Archivi giornalieri: 18 ottobre 2014

Marco Travaglio

di redazione Blitz

ROMA – “Continuiamo il rapporto, ma decido io la linea”. Tra Michele Santoro e Marco Travaglio è pace forzata. Costretti entrambi a mettere una toppa su quello strappo in diretta tv nella scorsa puntata diServizio Pubblico, che ha visto il vicedirettore del Fatto Quotidiano abbandonare lo studio dopo un vivace battibecco con il conduttore.

Non è la prima volta che i due si trovano in disaccordo e in passato non sono mancate discussioni anche accese, ma mai finora si era visto un gesto tanto plateale da mettere in dubbio la prosecuzione di un rapporto di così lunga durata. Santoro apre le porte al collega, ma chiede che l’editorialista rispetti le regole.Travaglio invece nel suo editoriale di sabato 18 ottobretorna alla carica contro il governatore della Regione Liguria, Claudio Burlando, e sulle responsabilità politiche dell’alluvione di Genova. Che è stato il casus belli della lite con Santoro. 

Ma i dissapori tra i due giornalisti saranno costretti a rientrare. Anche perché il 30% della società che produce il programma di Michele Santoro è del quotidiano fondato da Marco Travaglio.

Scrive Goffredo De Marchis sul quotidiano la Repubblica:

È probabile che Santoro e Travaglio si trovino insieme nello studio di Servizio Pubblico anche giovedì prossimo. È invece impossibile che tra i due scoppi la pace. Da molti mesi la loro è una convivenza forzata, fatta più di silenzi che di dialogo. Lavorano insieme, vivono in una realtà di complicati intrecci societari, ma non si amano più come prima. A malapena si sopportano. Dunque, la plateale lite andata in onda l’altra sera, con Santoro che invita Travaglio a non insultare gli ospiti e il giornalista del Fatto che prende cappello e abbandona lo studio si ricomporrà forse per ragioni di reciproco interesse, ma il rapporto è logorato, finito. Lo si capisce ascoltandoli mentre si negano alla richiesta di un’intervista. Battute lasciate sospese e nessuna voglia di minimizzare. Santoro preferisce pubblicare sul sito del programma una nota che è un appello a proseguire la collaborazione:

“Per quanto mi riguarda, non ho problemi a continuare il nostro rapporto nel rispetto della linea editoriale che prevede attenzione e ascolto nei confronti di tutti”. Poi detta le condizioni: il conduttore è lui e decide lui la scaletta, l’argomento, il rispetto che si deve agli ospiti. Travaglio, con cortesia, dice che deve riflettere «serenamente» sul futuro. E per il momento tace. A meno che oggi sul Fatto non offra la sua versione. Di sicuro sul giornale comparirà una cronaca di quanto accaduto. Se tutto fosse finito 48 ore fa davanti al pubblico a casa (non più numeroso come un tempo), amici come prima, scrive Santoro. Quasi amici. «Per lui ci sarà sempre una porta aperta. Marco è un giornalista eccellente e il suo giornale è essenziale per il pluralismo».

Il giornale, ovvero il Fatto, e Beppe Grillo sono all’origine del contrasto, che risale ormai a parecchio tempo fa. Già la scorsa edizione aveva evidenziato degli attriti. Perché Santoro apprezza le doti del comico genovese, ma non il populismo, non la tendenza dell’M5s a seguire gli umori violenti dei social network. Travaglio invece considera il Movimento 5 stelle un fenomeno non passeggero e fondamentale per svelare e risolvere la crisi italiana. Michele poi rimprovera a Marco certi toni inquisitori che allontanano gli ospiti dal programma e per questo, dicono, lo spazio di Travaglio è finito in fondo alla trasmissione.

Anche Travaglio però è scontento: si lamenta per come Santoro prepara le puntate, per come il talk show viene confezionato. Questo dissenso è già emerso in una recente polemica tra il Fatto e Santoro. Il quotidiano ha svolto un’inchiesta per evidenziare la crisi di audience dei dibattiti televisivi. Il conduttore ha risposto in video ricordando che i giornali non godono certo di una salute migliore. Compreso quello di Padellaro e Travaglio. Eppure Servizio pubblico e il Fatto sono una join venture, legati a doppio filo anche negli assetti societari. Il 30 per cento di Zerostudio, la casa di produzione che confeziona la trasmissione e vende poi il pacchetto a Urbano Cairo, editore di La7, è di proprietà delFatto. Addirittura gli amministratori delegati delle due aziende sono la stessa persona: Cinzia Monteverdi.

