Archivi giornalieri: 13 ottobre 2014

Elisabetta II del Regno Unito

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(EN)
« I declare before you all, that my whole life, whether it be long or short, shall be devoted to your service and the service of our great imperial family to which we all belong. »
(IT)
« Io dichiaro davanti a voi tutti, che la mia intera vita, sia essa lunga o breve, sarà dedicata al vostro servizio e al servizio della nostra grande famiglia imperiale alla quale tutti apparteniamo. »
(Principessa Elisabetta, duchessa di Edimburgo, 21 aprile 1947)
Elisabetta II
Elisabetta II nel 2007

Elisabetta II nel 2007

Sovrano del Regno Unito
Stemma
In carica dal 6 febbraio 1952(62 anni)
Incoronazione 2 giugno 1953
Predecessore Giorgio VI
Erede Carlo, principe di Galles
Nome completo Elizabeth Alexandra Mary
Trattamento Maestà
Altri titoli Signore di Man
Capo del Commonwealth
Capo Supremo della Chiesa d’Inghilterra
Nascita MayfairLondra (Regno Unito), 21 aprile 1926(88 anni)
Casa reale Windsor
Padre Giorgio VI del Regno Unito
Madre Elizabeth Bowes-Lyon
Consorte Filippo di Edimburgo
Figli Principe Carlo
Principessa Anna
Principe Andrea
Principe Edoardo
Religione Anglicanesimo
Motto Dieu et mon droit
Windsor
Casa reale del Regno Unito
Badge of the House of Windsor.svg

Giorgio V (1917-1936)
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Figli
Edoardo VIII (1936)
Giorgio VI (1936-1952)
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Figli
Elisabetta II (1952-…)
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Figli

Elisabetta II (Elizabeth Alexandra MaryLondra21 aprile 1926) è la Reginadel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Figlia di re Giorgio VI e della regina Elisabetta, (alla nascita era la primogenita dei duchi di York[1]) è anche regina di Antigua e BarbudaAustraliaBahamasBarbadosBelize,CanadaGrenadaGiamaicaNuova ZelandaPapua Nuova GuineaSaint Kitts e NevisSaint Vincent e GrenadineIsole SalomoneSanta Lucia eTuvalu.

Elisabetta II è anche Capo del Commonwealth[2][3] e governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra, comandante in capo delle forze armate e signoredell’Isola di Man. È salita al trono del Regno Unito il 6 febbraio 1952, alla morte del padre re Giorgio VI[4].

Circa 125 milioni di persone nel mondo sono suoi sudditi. Il suo regno ha visto 12 primi ministri britannici e ancor più numerosi primi ministri e governatori degli altri stati membri del Commonwealth delle nazioni. Per la sua durata, il regno di Elisabetta II è al 26º posto nella classifica dei regni più lunghi della Storia. È sposata con Filippo Mountbatten dal 20 novembre 1947 e ha quattro figli: CarloAnnaAndrea ed Edoardo.

 

 

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gioventù[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto giovanile della regina, eseguito dal pittore Pietro Annigoni

Re Giorgio VI, padre di Elisabetta II

Elisabetta è nata al nº 17 di Bruton Street a Mayfair (Londra)[5] ed è stata battezzata nella cappella privata di Buckingham Palace dall’Arcivescovo di York. Suo padre era il principe Albert (poi re Giorgio VI), figlio secondogenito del reGiorgio V del Regno Unito, e della regina Maria. Sua madre era Elizabeth Bowes-Lyon, duchessa di York, figlia di Claude George Bowes-Lyon conte di Strathmore and Kinghorne.

Ebbe solo una sorella, Margaret, nata nel 1930 e morta nel 2002. Le venne imposto il nome di sua madre, mentre i suoi due nomi successivi sono quelli rispettivamente della bisnonna paterna, la regina Alessandra di Danimarca e della nonna, la regina Mary. Ebbe un buon rapporto specialmente con il nonno Giorgio V e le fu dato il merito di averlo sostenuto durante la malattia che lo colpì nel1929[6].

Come nipote del regnante britannico per la linea di discendenza maschile, aveva il titolo di Her Royal Highness, (Sua Altezza Reale), precisamente S.A.R. Principessa Elisabetta di York. Alla nascita era la terza nella linea di successione al trono britannico, preceduta dallo zio Edoardo e dal padre.

Educazione[modifica | modifica wikitesto]

Elisabetta venne educata a casa con la supervisione di sua madre. La sua governante fu Marion Crawford, chiamata affettuosamente “Crawfie”. Studiò storia con C. H. K. Marten, prevosto del collegio di Eton, e le vennero insegnate alcune lingue moderne, come il francese (che parla correntemente)[7], usato soprattutto per le sue visite in Canada e durante la visita in Francia nel 2004, in occasione del centenario dell’Entente cordiale[8].

Erede al trono[modifica | modifica wikitesto]

Quando il padre Giorgio VI divenne re nel 1936 in seguito all’abdicazione dello zio Edoardo VIII[9], Elisabetta divenne erede al trono. Aveva tredici anni quando scoppiò la seconda guerra mondiale. Lei e la sorella minore Margaret furono evacuateal castello di Windsor. Ci furono dei suggerimenti affinché le principesse venissero mandate in Canada, ma la madre si rifiutò di prenderli in considerazione, dicendo, “Le bambine non potrebbero andarsene senza di me, io non me ne andrei senza il re e il re non se ne andrà in nessun caso”[10]. Nel 1940 Elizabeth fece il suo primo annuncio radiofonico, indirizzandolo ad altri bambini che come lei erano stati evacuati[11].

Servizio militare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1945 Elisabetta convinse il padre a consentirle di partecipare personalmente allo sforzo per la guerra. Si unì al Servizio Ausiliare Territoriale (Auxiliary Territorial Service) (ATS) dove era conosciuta come N. 230873[12] Secondo Subalterno Elisabetta Windsor, e venne addestrata come autista[13]; fu promossa Comandante onorario junior cinque mesi più tardi[14].

Elisabetta compì la sua prima visita ufficiale oltremare nel 1947, allorché accompagnò i genitori in Sudafrica. Al compimento del suo ventunesimo anno di età durante un discorso radiofonico indirizzato al Commonwealth Britannico e all’Impero Britannico, dichiarò che si sarebbe impegnata a dedicare la propria vita al servizio della gente del Commonwealth e dell’Impero[15].

Matrimonio e maternità[modifica | modifica wikitesto]

La regina Elisabetta e il principe Filippo nel 1992.

Elisabetta è sposata dal 20 novembre 1947 con Filippo[16] che risulta essere un suo lontano cugino: entrambi sono pro-pro-nipoti della regina Vittoria e diretti discendenti di Cristiano IX di Danimarca. Filippo inoltre è nipote di re Giorgio I di Grecia, ma prima del matrimonio dovette rinunciare alla pretesa al trono di Grecia, e da allora fu chiamato semplicemente tenente Filippo Mountbatten, sino a quando venne nominato duca di Edimburgo poco prima delle nozze. Questo matrimonio, benché non combinato, era perfettamente adeguato per un’erede al trono donna, poiché Filippo era stato educato per i doveri di regnante.

Dopo le nozze i coniugi abitarono a Clarence House, a Londra. Il 14 novembre 1948 vide la luce il loro primo figlio, Carlo (ora Principe del Galles). Diverse settimane prima erano state emesse “lettere patenti” perché i figli della coppia potessero godere di diritti principeschi e reali, ai quali altrimenti non avrebbero avuto diritto ma sarebbero stati considerati solo come figli di un duca. Elisabetta e Filippo hanno avuto quattro figli in tutto. Benché la casata reale si chiami Windsor, è stato decretato a mezzo di un Order-in-Council del 1960 che i discendenti di Elisabetta e Filippo possano portare il cognome personale di Mountbatten-Windsor.
Per i suoi 50 anni di matrimonio (1997) le è stato regalato dai suoi figli e nipoti un cardigan d’oro, diamanti, zaffiri, rubini, dal valore di 60.000 sterline, custodito in una stanza non visitabile della torre di Londra.

Successione[modifica | modifica wikitesto]

La salute di re Giorgio declinò vistosamente nel 1951[17] ed Elisabetta lo rappresentò in numerosi eventi pubblici e visite ufficiali: si recò infatti in GreciaItalia e Malta. In ottobre dello stesso anno visitò il Canada e si recò a Washington dal presidente Truman.

Nel gennaio 1952 Elisabetta e Filippo partirono per una lunga visita in Australia e Nuova Zelanda. E fu proprio durante una visita ufficiale (in Kenya) che venne avvisata della morte del padre, il 6 febbraio 1952, affetto da tumore ai polmoni e morto d’infarto[18]. Fu il marito Filippo che diede la notizia alla nuova regina[19] e quando le fu chiesto di scegliere il nome con cui volesse regnare, lei scelse di utilizzare il proprio nome, cioè Elisabetta[20].

Fu la prima monarca britannica dall’Atto di Unione del 1801 a trovarsi fuori dal Regno Unito al momento della successione al trono. L’albergo dove alloggiava la coppia reale, il “Treetops hotel” divenne un’attrazione turistica negli anni successivi. Elisabetta II fu incoronata con una fastosa cerimonia all’abbazia di Westminster il 2 giugno 1953[21].

In onore della sua incoronazione, la East African Coronation Safari istituì l’East African Safari Rally, che sarebbe divenuto noto come uno dei più duri rally del mondo. La gara s’iniziò il 27 maggio 1953 per concludersi un giorno prima dell’incoronazione, il 1º giugno. Furono attraversati KenyaUganda e Tanganika (l’odierna Tanzania).

Vita da regina[modifica | modifica wikitesto]

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Elisabetta con consorte nel giorno dell’incoronazione.

La cerimonia della solenne incoronazione della Regina è avvenuta quasi un anno e mezzo dopo la sua ascesa al trono. Dopo l’Incoronazione, lei e Filippo si trasferirono a Buckingham Palace nel centro di Londra[22]. Come molti dei suoi predecessori, tuttavia, si pensa che lei non ami risiedere nel palazzo e che consideri il Castello di Windsor, a ovest di Londra, come la propria casa. Trascorre anche molto tempo alCastello di Balmoral in Scozia.

L’effige della regina Elisabetta II su una moneta britannica.

La Regina Elisabetta è il Sovrano che ha viaggiato di più di tutti i tempi, davanti aPapa Giovanni Paolo II[23]. Nel 195354 lei e Filippo fecero un viaggio per il mondo durato sei mesi, diventando il primo monarca regnante a circumnavigare il mondo, e anche la prima a visitare AustraliaNuova Zelanda e le Isole Figi. Nell’ottobre 1957lei fece una visita di stato agli Stati Uniti, e nel 1959 fece un viaggio in Canada. Nel1961 visitò l’India e il Pakistan per la prima volta. Ha effettuato visite di Stato in gran parte dei paesi europei e no. È presente regolarmente agli incontri dei Capi di Stato del Commonwealth.

