnia privata straniera per la copertura degli incidenti professionali occorsi ai propri dipendenti.

L’iniziativa ebbe due conseguenze. La prima: l’impresa conseguì una medaglia d’oro al merito all’Esposizione nazionale del Milano del 1881. La seconda, ben più importante: alcuni parlamentari cominciarono a maturare l’idea di una Cassa nazionale che – senza perseguire fini di lucro e sulla base di una convenzione generale –  potesse gestire una forma di assicurazione volontaria contro questo genere di accadimenti.

La proposta si rivelò decisamente più fattibile rispetto a quella normativa. Al punto che – già nel 1882 –  lo schema per la Convenzione era ultimato. Furono necessari solo poche migliorie (alcuni approfondimenti sul concetto stesso di “infortunio” e qualche ritocco migliorativo in materia fiscale) e il documento fu firmato nel febbraio del 1883. Nel luglio dello stesso anno un altro grande traguardo veniva tagliato: la tanto agognata “Cassa nazionale di assicurazione per gli infortuni degli operai sul lavoro” vedeva, finalmente, la luce.

Il suo sviluppo, dopo una nascita così faticosa, fu rapido. A poco più di un anno dalla sua fondazione, l’organo, infatti, vide l’apertura dei suoi primi uffici al pubblico nella sede centrale di Milano. Le polizze stipulate crebbero a vista d’occhio: dal 1884 al 1894 da 54 a 3.242. Numerosi anche i lavoratori assicurati che, nel giro del decennio, salirono da 1.663 a 130.985.

Il successo dell’iniziativa rendeva evidente un principio, non solo presso il Parlamento ma soprattutto nell’opinione pubblica: che il “rischio professionale” non era un fattore che poteva più essere trascurato e che una forma di assicurazione in grado di connettere questo pericolo direttamente all’attività imprenditoriale era cosa più che legittima. Non a caso, un articolo del gennaio 1892 pubblicato sul quotidiano meneghino “Il Secolo” concludeva così: “Il rischio professionale è dunque il maggior fattore dei casi di infortunio e parrebbe opera equa il ripartire l’obbligo dell’assicurazione”.

Cominciava a manifestarsi, dunque, un’inadeguatezza di fondo che caratterizzava l’esito pur positivo riscosso dalla Cassa: ovvero il non accettabile fondamento volontario dell’assicurazione. Era difficile, infatti, tollerare una realtà del genere in un Paese dove il crescere continuo delle industrie determinava incrementi esponenziali degli infortuni in fabbrica. Un primo passo per ovviare al problema fu il tentativo di incentivare – mediante opportuni incentivi – la sottoscrizione delle polizze da parte del Consiglio superiore della Casa. Ma si trattava di una soluzione di ben corto raggio. La vera soluzione andava cercata altrove.

(continua)

  

INAIL

Storia dell’INAIL dalle origini ad oggi. Lo sviluppo dello Stato sociale

 

10 marzo 2009. Nel 1898 il Parlamento promuove la legge che sancisce l’obbligatorietà dell’assicurazione contro gli infortuni. Nasce il principio del “rischio professionale” (terza puntata)

ROMA – Ci vollero circa vent’anni e la presentazione di una dozzina di disegni di legge perché il Parlamento riuscisse, alla fine, a promulgare la tanto agognata normativa in materia di infortuni sul lavoro. A riuscire nell’obiettivo fu il ministro dell’agricoltura, industria e commercio Francesco Guicciardini, il cui ddl vide l’approvazione del Senato nel luglio del 1897 e della Camera nel marzo del 1898.

L’assicurazione contro gli infortuni diventa obbligatoria. La legge n. 80 del 1898 se, a livello generale, sanciva l’obbligatorietà dell’assicurazione ed estendeva la copertura anche in caso di colpa del lavoratore, proponeva tuttavia dei passaggi decisamente graduali. Il provvedimento, così, non solo tutelava poche categorie di lavorazioni, ma riconosceva anche un indennizzo parziale. Mancava, inoltre, l’assegnazione ad un unico Ente del compito di gestire le polizze, lasciando – salvo che per alcuni casi – libera volontà di scelta.