Monteverdi è vicinissima a Travaglio, ma allo stesso tempo è molto amica di Santoro. Per dire: la manager vive a Roma in affitto in una casa del conduttore. Grazie anche a Servizio pubblico, il Fatto divide degli utili cospicui a fine anno. Travaglio possiede circa l’8 per cento delle quote del giornale e siede nel consiglio di amministrazione. Le ragioni del capitalismo dunque suggeriscono di continuare insieme, di non sciogliere la coppia più di successo nella storia dei talk. Le ragioni del cuore e della testa invece porterebbero a una separazione immediata, senza tanti convenevoli. Nonostante una storia comune lunghissima, nonostante la lunga e vittoriosa battaglia contro l’editto bulgaro di Berlusconi che escluse Santoro e Travaglio dalla Rai per quattro anni prima del ritorno su Raidue con Annozero. E con ascolti stellari.

Marco Travaglio

Marco Travaglio. Genova: Claudio Burlando, le colpe politiche della alluvione

Pubblicato il 18 ottobre 2014 09:23 | Ultimo aggiornamento: 18 ottobre 2014 09:23

ROMA – Marco Travaglio spiega la causa della lite tra lui e Michele Santoro giovedì sera in diretta dallo studio di Servizio Pubblico. C’è di mezzo l’alluvione di Genova e il turbine di polemiche che ha coinvolto due ex sindaci di Genova, Claudio Burlando e Adriano Sansa.

All’inizio sembrava solo l’inizio di un tormentone elettorale, se alle prossime regionali ci sarà lo scontrofra Raffaella Paita, del Pd, delfina di Burlando e  Ferruccio Sansa, figlio di Adriano e dato come possibile candidato di Beppe Grillo, come detto da molti ma non da Grillo.

Col passare delle ore Claudio Burlando sta assumendo i tratti di bersaglio a suo buon diritto, mentre il cerchio dei ragionamenti sposta l’individuazione delle responsabilità dalle recriminazioni verso l’Altissimo che i genovesi amano tanto alle scelte politiche della Regione di cui Claudio Burlando è presidente e Raffaella Paita è assessore alla Protezione Civile-

Di questo Marco Travaglio non ha dubbi e nel suo editoriale sul Fatto di sabato 18 ottobre 2014 non vuole lasciare dubbi, utilizzando per la sua invettiva l’arma del paradosso.

Ha scritto Marco Travaglio:

“Mi scuso. Mi scuso anzitutto con il supremo governatore Claudio Burlando per aver proditoriamente insinuato che il politico più potente di Genova e della Liguria da 30 anni sia lui, mentre tutti sanno che sono io.
Mi scuso per aver affermato che è stato, nell’ordine: assessore, vicesindaco e sindaco di Genova, poi ministro dei Trasporti, infine governatore della Liguria, mentre avrei dovuto ammettere che tutte quelle cariche le ho ricoperte io.
Mi scuso per avergli attribuito ingiustamente la cementificazione della sua città e della sua regione, il piano casa tutto cemento, l’imboscamento di 8 dei 10 milioni stanziati dallo Stato per l’alluvione del 2010, la piastra di cemento per parcheggi costruita a monte del torrente Fereggiano, il mega-centro commerciale per 5 mila persone in una zona definita dal suo stesso assessore “a rischio di alluvioni” dopo la tragedia del 2011, i porticcioli turistici per impreziosire la costa in tandem col grande Scajola, il blocco dei lavori sul torrente Bisagno non per colpa dell’ex sindaco Sansa né del Tar, ma dalla Regione che non ha fatto nulla dal 2012, mentre è universalmente noto che tutte quelle brutte cose le ho fatte tutte io.Mi scuso per non aver saputo rispondere in merito all’eventuale deviazione del Fereggiano, come sarebbe stato mio dovere in qualità di ex assessore, ex sindaco, ex ministro,ora governatore. Mi scuso per aver difeso il buon governo del territorio dell’ex sindaco Adriano Sansa, che anzi deve vergognarsi per aver investito decine di miliardi di lire nel piano di bacino per fiumi e torrenti, per aver risparmiato alla sua città alluvioni per ben 17 anni e soprattutto per non aver ricevuto avvisi di garanzia né mandati di cattura per sé e per la sua giunta.