Nel periodo in cui Elisabetta salì al trono, ci fu un gran parlare di una “nuova età Elisabettiana”. Il ruolo di Elisabetta è quello di guidare il Regno Unito mentre il potere economico e militare veniva condiviso con un crescente numero di nazioni indipendenti. Mentre le nazioni si sono sviluppate economicamente e culturalmente, la regina Elisabetta ha assistito negli scorsi 50 anni, senza rancori alla graduale trasformazione dell’Impero Britannico nel suo moderno successore, il Commonwealth. Ha lavorato sodo per mantenere contatti coi precedenti possedimenti britannici e, in qualche caso, come nel Sudafrica, ha giocato un ruolo importante nello stabilire buoni rapporti.

Elisabetta ha idee conservatrici in materia di religione, moralità e affari di famiglia. Ha un forte senso dei doveri religiosi e prende seriamente il giuramento della sua incoronazione. Questa è una ragione per cui è considerata improbabile la sua abdicazione. Come sua madre, biasimò Edoardo VIII per avere abbandonato il suo ruolo e obbligato suo padre a diventare re, cosa che pensava avesse accorciato la sua vita di parecchi anni. Usò l’autorità della sua posizione per impedire a sua sorella, Principessa Margaret, di sposare un uomo divorziato, Peter Townsend. Per anni rifiutò di acconsentire alla relazione del figlio Carlo, principe del Galles con Camilla Shand, duchessa di Cornovaglia.

Si crede che le vedute politiche di Elisabetta siano meno chiare (non ha mai detto o fatto niente in pubblico che potesse rivelarle). Conserva relazioni cordiali coi politici di tutti i partiti. Si crede che i suoi Primi Ministri preferiti siano stati Winston ChurchillHarold Macmillan e Harold Wilson. Tra i meno amati ci fu indubbiamente Margaret Thatcher, che ha detto di “detestare cordialmente”. Si pensa che abbia avuto un buon rapporto con l’ex Primo Ministro Tony Blair, durante i primi anni del suo ufficio; comunque, era diventato evidente negli ultimi periodi che i suoi rapporti con Blair si fossero induriti. La regina pensava infatti che lui non la tenesse sufficientemente informata riguardo agli affari di Stato.

I soli argomenti pubblici sui quali la regina rende pubbliche le sue opinioni sono quelli riguardanti l’unità dei suoi regni, inclusi Canada e Regno Unito. Ha parlato in favore della continua unione di Inghilterra e Scozia, facendo irritare alcuniNazionalisti scozzesi. I suoi discorsi di lode per l’Accordo del Venerdì Santo in Irlanda del Nord hanno sollevato alcune lamentele da parte di alcuni Unionisti nel Partito Unionista Democratico che si oppose all’intesa. Poi, anche se non parlando direttamente contro la Sovranità del Québec in Canada, ha pubblicamente lodato l’unità del Canada e espresso il suo desiderio di continuare a vedere un Canada unito.

Nonostante una serie di controversie sugli altri membri della famiglia reale, particolarmente sulle difficoltà matrimoniali dei figli attraverso gli anni ottanta e novanta, la regina Elisabetta rimane una figura su cui non si sono abbattute polemiche ed è generalmente rispettata da tutti i suoi sudditi. Comunque, il suo ruolo pubblico rimane formale, anche se più tranquillo rispetto a una volta. Il suo rifiuto di mostrare emozioni in pubblico impedisce il nascere di un sentimento più profondo nei suoi riguardi da parte della gente.

La regina Elisabetta non ha mai sofferto di severa disapprovazione della gente. Comunque, nel 1997 lei e altri membri della famiglia reale furono bollati come freddi e senza sentimenti quando non furono visti a partecipare in pubblico alle dimostrazioni di dolore in occasione della morte della Principessa Diana. Questo apportò critiche anche da parte dei tabloidtradizionalmente favorevoli alla monarchia.

Si crede che Elisabetta nutrisse avversione nei confronti di Diana e pensava che lei avesse arrecato un danno immenso alla monarchia. Comunque, l’immagine dell’intera famiglia reale che china il capo davanti alla bara di Diana mentre passa davanti a Buckingham Palace, insieme a rare trasmissioni televisive in diretta, fecero appello al dolore pubblico. Si crede che il cambiamento di comportamento della regina sia stato dovuto a una forte influenza della Regina Madre e Tony Blair.

La regina resta un capo di stato molto rispettato. Nel 2002 ha celebrato il suo Giubileo d’oro (Golden Jubilee), segnando il 50º anniversario della sua salita al trono. In quell’anno la regina compì molti viaggi nei Paesi del Commonwealth, incluse numerose parate e concerti ufficiali. Nel giugno 2002, migliaia di persone si unirono fuori da Buckingham Palace per il “Party a Palazzo”, un concerto in cui si esibirono numerosi cantanti delle isole britanniche. Una funzione nazionale di ringraziamento si tenne il giorno dopo alla Cattedrale di San Paolo (Londra), alla quale la regina e il principe Filippo si avviarono a bordo della carrozza dorata. Questo fu seguito da feste e processioni, finendo con un passaggio (fly-past) delConcorde e della pattuglia acrobatica Red Arrows. La famiglia reale seguì l’evento dal balcone di Buckingham Palace, davanti a una folla di un milione di persone.

L’anno di Giubileo coincise con le morti, nel giro di pochi mesi, della madre della regina e della sorella. Le relazioni di Elisabetta coi figli, che erano ancora distanti, sono invece ora diventate più strette con queste morti. È particolarmente vicina alla nuora, Sophie Rhys-Jones, contessa del Wessex. È conosciuta per aver disapprovato la lunga relazione del Principe del Galles con Camilla Shand, ma con il loro recente matrimonio, è riuscita ad accettarla. D’altra parte, è molto legata ai suoi nipoti, specialmente al principe William del Galles e a Zara Phillips.

La regina Elisabetta II nel 2010, durante una visita aToronto, in Canada.

Nel 2003 la regina, la cui salute è robusta, si sottopose a tre operazioni. Ebbe due operazioni di chirurgia verso la fine dell’anno alle due ginocchia e si fece rimuovere lesioni dal volto. Ciò ha provocato alcuni dibattiti nei media riguardo al fatto se la monarchia dovrebbe evolversi contemplando la possibilità per il re di abdicare come in altre nazioni, e fece nascere insistenti voci riguardo a una sua abdicazione.

A tutt’oggi la regina, che ha 88 anni e dal 20 dicembre 2007 è divenuta la più anziana sovrana britannica di tutti i tempi, ha sempre smentito ogni ipotesi di una possibile abdicazione. Quelli che la conoscono bene asseriscono che intende regnare finché non morrà. La Regina, comunque, ha cominciato ad affidare alcuni doveri pubblici ai figli, come ad altri membri della famiglia reale. Nel 2005 è stato annunciato che, insieme al principe Filippo, avrebbe ridotto il numero di viaggi internazionali. Comunque è chiaro che intende fare quanto le è possibile finché è abile fisicamente.

L’immagine pubblica di Elisabetta si è notevolmente ammorbidita negli ultimi anni, particolarmente dalla morte della regina Madre. Anche se rimane riservata in pubblico, è stata vista ridere e sorridere molto più che in passato e, con sorpresa di molti, è stata vista commuoversi in maniera manifesta in occasioni di forte emozione, come la messa in memoria per gliattentati dell’11 settembre 2001 alla Cattedrale di St. Paul e in Normandia per il 60º anniversario del D-Day, dove, per la prima volta, si è rivolta alle truppe canadesi; in passato aveva sempre cercato, per il suo ruolo, di mostrare al massimo grado forza e fermezza.

Il 6 febbraio 2012 è stato l’anniversario della sua salita al trono ed è cominciato l’anno del Giubileo di diamante (Diamond Jubilee), che è stato celebrato con quattro giorni di festa (dal 2 al 5 giugno 2012), dichiarati dalla regina giorni festivi in tutto il Regno Unito, per commemorare il 60º anno di regno.

Il 27 luglio 2012 la regina Elisabetta II ha aperto ufficialmente i Giochi della XXX Olimpiade a Londra, mentre il 29 agosto ha dato inizio ai XIV Giochi paralimpici estivi. Suo padre re Giorgio VI del Regno Unito aprì le olimpiadi di Londra 1948, mentre suo bisnonno re Edoardo VII aprì le olimpiadi di Londra 1908. La Regina ha anche aperto i Giochi della XXI Olimpiade aMontreal nel 1976 in qualità di Regina del Canada, mentre il principe Filippo ha aperto le olimpiadi del 1956 a Melbourne, inAustralia[24]. È il primo Capo di Stato ad aver inaugurato due Giochi Olimpici in due differenti paesi[25].

Nel 2012 è stata definita la 26ª donna più potente e influente al mondo dalla rivista americana Forbes, che ha inoltre stimato il suo patrimonio 450 milioni di dollari.

Nel 2013 viene invitata dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano per una visita privata a Roma il 6 e il 7 marzo, ma è costretta a cancellare il viaggio a causa di una gastroenterite che la costringe a un ricovero in ospedale della durata di un giorno.

Il 4 aprile 2013 ha ricevuto un premio onorario BAFTA per il suo patrocinio dell’industria cinematografica ed è stata definita da Sir Kenneth Branagh (che le ha consegnato il premio durante la cerimonia onoraria) “la più memorabile Bond girl della storia”[26].

Il 17 aprile 2013, con un’eccezione al protocollo, ha partecipato con il Principe Filippo ai funerali della Baronessa Margaret Thatcher, ex Primo Ministro del Regno Unito, deceduta l’8 aprile dello stesso anno[27][28].

Il 4 giugno 2013 ha presenziato, con gli altri membri della famiglia reale, a una messa all’abbazia di Westminster per commemorare il 60º anniversario della sua incoronazione, avvenuta il 2 giugno 1953. Dall’11 al 14 luglio inoltre, per festeggiare l’anniversario dell’incoronazione, si è svolto nei giardini di Buckingham Palace un festival a cui hanno partecipato tutti i Royal Warrant britannici[29].

La regina Elisabetta II è il sovrano più longevo della storia britannica e il secondo ad aver regnato più a lungo (dopo la regina Vittoria, che regnò 63 anni, 7 mesi e 2 giorni), nonché il secondo attuale Capo di Stato in carica da più tempo (dopo re Rama IX di Thailandia, in carica dal 1946).