Ispirata da un modello di Stato poco incline a realizzare interventi diretti, questa normativa per certi aspetti contrastava con quel processo inarrestabile che vedeva accrescere sempre di più l’incidenza delle masse nella vita politica ed economica del Paese: un fenomeno che, da una parte, dava luogo a nuove e più intense forme di tutela e, dall’altra, determinava un livello più forte di attenzione delle istituzioni nei confronti del governo del sociale, non più lasciato alla libera determinazione delle parti.

Ecco, allora, che il legislatore – nel delinearsi di un generale sistema a tutela del lavoro – diventava protagonista anche della realizzazione di programmi statali che cercavano di incidere direttamente nella fase di prevenzione degli eventi dannosi, attraverso la promozione di adeguate misure di sicurezza. Nel 18 giugno 1899, proprio in virtù di una delega contenuta nella legge 80/1898, venivano emanati tre successivi decreti legislativi che realizzavano il primo intervento organico in materia di sicurezza con l’approvazione del “Regolamento generale di prevenzione”.

I primi anni del XX secolo. La legislazione sociale che caratterizzò i primi anni del secolo XX testimonia in maniera piena il progressivo affermarsi di una concezione più interventista dello Stato rispetto ai problemi sociali. Il momento culminante di questo processo è rappresentato dall’allargamento, accanto alla obbligatorietà delle assicurazioni sociali, delle aree di mediazione pubblica attraverso la promozione di forme di sostegno diretto ad alcune categorie organizzate e ai loro specifici interessi di lobby. Il testo unico n. 51 del 31 gennaio 1904 – che raggruppò e  riordinò la normativa in materia di infortuni sul lavoro ed estese la tutela ad alcune lavorazioni agricole (senza introdurre, però, alcuna novità in materia di soggetto assicuratore) – può considerarsi, in tal senso, un primo e preciso – per quanto timido – segnale della nascita di un embrione di Stato sociale.

Il “rischio professionale”. Lo sviluppo del sistema previdenziale da parte delle istituzioni, oltre che a rispondere alle legittime aspettative delle classi lavoratrici, si caratterizzò anche per una volontà di sostegno nei confronti dell’assetto produttivo e industriale, strutturandosi intorno a forme di tutela selettiva di alcune tipologie categoriali e professionali. Un chiaro segnale di questo passaggio culturale è rappresentato dall’affermarsi del concetto di “rischio professionale”: principio che veniva a gravare sull’imprenditore sulla base di regole che derogavano da quelle del “classico” risarcimento del danno proprio del diritto comune. Si affermava, di fatto, una nuova modalità di gestione impostata su una “dinamica” triangolare Stato-imprenditore-lavoratore del rapporto previdenziale.

In questa direzione, pertanto, vanno registrate come tentativo di estensione della tutela sociale anche la legge del 19 giugno 1902 n.242 (successivamente integrata dalla legge 818/1907) sulla tutela del lavoro femminile e dei minori e la legge del 22 marzo 1908 n.105 per la regolamentazione del lavoro notturno. Si trattò di un processo non privo di impacci. Le difficoltà a realizzare da parte delle imprese gli obblighi previsti dalla legge imposero, infatti, le prime forme di vigilanza per l’applicazione della legislazione sociale: con la legge 22 dicembre n.1.361 venne istituito, così, un corpo di ispettori dell’industria e del lavoro.

(continua)

 

Soggiorni senior

Anziani
Soggiorni senior


In cosa consiste la prestazione
L’Inpdap offre ai suoi pensionati over sessantacinquenni l’opportunità di andare in vacanza in località italiane d’interesse culturale, artistico o naturalistico.

I soggiorni si svolgono nella stagione estiva e durano due settimane. Vitto, alloggio, intrattenimenti, escursioni, sport sono gli ingredienti fondamentali della vacanza.

E’ prevista una partecipazione alle spese, indicata sul bando di concorso e calcolata in base alla fascia di reddito alla quale si appartiene.

A chi si rivolge
La prestazione è rivolta ai pensionati Inpdap e ai pensionati pubblici iscritti al Fondo credito. È necessario essere autosufficienti, rispettare la soglia di reddito e appartenere alla fascia di età indicata sul bando di concorso.

Due bandi di concorso per due formule turistiche
Due i concorsi banditi dall’istituto che stabiliscono il numero dei soggiorni offerti, i requisiti e le modalità di partecipazione. Sono i Soggiorni senior Terme, mare e monti e i Soggiorni senior Territorio, arte e cultura.