Mi scuso per aver detto che i due vicepresidenti e l’assessore all’Urbanistica della giunta Burlando, tutti arrestati, li ha scelti Burlando, mentre è arcinoto che li ho nominati io.

Mi scuso per aver rifiutato di prendere lezioni da un così insigne statista: soprattutto di scuola guida (chi mi conosce sa che ne avrei bisogno, essendo io solito imboccare autostrade e superstrade in contromano e poi esibire alla polizia il tesserino parlamentare, peraltro scaduto).
Mi scuso con uno degli angeli del fango in studio per aver io tentato di negare l’evidenza: cioè che a governare Genova e la Liguria sono io, talvolta spalleggiato occultamente dall’altro colpevole: Beppe Grillo. Ma mi han subito sgamato, così non mi voteranno più e potranno alfine riporre le pale. Mi scuso, sempre con il nostro caro angelo, per aver negato di aver detto ciò che non avevo detto: e cioè che per evitare le alluvioni basti ripulire un torrente dai rami e dai detriti.
Mi scuso, ancora con i nostri cari angeli, per aver interrotto il loro idillio con l’incolpevole Burlando che annuiva ed elogiava il loro buonsenso, ampiamente ricambiato, in un commovente minuetto contro il responsabile di tutte le cementificazioni e le alluvioni dagli anni 30 a oggi: il sottoscritto, con la partecipazione straordinaria di Mussolini e dell’architetto Piacentini.
Mi scuso, con un altro angelo del fango, per non aver capito in che senso chi fa opposizione in Comune, in Regione e in Parlamento e non ha mai governato né a Genova, né in Liguria, né in Italia, avrebbe le stesse responsabilità di chi governa da sempre a Genova, in Liguria e in Italia.
Mi scuso, stavolta con la Nazione intera, per non aver colto il nesso inscindibile fra lo spalare fango e lo sparare nel mucchio.
Mi scuso, con la Democrazia tutta, per aver colto la differenza tra l’insulto e la critica, tra il lasciar parlare e il lasciar mentire.
Mi scuso, con chicche e ssia, per non esser nato foca ammaestrata che canta o tace al fischio del domatore.
Mi scuso, con tutti, per aver abbandonato lo studio di Servizio Pubblico proprio quando stavano per convincermi: ancora dieci secondi, e avrei confessato che l’alluvione l’ho fatta io. Il fango c’est moi”.

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Terni sciopera e scende in piazza

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Sordità

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Formare per informare bene sulla sordità

È in programma per l’11 e il 12 ottobre a Roma l’evento conclusivo del percorso formativo promosso dalla FIADDA Nazionale (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi), per offrire un panorama ampio sui vari aspetti legati alla sordità, fornendo ai partecipanti una serie di strumenti utili a meglio informare e interagire sul proprio territorio, sia nei confronti delle Istituzioni che dell’opinione pubblica

Particolare di donna vicina all'orecchio di un bimboArriva a Roma l’evento conclusivo diFormare X informarepercorso formativo promosso dalla FIADDA Nazionale (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi), Associazione aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
L’iniziativa è stata voluta per offrire un panorama ampio sui vari aspetti legati alla sordità, rivolgendosi per lo più ai vari rappresentanti della stessa FIADDA (Consiglieri, Presidenti di Sezione e collaboratori vari), «per meglio informare ed interagire sul proprio territorio ai vari livelli, dalle Istituzioni alla sensibilizzazione del pubblico», come spiega il presidente nazionale Antonio Cotura.
La prima tappa di questo percorso si era avuta il 12 e 13 luglio a Firenze, con la partecipazione di Giuseppe Gitti, fondatore e direttore del Centro di Rieducazione Ortofonica, Salvatore Nocera, già vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e responsabile del Settore Legale dell’Osservatorio Scolastico dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), Matteo Schianchi, storico ed esperto della FISH e Carlo Giacobini responsabile del Servizio HandyLex.org e direttore editoriale del nostro giornale «Superando.it».
Successivamente si è approdati a Messina, il 12 e 13 settembre, con l’otorinolaringoiatraBruno Galletti e il suo staff dell’Università locale, Bruno Gervasoni, pedagogista esperto di sordità e ancora Nocera.
Infine, l’incontro di Padova, il 4 ottobre, del quale abbiamo riferito anche nel nostro giornale, con Alessandro Martini, ordinario di Audiologia all’Ateneo locale, insieme a Gervasoni,Giacobini e Schianchi.