Ruolo politico[modifica | modifica wikitesto]

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I viaggi ufficiali compiuti dalla regina Elisabetta II.

La regina ricopre un ruolo essenziale nel processo legislativo nei regni. La “Corona in Parlamento” (il Parlamento che agisce con il consiglio e il consenso della regina), in ogni paese, è una parte integrante del Parlamento, insieme alla “camera alta” e alla “camera bassa”. La regina può legalmente garantire o negare l’assenso alle leggi. La regina nel Regno Unito, o il suo governatore generale negli altri reami del Commonwealth, tiene un discorso all’annuale apertura del Parlamento, sottolineando il programma legislativo del governo per l’anno a venire.

La Regina ha anche un ruolo nel governo esecutivo. I governi sono conosciuti come “Il governo di Sua Maestà” e la Regina nomina i ministri che vi lavorano. In pratica, comunque, la composizione del governo non è determinata dalla Regina, ma dal Primo Ministro, che “consiglia” la Regina. Il governo deve rispondere in prima istanza alla regina, e successivamente alla camera bassa del Parlamento. La regina ha un ruolo anche nel potere giudiziario: la corte agisce in suo nome e i processi sono condotti in sua vece.

Le statue di cera raffiguranti la regina Elisabetta II e il principe Filippo al museo Madame Tussaud diLondra.

La regina non può essere condotta in giudizio alla corte come capo di stato, né può essere citata personalmente per qualche atto ufficiale svolto da lei stessa o in suo nome (anche se la Corona può essere citata come entità legale). La regina è, comunque, una persona normale che deve seguire la legge, a cui è soggetta come gli altri cittadini. Il fatto teorico che il sovrano possa essere posto in giudizio per un’offesa recata ad altri non è mai stato provato come agibile; di fatto non si è mai verificata questa condizione; e per il sistema giuridico del Regno Unito, che valorizza molto la condizione del precedente questo ha notevole valore. Nella Rivoluzione inglese delXVII secolo, il Parlamento condannò Carlo I d’Inghilterra pertradimento, ma dopo la Restaurazione di Carlo II d’Inghilterra, questi procedimenti furono denunciati come illegali, dato che ignoravano che le azioni del sovrano erano avvenute nel rispetto delle norme legittime esistenti nel regno.

I Primi Ministri britannici prendono molto seriamente i loro incontri settimanali con la regina. Un Primo Ministro[chi?] ha detto che li prendeva più seriamente delle sessioni di Prime Minister’s Questions nella Camera dei Comuni perché La Regina era più incisiva e costruttiva di chiunque potesse affrontare al momento del confronto. Elisabetta intrattiene inoltre conversazioni con singoli ministri britannici e occasionalmente tiene incontri con ministri di altri Paesi.

La regina incontra anche il Primo ministro della Scozia. Il palazzo reale di Edimburgo, il Palazzo di Holyrood, già dimora dei re scozzesi, come Maria Stuarda, è ora regolarmente abitato, ed è residenza di almeno uno dei membri della famiglia reale (spesso il Principe del Galles o la Principessa reale). Riceve anche rapporti dalla nuova Assemblea gallese, ed è continuamente tenuta informata dell’andamento degli altri governi del Commonwealth.

Benché la tradizione le imponga di non intervenire direttamente in politica, il suo lungo periodo di servizio, il fatto che è stata interlocutrice di ogni Primo ministro a partire da Winston Churchill nel Regno UnitoLouis St. Laurent in CanadaAlexander Bustamante in GiamaicaSidney Holland in Nuova Zelanda, e molti altri, insieme alla sua conoscenza di molti leader mondiali, fanno sì che quando esprime un’opinione, per quanto cauta, le sue parole vengono prese in seria considerazione[senza fonte]. Nelle sue memorie, Margaret Thatcher offriva questa descrizione dei suoi incontri settimanali con la Regina:

“Chiunque pensi che siano una mera formalità, o limitati ad amenità sociali, si sbaglia; sono molto simili a riunioni di lavoro e Sua Maestà mostra di avere una visione formidabile delle tematiche più urgenti e una grande esperienza.”

Durante una discussione all’interno del Commonwealth a proposito delle sanzioni al Sud Africa[in che anno?], la Regina fece un puntiglioso riferimento al suo ruolo di Capo del Commonwealth che, al tempo, fu interpretato come un segno di disaccordo rispetto alla scelta della signora Thatcher di opporsi alle sanzioni.

La Regina è stata coinvolta in alcune controversie politiche durante il suo regno, durante le quali le sue azioni sembrano aver affermato le sue convinzioni politiche. Il 18 novembre 1965, il Governatore della Rhodesia (Sir Humphrey Vicary Gibbs) fu nominato Cavaliere Gran Croce dell’Ordine Reale Vittoriano, un onore concesso dalla Regina in persona, una settimana dopo che Ian Smith aveva fatto la sua Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza. Gibbs era molto leale verso la Rhodesia e anche se aveva rifiutato di accettare la Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza, il premio fu considerato per lo meno intempestivo, la interpretazione può essere però più sottile e diplomatica.

Ronald Reagan e la Regina Elisabetta a cavallo.

La Regina incontra George Bush econsorte.

La Regina brinda con il PresidenteBush alla Casa Bianca.

Nel suo discorso al Parlamento in occasione del Giubileo d’argento 1977, la regina affermò: “Non posso dimenticare che fui incoronata regina del Regno “Unito” di Gran Bretagna e Irlanda del Nord”. Questo riferimento venne in un momento in cui il governo laburista stava tentando di introdurre un controverso progetto didevoluzione alla Scozia e al Galles, e fu interpretato come opposizione alla devoluzione. Però, nell’ultima parte degli anni novanta, dopo che i referendum approvarono un progetto di devoluzione, la regina inviò i suoi migliori auguri al nuovo Parlamento scozzese[senza fonte].

La Regina ha fatto amicizia con molti leader stranieri, fra cui Nelson MandelaMary Robinson e George H. W. Bush, il cui figlio, George W. Bush, è stato suo ospite a Buckingham Palace, il primo presidente Americano in più di 80 anni a essere ospitato a Buckingham Palace. In certi momenti questi contatti si sono dimostrati molto favorevoli e utili per l’Inghilterra. Per esempio, il primo ministro John Majorebbe una volta problemi a lavorare con un leader del Commonwealth. Grazie a una informazione della Regina, Major stabilì con il leader un rapporto personale, che alla fine portò benefici a entrambi gli stati. In modo simile la Regina prese l’iniziativa quando il Presidente Irlandese Mary Robinson cominciò a visitare in varie occasioni l’Inghilterra, suggerendo che avrebbe volentieri invitato la signora Robinson a farle visita a palazzo. Il Governo Irlandese accettò. Il risultato di tale connessione informale fu di creare il precedente della prima visita in cui un Presidente Irlandese abbia incontrato un monarca Britannico.

Parentele[modifica | modifica wikitesto]

La regina Elisabetta II discende dalla casa reale tedesca di Sassonia-Coburgo-Gotha, che ereditò il trono dalla regina Vittoria (di casato Hannover) alla sua morte, nel 1901[30]. È inoltre discendente della casa reale d’Inghilterra di Wessex e di quella scozzese degli Stuart, le quali famiglie si imparentarono a partire dal VII e dal IX secolo. Attraverso la sua bisnonna, la regina Alessandra di Danimarca, discende anche dalla casa reale danese Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, a una linea dell’antico e prestigioso casato nordeuropeo degli Oldenburg.

Come pro-pro-nipote della regina Vittoria, Elisabetta II è imparentata con molti sovrani di case reali europee[31]: è cugina di Harald V di Norvegia (discendente di reEdoardo VII), di Alberto II del Belgio, di Juan Carlos I di Spagna e di Carlo XVI Gustavo di Svezia, così come di re detronizzati (Costantino II di Grecia e Michele I di Romania); è imparentata anche con il re detronizzato Simeone II di Bulgaria e con le case reali di Prussia (Hohenzollern), Russia (Romanov) e Italia (Savoia).

Personalità e immagine[modifica | modifica wikitesto]

Piuttosto conservatrice nella foggia del vestire, la regina è famosa invece per i soprabiti dai colori forti e per i cappelli decorativi, che le consentono di essere vista facilmente nella folla[32].

Anche se frequenta molti eventi culturali, nella vita privata si dice che la regina abbia poco interesse per cultura o arte. I suoi principali interessi sono le corse dei cavalli[33], la fotografia[34] e i cani[35].

L’immagine pubblica di Elisabetta si è notevolmente ammorbidita negli ultimi anni, partendo dal rigore che si era autoimposta, anche se resta riservata in pubblico, è stata vista ridere, sorridere e commuoversi molto più che negli anni passati, e si è visto che ha versato alcune lacrime durante alcune cerimonie ufficiali come nel giorno di commemorazione del 2002[36].

La regina invia un annuale Messaggio di Natale (Queen’s Christmas Message)[37] al Commonwealth (eccetto nel 1969). Da quando è diventata regina, Elisabetta II passa circa tre ore al giorno con il cosiddetto “doing the boxes“, cioè a leggere i documenti di stato che provengono dai vari ministeri, uffici governativi e ambasciate[38], questo, con i colloqui che tiene, le permette di restare aggiornata sugli eventi.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Elisabetta II del Regno Unito Padre:
Giorgio VI del Regno Unito
Nonno paterno:
Giorgio V del Regno Unito
Bisnonno paterno:
Edoardo VII del Regno Unito
Trisnonno paterno:
Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha
Trisnonna paterna:
Vittoria del Regno Unito
Bisnonna paterna:
Alessandra di Danimarca
Trisnonno paterno:
Cristiano IX di Danimarca
Trisnonna paterna:
Luisa d’Assia-Kassel
Nonna paterna:
Mary di Teck
Bisnonno paterno:
Francesco di Teck
Trisnonno paterno:
Alessandro di Württemberg
Trisnonna paterna:
Claudine Rhédey von Kis-Rhéde
Bisnonna paterna:
Maria Adelaide di Hannover
Trisnonno paterno:
Adolfo di Hannover
Trisnonna paterna:
Augusta d’Assia-Kassell
Madre:
Elizabeth Bowes-Lyon
Nonno materno:
Lord Claude Bowes-Lyon
Bisnonno materno:
Lord Claude Bowes-Lyon
Trisnonno materno:
Thomas George Lyon-Bowes, Lord Glamis
Trisnonna materna:
Charlotte Grimstead
Bisnonna materna:
Frances Dora Smith
Trisnonno materno:
Oswald Smith
Trisnonna materna:
Henrietta Mildred Hodgson
Nonna materna:
Lady Cecilia Cavendish-Bentinck
Bisnonno materno:
Rev. Charles Cavendish-Bentinck
Trisnonno materno:
Lord William Henry Cavendish-Bentinck
Trisnonna materna:
Lady Anne Wellesly
Bisnonna materna:
Louisa Burnaby
Trisnonno materno:
Edwyn Burnaby
Trisnonna materna:
Anne Caroline Salisbury
[mostra]