Soggiorni Terme, mare e monti
La vacanza si svolge nei mesi da giugno a settembre e prevede la sistemazione alberghiera in strutture di categoria pari o superiore a 4 stelle. Si è ammessi alla vacanza sulla base di una graduatoria; al vincitore l’Inpdap assegna d’ufficio la struttura di destinazione e il turno di partenza.

I soggiorni Terme, mare e monti sono gestiti da società specializzate nel settore turistico. Se un concorrente vincitore desidera andare in vacanza in compagnia si dovrà rivolgere, per organizzare la vacanza dell’accompagnatore (non assistito dall’Inpdap), direttamente al tour operator che cura il soggiorno. Sono, infatti, gli operatori turistici a fornire ogni chiarimento utile ai vincitori del concorso su come prepararsi per la partenza.

Soggiorni Territorio, arte e cultura
La vacanza si svolge nei mesi di luglio e agosto e prevede la sistemazione residenziale a Sansepolcro (Arezzo) e Spoleto (Perugia) presso i convitti Inpdap. Si partecipa inviando direttamente la domanda al convitto e si è ammessi, fino a esaurimento dei posti disponibili, sulla base della data di ricezione della domanda.

Se il beneficiario dei soggiorni Territorio, arte e cultura desidera andare in vacanza con uno o più familiari, potrà farlo versando una quota di partecipazione per gli ospiti.

  • Verificare di avere i requisiti specificati sul bando di concorso.
  • Acquisire il modulo per la domanda: è disponibile online e presso gli Uffici provinciali dell’Inpdap.
  • Per i soggiorni senior Terme, mare e montagna, presentare o inviare la domanda a: Inpdap – Direzione centrale welfare e strutture sociali – Ufficio benefici sociali.
    Per i soggiorni senior Territorio, arte e cultura, inviare la domanda al convitto prescelto.
    Si viene esclusi dal concorso se alla domanda non si accompagna l’attestazione Isee e il certificato, rilasciato dal medico di famiglia, di autosufficienza psicofisica e di idoneità allo svolgimento di attività motorie.
  • Controllare la graduatoria che, dopo l’approvazione, può essere consultata online o presso la Direzione centrale welfare e strutture sociali. In ogni caso, l’istituto informa per posta o per telefono i partecipanti sull’esito del concorso.
  • Ricevuto l’esito del concorso, i vincitori devono comunicare, seguendo le modalità specificate sul bando, se intendono o meno accettare il soggiorno assegnato.
  • È utile sapere
    Tutte le informazioni di dettaglio sui soggiorni senior possono essere lette sul bando di concorso. Intanto, si tenga presente che:

    • in caso di rinuncia da parte dei vincitori, si assegna il soggiorno ai partecipanti che occupano i posti immediatamente successivi in graduatoria;
    • il soggiorno è coperto da polizza assicurativa e assistenza sanitaria;
    • se, per disguidi di varia natura non imputabili all’Inpdap, le comunicazioni inviate ai beneficiari non giungessero a destinazione, l’istituto non si assume alcuna responsabilità;
    • è possibile fare ricorso nei tempi e nei modi indicati sul bando.

Sezioni di riferimento
Concorsi e Gare
Tutti i Bandi – Soggiorni senior Terme, mare e monti
Tutti i Bandi – Soggiorni senior Territorio, arte e cultura
Contatti

Direzione centrale welfare e strutture sociali

Direzione Centrale Welfare e Strutture Sociali

Dirigente Generale
Dirigente Rosalba Amato
Indirizzo Largo Josemaria Escriva de Balaguer, 11 – 00142 – Roma (RM)
Telefono 06 51014030
Fax 06 51014167
Email dcstruttsoc@inpdap.gov.it


Dirigente Ufficio I – Coordinamento Attività Strutture Sociali
Dirigente Paola Dindelli
Indirizzo Largo Josemaria Escriva de Balaguer, 11 – 00142 – Roma (RM)
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Fax 06 51014168
Email dcstruttsocuffcoord@inpdap.gov.it


Dirigente Ufficio II – Benefici e Prestazioni sociali
Dirigente Alessandro Ciglieri
Indirizzo Largo Josemaria Escriva de Balaguer, 11 – 00142 – Roma (RM)
Telefono 06 51014022
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