L’appuntamento è dunque per l’11 e il 12 ottobre a Roma (UNA Hotel Roma, Via Giovanni Amendola, 57), con un programma aperto nel primo pomeriggio di sabato 11 (ore 14.30) daEmilia Del Fante, presidente di FIADDA Roma e segretario della FIADDA Nazionale.
Interverranno Antonio Cotura (“Formare X Informare”. Un progetto FIADDA per comunicare e per sensibilizzare l’opinione pubblica), Elio De Seta, docente associato di Otorinolaringoiatria all’Università La Sapienza di Roma (Diagnosi audiologica e terapia protesica nel bambino e nell’adulto sordo), Roberto Filipo, docente ordinario di Otorinolaringoiatria nel medesimo Ateneo (Impianto cocleare precoce. Effetti sulla percezione e nello sviluppo cognitivo. Trattamento e futuro nelle sordità asimmetriche) eBruno Gervasoni (Organizzazione, percorsi e strategie efficaci egli interventi abilitativi e riabilitativi nella sorditàPrivato, Pubblico e Strutture accreditate).
I lavori proseguiranno quindi nella mattinata di domenica 12 (ore 9.15), con la partecipazione di Antonio Cotura (La FIADDA e le sue Sezioni. Ruolo, funzione storica e l’attualità),Francesco Santoro, tributarista (Come gestire una Associazione: aspetti normativi, tecnici e fiscali), Carlo Giacobini (Politiche sociali e lavorative. Accertamenti, Previdenza e Semplificazione), Daniela Bucci, che dirige la testata «Condicio.it» (Sordità infantile in Italia. Ricerca e modellazione) e Salvatore Nocera (Aspetti giuridici e legislativi per una coerente inclusione scolastica dell’alunno sordo alla luce delle nuove disposizioni).
Nel pomeriggio, infine, prima dell’ampio dibattito conclusivo, interverranno Bruno Gervasoni(Evoluzione delle metodologie inclusive dell’alunno con sordità: apprendimento, emotività, comportamenti, empatia) e Giovanna Vertucci di FIADDA Roma (L’assistente alla comunicazione verbale, nei diversi ambiti territoriali, nelle scuole di ogni ordine e grado).(S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteriafiaddaonlus@fiadda.it.

 

dall’Osservatore Romano

 

Ricevuto il primo ministro
della Repubblica socialista del Vietnam

 
 

18 ottobre 2014

 
 

 

Papa Francesco ha ricevuto in udienza sabato mattina, 18 ottobre, il primo ministro della Repubblica Socialista del Vietnam, Nguyên Tân Dũng. Successivamente, il primo ministro si è incontrato con il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, accompagnato dall’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nel corso dei cordiali colloqui si è espresso compiacimento per l’odierno incontro, che segna un’importante tappa nel processo di rafforzamento delle relazioni tra Santa Sede e Vietnam, essendo questa la seconda visita che il primo ministro Dũng compie in Vaticano dopo quella del 2007. È stato messo in rilievo l’impegno della Chiesa a contribuire allo sviluppo del Paese, grazie alla sua presenza in vari settori a beneficio dell’intera società. In tale contesto è stato ribadito vivo apprezzamento per il sostegno dato dalle autorità alla comunità cattolica nel quadro degli sviluppi sanciti dalla Costituzione del 2013 in materia di politica religiosa, come anche per l’assistenza fornita al rappresentante pontificio non-residente della Santa Sede in Vietnam nello svolgimento della sua missione, volta alla promozione dei rapporti tra Chiesa e Stato in vista anche del comune obbiettivo delle relazioni diplomatiche. Ci si è quindi soffermati su alcune questioni che si auspica saranno approfondite e risolte attraverso i canali di dialogo esistenti.

Si è, infine, proceduto ad uno scambio di opinioni su alcuni temi di attualità regionale e internazionale, con particolare riferimento alle iniziative volte a promuovere la pace e la stabilità nel continente asiatico.

  • Papa Francesco
  • Diplomazia

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