Ascendenza patrilineare

Titoli, stemmi e stendardi[modifica | modifica wikitesto]

Titoli e trattamento[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Titoli reali di Elisabetta II del Regno Unito.
Trattamenti di
Elisabetta II
Stemma
Regina del Regno Unito e
Regina degli altri Reami del Commonwealth
Trattamento di cortesia Sua Maestà
Trattamento colloquiale Vostra Maestà
Trattamento alternativo Ma’am
21 aprile 1926 – 11 dicembre 1936: Sua Altezza Reale la Principessa Elisabetta di York
11 dicembre 1936 – 20 novembre 1947: Sua Altezza Reale la Principessa Elisabetta
20 novembre 1947 – 6 febbraio 1952: Sua Altezza Reale la Principessa Elisabetta, Duchessa di Edimburgo
6 febbraio 1952 – oggi: Sua Maestà la Regina[43]
I trattamenti d’onore

Il titolo e trattamento completo (solo per il Regno Unito) di Elisabetta II è il seguente:
“Sua Maestà Elisabetta Seconda, per Grazia di Dio, del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, e dei Suoi altri Reami e Territori, Regina, Capo del Commonwealth, Difensore della Fede”.

Al momento dell’ascesa di Elisabetta al trono le è stato chiesto, dal suo segretario privato, con quale nome avrebbe voluto regnare, e la regina rispose: “Il mio, naturalmente, che altro”[44]. A Londra, fu proclamata: “regina Elisabetta II, per grazia di Dio Regina di questo Regno e di altri suoi Regni e Territori, Capo del Commonwealth, Difensore della Fede”[45]. Nella vita comune la regina viene comunemente chiamata The Queen (“la regina”) o Her Majesty (“Sua Maestà”). In una conversazione con la Regina, la pratica è cominciare con l’appellativo Your Majesty (“Vostra Maestà”) e successivamente utilizzare semplicemente Ma’am (“Signora”)[46].

Al momento della successione, il titolo “Elisabetta II” causò qualche controversia in Scozia, dove non c’era mai stata un’Elisabetta I (sebbene non ci fosse stata alcuna simile controversia ai tempi di Guglielmo IV del Regno Unito e Edoardo VII del Regno Unito). In un raro atto di sabotaggio in Scozia, le nuove caselle postali della Royal Mail, recanti le iniziali E.II R. furono fatte saltare. Ne consegue che le caselle postali in Scozia oggi riportano solo una corona e nessuna iniziale reale. Un caso legale, MacCormick v. Lord Advocate(1953 SC 396), fu usato per contestare il diritto della regina a firmarsi Elisabetta II in Scozia, sostenendo che facendo ciò si sarebbero violati gli accordi dell’Atto di Unione (1707). Il caso fu perso sulla base del fatto che i contestatori non avevano diritto di citare la Corona e anche che la numerazione dei sovrani era parte della royal prerogative e non regolata dall’Act of Union. Ci sono altre due materie di controversia, che sono molto meno conosciute. Primo, il fatto che nella Scozia pre-unitaria ci si rivolgesse al sovrano come “Sua Grazia” e non come “Sua Maestà”, e poi che il titolo preferito dai re era stato “Re / regina degli scozzesi”, piuttosto che “di Scozia” (sebbene questo non fosse conosciuto).

I futuri monarchi britannici ora devono essere numerati in relazione ai loro predecessori, che siano inglesi o scozzesi, con il numero più alto. Applicando questa regola retroattivamente ai monarchi finché l’Act of Union riporti la stessa numerazione[47].

Seguendo una decisione del Commonwealth alla conferenza del 1953, la regina Elisabetta usa differenti titoli in ognuno dei suoi regni. In ogni stato governa da Sovrano prescindendo dagli altri ruoli che assume nei suoi altri Paesi.

Stemmi e stendardi personali[modifica | modifica wikitesto]

Dal 21 aprile 1944[48] la regina Elisabetta ha uno stemma reale[49], ma dopo la sua ascesa al trono, ha adottato lo stemma reale leggermente differente che viene anche usato come stendardo dei monarchi britannici.

  • Stemma della Principessa Elisabetta (1944–1947)

  • Stemma della Principessa Elisabetta, Duchessa di Edimburgo (1947–1952)

  • Stemma di Elisabetta II del Regno Unito

  • Stemma di Elisabetta II del Regno Unito (in Scozia)

  • Stemma di Elisabetta II del Canada[50][51][52][53]

  • Stendardo reale britannico, usato da Elisabetta II come Sovrano del Regno Unito

  • Stendardo reale britannico, usato da Elisabetta II come Sovrano del Regno Unito (in Scozia)

  • Stendardo reale del Canada, usato da Elisabetta II come Sovrano del Canada

  • Stendardo reale dell’Australia, usato da Elisabetta II come Sovrano dell’Australia

  • Stendardo reale della Nuova Zelanda, usato da Elisabetta II come Sovrano della Nuova Zelanda

  • Stendardo reale della Giamaica, usato da Elisabetta II come Sovrano della Giamaica

  • Stendardo reale di Barbados, usato da Elisabetta II come Sovrano di Barbados

  • Stendardo personale di Elisabetta II, usato negli altri paesi del Commonwealth

  • Monogramma personale di Elisabetta II

  • Monogramma di Elisabetta II e del principe Filippo, duca di Edimburgo

[54]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze dei Reami del Commonwealth[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze britanniche[modifica | modifica wikitesto]

Gran maestro e dama dell'Ordine della Giarrettiera - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro e dama dell’Ordine della Giarrettiera
— 19471952 come Sovrano
Gran maestro dell'Ordine del Cardo - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’Ordine del Cardo
— 1952
Gran maestro dell'Ordine di San Patrizio (quiescente dal 1936) - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’Ordine di San Patrizio (quiescente dal 1936)
— 1952
Sovrano dell'Ordine del Bagno - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine del Bagno
— 1952
Sovrano dell'Ordine della Stella d'India - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine della Stella d’India
— 1952
Sovrano dell'Ordine dei Santi Michele e Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine dei Santi Michele e Giorgio
Sovrano dell'Ordine dell'Impero indiano - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine dell’Impero indiano
Sovrano dell'Ordine reale vittoriano - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine reale vittoriano
Gran maestro dell'Ordine al merito del Regno Unito - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’Ordine al merito del Regno Unito
Sovrano dell'Ordine dell'Impero britannico - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine dell’Impero britannico
Dama dell'Ordine della Corona d'India - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’Ordine della Corona d’India
— 12 giugno 1947
Sovrano dell'Order of the Companions of Honour - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Order of the Companions of Honour
Gran maestro dell'Ordine reale di Vittoria ed Alberto - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’Ordine reale di Vittoria ed Alberto
Gran maestro del Distinguished Service Order - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro del Distinguished Service Order
Gran maestro e dama di gran croce del venerabile Ordine di San Giovanni - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro e dama di gran croce del venerabile Ordine di San Giovanni
— 1947
Sovrano dell'Ordine di Burma (formalmente) - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine di Burma (formalmente)
immagine del nastrino non ancora presente Sovrano dell’Ordine della Pietà
Dama dell'Ordine famigliare reale di re Giorgio V - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’Ordine famigliare reale di re Giorgio V
— 1927
Dama dell'Ordine famigliare reale di re Giorgio VI - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’Ordine famigliare reale di re Giorgio VI
— 1937
Sovrano dell'Ordine famigliare reale della regina Elisabetta II - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine famigliare reale della regina Elisabetta II
Medaglia del giubileo d'argento di Giorgio V - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia del giubileo d’argento di Giorgio V
— 1935
Medaglia dell'incoronazione di Giorgio VI - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia dell’incoronazione di Giorgio VI
— 1937
War Medal 1939-1945 - nastrino per uniforme ordinaria War Medal 1939-1945
Defence Medal - nastrino per uniforme ordinaria Defence Medal

Onorificenze di Antigua e Barbuda[modifica | modifica wikitesto]

Gran maestro dell'Ordine dell'Eroe nazionale di Antigua e Barbuda - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’Ordine dell’Eroe nazionale di Antigua e Barbuda
— 1998
Sovrano dell'Ordine della Nazione - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine della Nazione
— 1998
Sovrano dell'Ordine al merito di Antigua e Barbuda - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine al merito di Antigua e Barbuda
— 1998
Sovrano dell'Ordine dell'Eredità principesca - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine dell’Eredità principesca
— 1998

Onorificenze australiane[modifica | modifica wikitesto]

Sovrano dell'Ordine dell'Australia - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine dell’Australia
— 1975

Onorificenze di Barbados[modifica | modifica wikitesto]

immagine del nastrino non ancora presente Sovrano dell’Ordine di Barbados
— 1980

Onorificenze del Belize[modifica | modifica wikitesto]

immagine del nastrino non ancora presente Sovrano dell’Ordine dell’Eroe nazionale del Belize
— 1991
Sovrano dell'Ordine del Belize - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine del Belize
— 1991
Sovrano dell'Ordine della Distinzione - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine della Distinzione
— 1991

Onorificenze canadesi[modifica | modifica wikitesto]

Capo cacciatore dell'Ordine della Caccia al bufalo - nastrino per uniforme ordinaria Capo cacciatore dell’Ordine della Caccia al bufalo
— 1957
Sovrano dell'Ordine del Canada - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine del Canada
— 1967
Sovrano dell'Ordine al merito militare - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine al merito militare
— 1972
Sovrano dell'Ordine al merito delle Forze di polizia - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine al merito delle Forze di polizia
— 3 ottobre 2000
Canadian Forces Decoration - nastrino per uniforme ordinaria Canadian Forces Decoration

Onorificenze delle Isole Salomone[modifica | modifica wikitesto]

immagine del nastrino non ancora presente Membro di I classe dell’Ordine delle Isole Salomone
— 1982
Stella delle Isole Salomone - nastrino per uniforme ordinaria Stella delle Isole Salomone
— 1982

Onorificenze neozelandesi[modifica | modifica wikitesto]

Sovrano dell'Ordine della Nuova Zelanda - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine della Nuova Zelanda
— 1987
Sovrano dell'Ordine al merito della Nuova Zelanda - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine al merito della Nuova Zelanda
— 1996
Sovrano del Queen's Service Order - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano del Queen’s Service Order
— 1975

Onorificenze della Papua Nuova Guinea[modifica | modifica wikitesto]

Sovrano dell'Ordine di Logohu - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine di Logohu
— 2005
Sovrano dell'Ordine della Stella di Melanesia - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine della Stella di Melanesia

Onorificenze di Saint Kitts and Nevis[modifica | modifica wikitesto]

immagine del nastrino non ancora presente Gran maestro dell’Ordine dell’Eroe nazionale di Saint Kitts and Nevis
— 1997

Onorificenze di Santa Lucia[modifica | modifica wikitesto]

Sovrano dell'Ordine di Santa Lucia - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine di Santa Lucia
— 1980

Onorificenze degli altri paesi del Commonwealth[modifica | modifica wikitesto]

Membro dell'Ordine presidenziale del Botswana (Botswana) - nastrino per uniforme ordinaria Membro dell’Ordine presidenziale del Botswana (Botswana)
— 1979
Collare dell'Ordine famigliare reale della Corona del Brunei (Brunei) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine famigliare reale della Corona del Brunei (Brunei)
— 1992
Dama di Gran croce dell'Ordine del Valore (Camerun) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di Gran croce dell’Ordine del Valore (Camerun)
— 1963
Premio d'onore (Dominica) - nastrino per uniforme ordinaria Premio d’onore (Dominica)
— 1985
Gran commendatore dell'Ordine della Repubblica di Gambia (Gambia) - nastrino per uniforme ordinaria Gran commendatore dell’Ordine della Repubblica di Gambia (Gambia)
— 1974
Compagno dell'Ordine della Stella del Ghana (Ghana) - nastrino per uniforme ordinaria Compagno dell’Ordine della Stella del Ghana (Ghana)
— 2007
Capo dell'Ordine del Cuore d'oro (Kenya) - nastrino per uniforme ordinaria Capo dell’Ordine del Cuore d’oro (Kenya)
— 1974
Gran commendatore dell'Ordine del Leone (Malawi) - nastrino per uniforme ordinaria Gran commendatore dell’Ordine del Leone (Malawi)
— 1979
Cavaliere dell'Ordine della Corona del Reame (Malesia) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine della Corona del Reame (Malesia)
— 1972
Membro dell'Ordine di Nishan-i-Ghazi (Maldive) - nastrino per uniforme ordinaria Membro dell’Ordine di Nishan-i-Ghazi (Maldive)
— 1972
Compagna d'onore onoraria dell'Ordine nazionale al merito (Malta) - nastrino per uniforme ordinaria Compagna d’onore onoraria dell’Ordine nazionale al merito (Malta)
— 28 maggio 1992
Compagna d'onore onoraria con collare dell'Ordine nazionale al merito (Malta) - nastrino per uniforme ordinaria Compagna d’onore onoraria con collare dell’Ordine nazionale al merito (Malta)
— 23 ottobre 2000
Membro onorario del Xirka Ġieħ ir-Repubblika (Malta) - nastrino per uniforme ordinaria Membro onorario del Xirka Ġieħ ir-Repubblika (Malta)
— 24 novembre 2005
Gran Commendatore dell'Ordine del Niger (Nigeria) - nastrino per uniforme ordinaria Gran Commendatore dell’Ordine del Niger (Nigeria)
— 1969
Gran cordone dell'Ordine della Repubblica Federale di Nigeria (Nigeria) - nastrino per uniforme ordinaria Gran cordone dell’Ordine della Repubblica Federale di Nigeria (Nigeria)
— 1989
Dama di I classe dell'Ordine del Pakistan (Pakistan) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di I classe dell’Ordine del Pakistan (Pakistan)
— 1961
Dama di I classe dell'Ordine del Pakistan (Pakistan) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di I classe dell’Ordine del Pakistan (Pakistan)
— 1997
Membro di I classe dell'Ordine di Temasek (Singapore) - nastrino per uniforme ordinaria Membro di I classe dell’Ordine di Temasek (Singapore)
— 1972
Gran croce dell'Ordine della Buona Speranza (Sudafrica) - nastrino per uniforme ordinaria Gran croce dell’Ordine della Buona Speranza (Sudafrica)
— 1995[55]
Trinity Cross (Trinidad e Tobago) - nastrino per uniforme ordinaria Trinity Cross (Trinidad e Tobago)
— 1985

Onorificenze di altri paesi[modifica | modifica wikitesto]

Gran cordone dell'Ordine di Al Nahyan (Abu Dhabi) - nastrino per uniforme ordinaria Gran cordone dell’Ordine di Al Nahyan (Abu Dhabi)
— 1969
Gran Collare di Badr (Arabia Saudita) - nastrino per uniforme ordinaria Gran Collare di Badr (Arabia Saudita)
— 1979
Collare dell'Ordine del re Abd al-Aziz (Arabia Saudita) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine del re Abd al-Aziz (Arabia Saudita)
— 1979
Collare dell'Ordine del liberatore San Martín (Argentina) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine del liberatore San Martín (Argentina)
— 1960
Grande stella dell'Ordine al merito della Repubblica austriaca (Austria) - nastrino per uniforme ordinaria Grande stella dell’Ordine al merito della Repubblica austriaca (Austria)
— 1966
Collare dell'Ordine di Khalifa (Bahrain) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine di Khalifa (Bahrain)
— 1979
Gran cordone dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria Gran cordone dell’Ordine di Leopoldo (Belgio)
— 1963
Gran collare dell'Ordine nazionale della Croce del Sud (Brasile) - nastrino per uniforme ordinaria Gran collare dell’Ordine nazionale della Croce del Sud (Brasile)
— 1968
Collare dell'Ordine al merito (Cile) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine al merito (Cile)
— 1965
Gran collare dell'Ordine di Boyacá (Colombia) - nastrino per uniforme ordinaria Gran collare dell’Ordine di Boyacá (Colombia)
— 1993
Dama dell'Ordine di Mugunghwa (Corea del Sud) - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’Ordine di Mugunghwa (Corea del Sud)
— 1986
Collare dell'Ordine nazionale della Costa d'Avorio (Costa d'Avorio) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine nazionale della Costa d’Avorio (Costa d’Avorio)
— 1961
Dama di gran croce del Grand'ordine del re Tomislavo (Croazia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce del Grand’ordine del re Tomislavo (Croazia)
«Per lo straordinario contributo personale allo sviluppo delle relazioni interstatali e dell’amicizia tra la Repubblica di Croazia e il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.»
— Zagabria, 3 gennaio 2002[56]
Dama dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca) - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’Ordine dell’Elefante (Danimarca)
— 16 novembre 1947
Membro di classe suprema dell'Ordine delle Virtù (Egitto) - nastrino per uniforme ordinaria Membro di classe suprema dell’Ordine delle Virtù (Egitto)
— 1948
Gran cordone dell'Ordine del Nilo (Egitto) - nastrino per uniforme ordinaria Gran cordone dell’Ordine del Nilo (Egitto)
— 6 novembre 1975
Collare dell'Ordine della Federazione (Emirati Arabi Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine della Federazione (Emirati Arabi Uniti)
— 1989
immagine del nastrino non ancora presente Collare dell’Ordine di Zayed (Emirati Arabi Uniti)
— 2010
Collare dell'Ordine della Croce della Terra Mariana (Estonia) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine della Croce della Terra Mariana (Estonia)
— 19 ottobre 2006
Commendatore di gran croce con collare dell'Ordine della Rosa bianca (Finlandia) - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore di gran croce con collare dell’Ordine della Rosa bianca (Finlandia)
— 1961
Dama di gran croce della Legion d'onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce della Legion d’onore (Francia)
— 1948
Collare dell'Ordine della Stella equatoriale (Gabon) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine della Stella equatoriale (Gabon)
— 1969
Ordine del Vello d'oro (Georgia) - nastrino per uniforme ordinaria Ordine del Vello d’oro (Georgia)
— 2002
Gran cordone e collare dell'Ordine del Crisantemo (Giappone) - nastrino per uniforme ordinaria Gran cordone e collare dell’Ordine del Crisantemo (Giappone)
— 1962
Collare dell'Ordine di Hussein ibn' Ali (Giordania) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine di Hussein ibn’ Ali (Giordania)
— 1950
Dama dell'Ordine di Salomone (Impero d'Etiopia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’Ordine di Salomone (Impero d’Etiopia)
— 1954
Gran collare dell'Ordine dei Pahlavi (Impero d'Iran) - nastrino per uniforme ordinaria Gran collare dell’Ordine dei Pahlavi (Impero d’Iran)
— 1959
Dama di I classe dell'Ordine della Stella della Repubblica (Indonesia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di I classe dell’Ordine della Stella della Repubblica (Indonesia)
— 1974
Dama di gran croce decorata con collare dell'Ordine del Falcone (Islanda) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce decorata con collare dell’Ordine del Falcone (Islanda)
— 1963
Dama di gran croce decorata di gran cordone dell'Ordine al merito della Repubblica italiana (Italia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce decorata di gran cordone dell’Ordine al merito della Repubblica italiana (Italia)
— 9 maggio 1958[57]
Dama di gran stella dell'Ordine della Grande stella di Jugoslavia (Iugoslavia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran stella dell’Ordine della Grande stella di Jugoslavia (Iugoslavia)
— 1972
Dama dell'Ordine dell'Aquila d'oro (Kazakhstan) - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’Ordine dell’Aquila d’oro (Kazakhstan)
— 2000
Collare dell'Ordine di Mubarak il Grande (Kuwait) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine di Mubarak il Grande (Kuwait)
— 1979
Membro di classe speciale dell'Ordine del Kuwait (Kuwait) - nastrino per uniforme ordinaria Membro di classe speciale dell’Ordine del Kuwait (Kuwait)
— 1995
Commendatore di gran croce con collare dell'Ordine delle Tre stelle (Lettonia) - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore di gran croce con collare dell’Ordine delle Tre stelle (Lettonia)
— 1996
Gran cordone dell'Ordine dei Pionieri della Liberia (Liberia) - nastrino per uniforme ordinaria Gran cordone dell’Ordine dei Pionieri della Liberia (Liberia)
— 1961
Dama di gran croce dell'Ordine della Stella d'Africa (Liberia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell’Ordine della Stella d’Africa (Liberia)
— 1962
Gran collare dell'Ordine di Vytautas il Grande (Lituania) - nastrino per uniforme ordinaria Gran collare dell’Ordine di Vytautas il Grande (Lituania)
— 17 ottobre 2006
Dama dell'Ordine del Leone d'oro di Nassau (Lussemburgo) - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’Ordine del Leone d’oro di Nassau (Lussemburgo)
— 1972
Dama di gran croce dell'Ordine nazionale del Mali (Mali) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell’Ordine nazionale del Mali (Mali)
— 1961
Membro di classe eccezionale dell'Ordine della Sovranità (Marocco) - nastrino per uniforme ordinaria Membro di classe eccezionale dell’Ordine della Sovranità (Marocco)
— 1980
Collare dell'Ordine dell'Aquila azteca (Messico) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine dell’Aquila azteca (Messico)
— 1973
Membro dell'Ordine di Ojaswi Rajanya (Nepal) - nastrino per uniforme ordinaria Membro dell’Ordine di Ojaswi Rajanya (Nepal)
— 1949
Dama di gran croce con collare dell'Ordine reale norvegese di Sant'Olav (Norvegia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce con collare dell’Ordine reale norvegese di Sant’Olav (Norvegia)
— 1955
Membro di classe superiore dell'Ordine di Oman (Oman) - nastrino per uniforme ordinaria Membro di classe superiore dell’Ordine di Oman (Oman)
— 1979
Collare dell'Ordine di Al-Said (Oman) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine di Al-Said (Oman)
— 1982
Dama di gran croce dell'Ordine del Leone dei Paesi Bassi (Paesi Bassi) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell’Ordine del Leone dei Paesi Bassi (Paesi Bassi)
— 1950[58]
Collare d'oro dell'Ordine di Manuel Amador Guerrero (Panama) - nastrino per uniforme ordinaria Collare d’oro dell’Ordine di Manuel Amador Guerrero (Panama)
— 29 novembre 1953
Gran croce dell'Ordine del Sole del Perù (Perù) - nastrino per uniforme ordinaria Gran croce dell’Ordine del Sole del Perù (Perù)
— 1960
Gran croce dell'Ordine al Merito per Servizio Distinto (Perù) - nastrino per uniforme ordinaria Gran croce dell’Ordine al Merito per Servizio Distinto (Perù)
— 1998
Gran cordone dell'Ordine al merito della Repubblica di Polonia (Polonia) - nastrino per uniforme ordinaria Gran cordone dell’Ordine al merito della Repubblica di Polonia (Polonia)
— 1991
Dama dell'Ordine dell'Aquila bianca (Polonia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’Ordine dell’Aquila bianca (Polonia)
— 25 marzo 1996
Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica di Polonia (Polonia) - nastrino per uniforme ordinaria Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica di Polonia (Polonia)
Fascia dei Tre Ordini (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria Fascia dei Tre Ordini (Portogallo)
— 25 ottobre 1955
Gran collare dell'Ordine di San Giacomo della Spada (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria Gran collare dell’Ordine di San Giacomo della Spada (Portogallo)
— 14 agosto 1979
Gran collare dell'Ordine della Torre e della spada (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria Gran collare dell’Ordine della Torre e della spada (Portogallo)
— 27 aprile 1993
Collare dell'Indipendenza (Qatar) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Indipendenza (Qatar)
— 1979
Membro di I classe dell'Ordine del Sole supremo (Regno dell'Afghanistan) - nastrino per uniforme ordinaria Membro di I classe dell’Ordine del Sole supremo (Regno dell’Afghanistan)
— 1971
Dama di gran croce dell'Ordine di Sant'Olga e Santa Sofia (Regno di Grecia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell’Ordine di Sant’Olga e Santa Sofia (Regno di Grecia)
— 1950
Dama di gran croce dell'Ordine del Salvatore (Regno di Grecia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell’Ordine del Salvatore (Regno di Grecia)
— 1963
Dama di gran croce dell'Ordine della Fenice (Regno di Grecia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell’Ordine della Fenice (Regno di Grecia)
— 1963
Gran collare dell'Ordine di Idris I (Regno di Libia) - nastrino per uniforme ordinaria Gran collare dell’Ordine di Idris I (Regno di Libia)
— 1954
Gran collare dell'Ordine degli Hashemiti (Regno d'Iraq) - nastrino per uniforme ordinaria Gran collare dell’Ordine degli Hashemiti (Regno d’Iraq)
— 1956
Collare dell'Ordine del Leone bianco (Repubblica Ceca) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine del Leone bianco (Repubblica Ceca)
— 1996
Classe speciale della gran croce dell'Ordine al merito di Germania (Repubblica Federale Tedesca) - nastrino per uniforme ordinaria Classe speciale della gran croce dell’Ordine al merito di Germania (Repubblica Federale Tedesca)
— 29 settembre 1958
Ordine della Stella di Romania di I classe (Repubblica Socialista di Romania) - nastrino per uniforme ordinaria Ordine della Stella di Romania di I classe (Repubblica Socialista di Romania)
— 1978, restituita nel dicembre 1989
Collare dell'Ordine della Stella di Romania (Romania) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine della Stella di Romania (Romania)
— 2000
Collare dell'Ordine del Leone (Senegal) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell’Ordine del Leone (Senegal)
— 1961
Membro di I classe dell'Ordine della Doppia croce bianca (Slovacchia) - nastrino per uniforme ordinaria Membro di I classe dell’Ordine della Doppia croce bianca (Slovacchia)
— 2008
Fascia di Dama con Collare dell'Ordine di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria Fascia di Dama con Collare dell’Ordine di Carlo III (Spagna)
— 18 aprile 1986[59]
Dama dell'Ordine del Toson d'oro (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’Ordine del Toson d’oro (Spagna)
— 5 maggio 1989[60]
immagine del nastrino non ancora presente Collare d’onore (Sudan)
— 1964
Membro dell'Ordine dei Serafini (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria Membro dell’Ordine dei Serafini (Svezia)
— 1953
Dama dell'Ordine della Casata reale di Chakri (Thailandia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’Ordine della Casata reale di Chakri (Thailandia)
— 1960
Dama di Gran Croce dell'Ordine della regina Salote Tupou III (Tonga) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di Gran Croce dell’Ordine della regina Salote Tupou III (Tonga)
— [61]
Dama di gran stella dell'Ordine dell'Indipendenza (Tunisia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran stella dell’Ordine dell’Indipendenza (Tunisia)
— 1961
Gran collare dell'Ordine della Repubblica di Tunisia (Tunisia) - nastrino per uniforme ordinaria Gran collare dell’Ordine della Repubblica di Tunisia (Tunisia)
— 1980
Ordine di Stato della Repubblica di Turchia (Turchia) - nastrino per uniforme ordinaria Ordine di Stato della Repubblica di Turchia (Turchia)
— 14 maggio 2008
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— 1991
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— 1973

Regina Vittoria

 

Vittoria del Regno Unito

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Vittoria
La regina Vittoria ritratta da Winterhalter nel 1859.

La regina Vittoria ritratta da Winterhalter nel 1859.

Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda
Stemma
In carica 20 giugno 1837 –
22 gennaio 1901
Incoronazione 28 giugno 1838
Predecessore Guglielmo IV
Successore Edoardo VII
Imperatrice d’India
In carica 1º maggio 1876 –
22 gennaio 1901
Predecessore Nessuno
Successore Edoardo VII
 
Nome completo Alexandrina Victoria
Trattamento Maestà
Altri titoli Signora di Man
Capo Supremo della Chiesa d’Inghilterra
Nascita Kensington Palace,Londra, 24 maggio 1819
Morte Osborne HouseIsola di WightInghilterra, 22 gennaio 1901
Sepoltura Royal Burial Ground, FrogmoreWindsor, 4 febbraio 1901
Casa reale Hannover
Padre Edoardo Augusto
Madre Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
Consorte Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha
Figli Imperatrice Vittoria
Re Edoardo VII
Principessa Alice
Principe Alfredo
Principessa Elena
Principessa Luisa
Principe Arturo
Principe Leopoldo
Principessa Beatrice
Firma Queen Victoria Signature.svg

La regina Vittoria nel giorno della sua incoronazione.

Vittoria (Alexandrina VictoriaLondra24 maggio 1819 – Isola di Wight22 gennaio 1901) fu regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda dal 20 giugno 1837 e Imperatrice d’India dal 1876 fino alla sua morte. Il suo regno, durato più di 63 anni e mezzo, è il più lungo di tutta la storia britannica. Oltre ad essere regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, fu la prima a fregiarsi del titolo di imperatrice d’India. Il suo lunghissimo regno viene anche conosciuto come “epoca vittoriana“.

Il suo regno fu segnato da una grande espansione dell’Impero Britannico, e fu preceduto dalla prima rivoluzione industriale, un periodo di grandi cambiamenti sociali, economici e tecnologici nel Regno Unito. Vittoria fu l’ultimo sovrano britannico del Casato di Hannover, poiché il suo successore, nonché suo figlio, appartiene alla Casa dei Sassonia-Coburgo-Gotha, ossia la casata del padre.

 

 

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Il padre di Vittoria, principe Edoardo Augusto, Duca di Kent e Strathearn, era il quarto figlio del Re Giorgio III. Il Duca di Kent, come molti altri figli di Re Giorgio III non si sposò da giovane; il primogenito di Giorgio III, Principe di Galles, il futuro Re Giorgio IV, si sposò ma ebbe solo una figlia, la Principessa Carlotta Augusta di Galles.

Quando questa morì nel 1817 gli altri figli di Re Giorgio III si affrettarono a sposarsi e ad aver figli per assicurare un erede al Re. A cinquanta anni il duca di Kent e Strathearn si sposò con la principessa Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld, sorella del principe di Sassonia-Coburgo-Saalfeld vedovo della principessa Carlotta, e a sua volta vedova di Emilio Carlo, principe di Leiningen; Vittoria, la sola figlia della coppia, nacque a Kensington Palace, aLondra, nella notte del 24 maggio 1819 alle ore 4.15[1][2].

Alexandrina Victoria

Con grande dispiacere del duca di Kent, che avrebbe preferito il nome Elisabetta, la bambina fu chiamata Alessandrina Vittoria, in quanto il Re, sempre desideroso di irritare il fratello minore, aveva invitato a fare da padrino lo zar Alessandro I di Russia. Tuttavia, dalla nascita ella venne formalmente chiamata Sua Altezza Reale Principessa Vittoria di Kent, ma in seno alla famiglia venne chiamata Drina[3].

Alla nascita, Vittoria era la quinta nella linea di successione dopo il padre ed i suoi tre fratelli maggiori, rispettivamente il Principe reggente, il Duca di York ed il Duca di Clarence ma nessuno negli zii della principessa riuscì ad avere un erede (il Principe reggente ed il Duca di York erano in contrasto con le moglie e le figlie del Duca di Clarence erano morti poco dopo la nascita)[4].

Suo padre morì di polmonite otto mesi dopo la sua nascita; il nonno, il re Giorgio III, morì pazzo e cieco meno di una settimana dopo. Lo zio della principessa Vittoria, il Principe di Galles, ereditò la corona diventando Re Giorgio IV. Nonostante occupasse una posizione molto alta nella linea di successione al trono britannico, a Vittoria venne insegnato solo il tedesco, ma dall’età di tre anni venne istruita all’inglese. In seguito imparò a parlare anche italianogrecolatinofrancese. Il suo precettore fu il reverendo George Davis e sua governante fu Louise Lehzen[5].

Erede al Trono[modifica | modifica wikitesto]

Quando la principessa Vittoria di Kent ebbe l’età di undici anni, suo zio re Giorgio IV, morì senza figli lasciando il trono a suo fratello, il Duca di Clarence e St. Andrews che divenne re con il nome di Guglielmo IV. Dato che anche il nuovo re era senza figli Vittoria divenne automaticamente sua erede al trono. A quei tempi non c’erano particolari restrizioni ad avere un monarca bambino, per cui Vittoria poteva essere incoronata come un adulto. Per evitare uno scenario di questo tipo il Parlamento promulgò il Regency Act 1831 (“Atto per la Reggenza 1831”), in cui si prevedeva che sua madre, la Duchessa di Kent e Strathearn, sarebbe stata reggente fino alla sua maggiore età[6]: ignorando i precedenti, il Parlamento non previde un consiglio per limitare i poteri del reggente sebbene lo stesso sovrano, Guglielmo IV, non apprezzasse le capacità della cognata al punto da dichiarare pubblicamente (nel 1836) che avrebbe cercato di vivere finché la nipote avesse avuto 18 anni, pur di evitare una reggenza[7][8].

In ogni caso, nonostante il suo futuro ruolo pubblico, la principessa passò una giovinezza, da lei stessa descritta “alquanto malinconica”[9][10]: la madre, infatti, estremamente protettiva teneva la figlia isolata dagli altri coetanei al palazzo di Kensington, sede di una vera e propria corte parallela, completamente dominata dalla figura di Sir John Conroy, da molti ritenuto l’amante della Duchessa Vittoria di Sassonia[11][12]; rari erano, infine, i rapporti con la corte di Londra dal momento che la madre della principessa era in contrasto con Re Guglielmo e poi poiché desiderava preservarla da ogni rapporto sconveniente (in particolare con i figli illegittimi del sovrano)[13][14].

Incontro con il Principe Alberto[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1836, la principessa Vittoria, sedicenne, probabilmente mediante l’interessamento dello zio materno, il re dei BelgiLeopoldo I[15], incontrò il suo futuro marito principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha. Il principe Alberto e Vittoria erano primi cugini, suo padre era fratello della Duchessa di Kent e Strathearn.

Lo zio, re Guglielmo IV, preferendo un matrimonio con Alessandro di Orange-Nassau[16], disapprovava l’unione ma le sue obiezioni non dissuasero la coppia[17]. In ogni caso, molti studiosi hanno suggerito che il principe Alberto non fosse particolarmente coinvolto emotivamente dal possibile matrimonio con la giovane Vittoria, e che entrò in relazione con lei solo per elevare il suo status; in effetti era un principe tedesco di minore importanza, e le chiacchiere di corte suggerirono che la sua azione fosse dovuta anche al desiderio di assecondare la propria famiglia, che avrebbe ambito a quel matrimonio.[18]

Regno di Gran Bretagna
Casato di Hannover
Royal Arms of the Kingdom of Hanover.svg
 
Giorgio I (1714-1727)
[mostra]

Figli
Giorgio II (1727–1760)
[mostra]

Figli
Giorgio III (1760–1820)
[mostra]

Figli
Giorgio IV (1820–1830)
[mostra]

Figli
Guglielmo IV (1830–1837)
[mostra]

Figli
Vittoria (1837–1901)

Data la giovane età della principessa, che comunque dimostrava di essere assai interessata al fidanzato[19], il matrimonio fu posticipato[20] [21]

Ascesa al Trono[modifica | modifica wikitesto]

Re Guglielmo IV morì di una malattia al fegato all’età di 72 anni il 20 giugno 1837, lasciando il trono a Vittoria appena diciottenne (pertanto si evitava la reggenza che lo zio, Re Guglielmo IV, aborriva). Nel suo diario, Vittoria ha lasciato scritto: “Io sono stata svegliata alle 6 da Mamma, che mi ha detto l’Arcivescovo di Canterbury e Lord Conyngham erano qui e desideravano vedermi. Scesi dal letto e andai nel mio salotto (solo nella mia vestaglia) e, sola, li vidi. Lord Conyngham poi mi ha fatto sapere che il mio povero zio, il Re, non c’era più, e che era spirato 12 minuti dopo le 2 di questa mattina, e di conseguenza che io sono la regina.”[22].

I documenti ufficiali preparati per quel giorno recavano l’intestazione Alexandrina Victoria ma, per l’espressa volontà della sovrana, il primo nome fu omesso e mai più usato[23]; uno dei primi atti da sovrana fu quello di chiedere alla madre di rimanere da sola per un’ora e questo fu l’inizio, come scrive Litton Strachey, autore di una accurata biografia di Vittoria, dell’estromissione della duchessa dalla vita della regina.

Secondo la Legge Salica, una donna non poteva regnare sullo stato di Hannover e dato che questo stato era collegato con la Gran Bretagna dal 1714, Hannover andò allo zio di Vittoria. Il duca di Cumberland e Teviotdale assunse il titolo di re Ernesto Augusto I di Hannover; inoltre, finché Vittoria rimase nubile e senza figli, egli rimase anche il primo in linea di successione[24].

Quando Vittoria ascese al trono (venne incoronata il 28 giugno 1838), il governo era controllato dal partito Whig, che era al potere dal 1830. Il primo ministro WhigLord Melbourne, si trovò nella posizione di avere una forte influenza sulla giovane e politicamente inesperta regina, che contava sui suoi consigli[25][26].

Fu incoronata il 28 giugno del 1838 e divenne la prima sovrana a prendere residenza aBuckingham Palace [27]ottenendo, inoltre, le rendite dei ducati di Lancaster e Cornwall, una lista civile di 385.000 sterline annue che usò per estinguere i debiti paterni[28].

All’inizio del regno fu assai popolare[29], ma la sua reputazione soffrì quando, nel 1839, una delle dame di compagnia della madre, Lady Flora Hastings, iniziò ad ingrossarsi e presto la voce pubblica affermò che fosse incinta di Sir John Conroy; la regina, che detestava sia Conroy sia Lady Flora, su consiglio del primo ministro Melburne, la costrinse a sottoporsi a visite mediche per attestare la gravidanza ma queste dimostrarono la verginità della donna[30]. Pertanto, Conroy, la famiglia Hastings ed i loro alleati, i Tory, condussero una campagna di stampa contro la regina che si intensificò quando Lady Flora morì di un cancro allo stomaco (responsabile dell’ingrossamento dell’addome); a causa dello scandalo, per un certo periodo di tempo, la regina alle apparizioni pubbliche fu schernita con il nomignolo di “Mrs Melburne”[31][32].

Sempre nello stesso anno, Melburne si dimise quando una coalizione di conservatori e radicali votò contro un disegno di legge per sospendere la costituzione della Giamaica (allo scopo di ridurre il potere dei proprietari delle piantagioni che si opponevano alla abolizione della schiavitù)[33].

La Regina assegnò l’incarico di formare un nuovo governo a sir Robert Peel, un appartenente al partito Tory, ma non ci riuscì a causa della Bedchamber Crisis (Crisi della camera da letto): a quei tempi era consuetudine che le persone che frequentavano la famiglia Reale (specialmente le signore nobili) fossero scelte dal primo ministro fra i fedeli al suo partito; Vittoria riteneva, invece, che i membri della corte (Bedchamber) fossero degli amici oltre che membri di una istituzione cerimoniale e pertanto non intendeva che il primo ministro potesse allontanare persone a lei care. Sir Robert Peel non accettò le restrizioni imposte dalla regina e rassegnò le dimissioni, permettendo così a Lord Melbourne di riprendere il posto con grande gioia di Sua Maestà[34][35].

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Alberto, Principe consorte, marito della regina Vittoria.

Nei mesi seguenti, la regina si distanziò ulteriormente dalla madre che fece confinare in un remoto appartamento in Buckingham Palace ed alla quale, spesso, negava le visite; a riguardo occorre sottolineare che la stessa Vittoria scrisse, in alcune lettere indirizzate a Lord Melburne quanto la stretta vicinanza della madre fosse stata un tormento[36][37]

Poco tempo dopo, una raggiante Vittoria, il 10 febbraio 1840, sposò il principeAlberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, secondogenito del duca Ernesto I di Sassonia-Coburgo-Gotha e di Luisa di Sassonia-Gotha-Altenburg, nella Cappella Reale di St. James’s Palace, avendo, quattro giorni prima, concesso il titolo di Sua Altezza Realeal consorte[38].

Alberto era cugino di primo grado di Vittoria, in quanto entrambi erano nipoti del duca Francesco Federico di Sassonia-Coburgo-Saalfeld. Egli in un primo momento, a causa delle sue origini tedesche e della sua timidezza, non fu molto amato dall’alta società inglese, che lo guardava con molta diffidenza. Tuttavia, grazie agli insegnamenti del barone Stockmar, già medico e consigliere di suo zio, Re Leopoldo I del Belgio, diventerà un vero e proprio mentore per la moglie, soppiantando prima la baronessa Lehzen e poi lo stesso Lord Melbourne[39]. Fu, inoltre, grazie al consiglio del principe Alberto, che Vittoria poté, sia pure lentamente, riavvicinarsi alla madre, la duchessa di Kent[40].

Alberto, pur essendo stato educato in un regime di estrema semplicità, ricevette un’ottima educazione, tanto che ne diede prova in più occasioni durante la sua vita da Principe Consorte, titolo con il quale era comunemente noto (lo avrebbe ottenuto in via ufficiale solo nel 1857); in ogni caso, non gli fu mai data pari dignità nobiliare della moglie[41].

Il principe, infine, apparteneva alla casa reale di Sassonia-Coburgo-Gotha, e questo faceva sì che non fosse chiaro quale fosse il suo cognome (spesso non usato dalle famiglie reali o principesche): Vittoria, pertanto, ordinò di compiere ricerche genealogiche ed infine dall’esame documentale emerse che il cognome corretto era Wettin. Wettin (ancorché alla regina non piacesse) rimase comunque il cognome della casa regnante fino al 1917 quando il nipote di Vittoria, re Giorgio V fuse il nome della casata reale ed il cognome, sostituendoli entrambi con uno dal suono spiccatamente inglese Windsor.

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

La prima figlia della coppia reale venne battezzata Vittoria, nacque il 21 novembre 1840. Dalla coppia nacquero altri otto figli durante il felicissimo matrimonio fra Vittoria ed il Principe Alberto. Alberto non fu soltanto il compagno della Regina, ma anche un importante consigliere politico, e rimpiazzò lord Melbourne nel ruolo di figura dominante della sua vita. Avendo trovato un partner per la vita Vittoria non aveva più bisogno della compagnia delle signore legate al partito Whig. Così quando il partito Whig guidato da Melbourne perse le elezioni e venne rimpiazzato dai Tories di Peel, e questi rimpiazzò le signore fedeli al suo partito alla corte Reale, la crisi della Bedchamber non si ripeté.

Durante la prima gravidanza di Vittoria, il 10 giugno 1840 il diciottenne Edward Oxford tentò di assassinarla mentre stava passeggiando in carrozza con il Principe Alberto nelle strade di Londra. Oxford sparò due volte, ma entrambi i colpi mancarono il bersaglio. Fu processato per alto tradimento, ma fu riconosciuto malato di mente[42]. In molti si sono interrogati sui motivi dell’atto, ma probabilmente Oxford semplicemente cercava la notorietà. Alcuni sostengono che una cospirazione del movimento del Chartism (Organizzazione degli anni trenta che chiedeva riforme sociali) fosse dietro il tentativo di assassinio, altri attribuiscono il colpo a persone legate al suo erede il re di Hannover, suo zio. Queste teorie di cospirazione portarono ad un’ondata di patriottismo e lealtà[43].

Il tentativo di assassinio della Regina da parte di Edward Oxford in una illustrazione d’epoca.

Fortunatamente, l’attentato non ebbe alcuna conseguenza sulla salute della Regina o sulla sua gravidanza.

Il 13 giugno 1842, Vittoria fece il suo primo viaggio in treno, partendo da Slough (vicino al Castello di Windsor) arrivò a Paddington (nel centro di Londra) a bordo di una carrozza Reale offerta dalla compagniaGreat Western Railway. Compagni di viaggio furono l’inseparabile marito e l’ingegnere della compagnia ferroviaria, Isambard Kingdom Brunel.

Tre tentativi di assassinare la Regina vennero compiuti nel 1842. Il 29 maggio John Francis (molto probabilmente alla ricerca di notorietà) puntò la pistola contro la Regina (mentre era in carrozza), ma l’arma non sparò. Il giorno successivo tentò nuovamente l’attentato ma sbagliò la mira. Fu condannato a morte per alto tradimento, ma la pena fu commutata nell’esilio a vita nelle colonie[44]. Il principe Alberto ebbe la sensazione che i tentativi di assassinio fossero incoraggiati dal proscioglimento del primo attentatore (Edward Oxford) del 1840.

Il 3 luglio, appena dieci giorni dopo che la pena di Francis venne commutata, un altro ragazzo, John William Bean, attentò alla vita della Regina. Anche se la pistola era stata caricata con carta e tabacco, il crimine era comunque perseguibile con la pena di morte; tuttavia il Principe Alberto riuscì a far promulgare dal Parlamento un provvedimento che prevedeva che qualunque tentativo di spaventare la regina utilizzando un’arma, tirandole qualunque oggetto, colpendola in qualunque maniera era passibile di una pena di sette anni di carcere e con la fustigazione; Bean venne quindi condannato al massimo della pena[45].

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Vittoria del Regno Unito

Il primo ministro Peel si trovò a fronteggiare una crisi a causa della revoca delleCorn Laws (leggi sui cereali). Molti Tories (da allora conosciuti anche comeConservatori) si opponevano alla revoca, ma altri (i Peelisti) e molti Whigs lo volevano. Peel rassegnò le dimissioni nel 1846, dopo che la revoca passò con poco scarto alle votazioni e fu rimpiazzato da lord John Russell [46].

In politica estera, Vittoria ebbe un costante interesse al miglioramento delle relazioni diplomatiche tra Regno Unito e Francia [47]: nel 1843 e nel 1845, accompagnata dal marito, fece visita in Normandia a re Luigi Filippo, il primo incontro tra un re di Francia ed Inghilterra dal 1520 [48]; Luigi Filippo ricambiò nel 1844 e quando fu esiliato dalla Rivoluzione del 1848, si ritirò a Londra [49]; sempre in tale circostanza (nel timore di proteste che poi furono meno impetuose di quanto temuto[50]), la regina e la sua famiglia si trasferirono da Londra ad Osborne House nell’Isola di Wight, che Alberto aveva comprato nel 1845 e fatto restaurare [51].

Il ministero di Russell, nonostante fosse Whig, non fu favorito dalla Regina [52]. Particolarmente offensivo nei riguardi della Regina fu il ministro degli esterilord Palmerston, che spesso agì senza consultare né il consiglio dei ministri, il primo ministro o la Regina [53]. Nel 1849 Vittoria inviò una nota di lamentela a lord John Russel perché Palmerston aveva inviato note ufficiali a leader stranieri senza che lei ne fosse a conoscenza. Vittoria ripeté le sue rimostranze nel 1850, ma senza effetto. Fu solo nel 1851 che lord Palmerston fu rimosso dal suo incarico, annunciando l’approvazione del Governo Britannico al colpo di stato di Napoleone III, senza che il primo ministro ne fosse informato preventivamente[54].

Il periodo durante il quale Russell fu primo ministro fu molto faticoso per la regina Vittoria. Nel 1849 un Irlandese disoccupato e rancoroso (John Hamilton) tentò di spaventare la Regina scaricando una pistola a salve in sua presenza. Hamilton fu condannato ai sensi della legge del 1842 con il massimo della pena. Nel 1850 la Regina, mentre passeggiava in carrozza, fu colpita da un ex ufficiale dell’esercito, Robert Pate, con il bastone da passeggio, colpendo il suo cappello e graffiandola; il responsabile fu processato, e non riuscendo a provare di essere malato di mente, subì la stessa condanna di Hamilton [55].

Oltre a tali problemi, la regina dovette subire le conseguenze degli ultimi parti: infatti, nel 1853, Vittoria diede alla luce Leopoldo con l’aiuto del cloroformio che ella, in contrasto con il parere dei medici e l’opposizione dei membri del clero, volle adottare nel 1857 per il parto di Beatrice, sua ultima figlia [56]; in ogni caso, tali gravidanze la stressarono molto cagionandole diversi episodi di isteria, documentati dal carteggio con il marito [57].

Irlanda[modifica | modifica wikitesto]

La giovane regina Vittoria si innamorò dell’Irlanda, scegliendo, nel 1849, per le vacanze la città di Killarney nel Kerry, facendone una delle prime località turistiche del XIX secolo [58].

Il suo amore per l’isola fu corrisposto da un iniziale sentimento di amicizia da parte del popolo irlandese per la giovane regina. Nel 1845 l’Irlanda fu colpita da una malattia delle patate che in quattro anni costò la vita a oltre mezzo milione di irlandesi e vide l’emigrazione di un altro milione di abitanti. In risposta a quello che venne chiamata la grande carestia, in inglese Great Famine (An Gorta Mor), la regina donò personalmente 5000 sterline e fu coinvolta in molte operazioni di carità contro la carestia. Ciononostante la politica del primo ministro Lord John Russell, largamente accusata di peggiorare le conseguenze della carestia, oscurò la fama delle Regina. Agli occhi dei repubblicani estremisti, Vittoria fu soprannominata «Regina della carestia», e vennero comunemente accettate storie in cui la Regina aveva donato 5 sterline per combattere la carestia.

Il primo viaggio ufficiale della Regina venne organizzato da Lord Clarendon, che aveva l’incarico di Luogotenente dell’Irlanda. Egli era a capo dell’amministrazione britannica e tentò sia di distrarre l’attenzione degli irlandesi dalla carestia, sia di avvisare i politici britannici per mezzo della presenza della Regina della serietà della situazione irlandese. Nonostante l’impatto negativo della carestia sulla popolarità della Regina, ella riuscì a far cantare God save the Queen (l’inno del Regno Unito) alla fine dei raduni del Partito Nazionalista Irlandese.

Comunque negli anni settanta l’amore verso la monarchia diminuì notevolmente a causa del rifiuto di visitare l’Irlanda a seguito della decisione della Corporazione di Dublino di rifiutarsi di congratularsi per le nozze del figlio Principe di Galles con la Principessa Alessandra di Danimarca e di congratularsi con la coppia reale per la nascita del loro primo figlio PrincipeAlberto Vittorio.

Vittoria si oppose ripetutamente alla pressione di diversi primo ministri, Luogotenenti d’Irlanda e anche membri della Famiglia Reale, di creare in Irlanda una residenza ufficiale. Lord Midleton ex capo del Partito Unionista Irlandese scrisse nelle sue memorie (Irlanda: pazza o eroina?) che questa decisione portò ad un vero disastro nelle relazioni fra il popolo irlandese e la Regina e di conseguenza sul regno Britannico sull’isola.

Vittoria visitò per l’ultima volta l’Irlanda nel 1900 quando andò personalmente a chiamare gli irlandesi alle armi per la guerra Boera. I nazionalisti che si opponevano alla sua visita furono guidati da Arthur Griffith che creò appositamente un’organizzazione dal nome Cumann na nGael per riunire gli oppositori. Cinque anni più tardi Griffith utilizzò i contatti creatisi in questa occasione per creare il partito Sinn Féin, ancora attivo ai giorni nostri [59].

Dal 1851 al 1860[modifica | modifica wikitesto]

Rara foto della regina Vittoria durante la visita a Manchester nel1851.

Nel 1851 venne tenuta la prima Esposizione Universale. L’esibizione, organizzata dal Principe Alberto, venne aperta ufficialmente dalla Regina il 1º maggio 1851. Nonostante i timori di molti, la mostra fu un incredibile successo, tanto che con i proventi furono utilizzati per finanziare la costruzione del South Kensington Museum, che in seguito ebbe l’attuale nome di Victoria and Albert Museum.

Il governo di lord John Russell collassò nel 1852, quando il primo ministro Whig fu rimpiazzato dal conservatore lord Derby che, tuttavia, non mantenne a lungo la maggioranza in parlamento e fu costretto a dimettersi dopo meno di un anno. A questo punto Vittoria decise di porre fine al periodo di primi ministri deboli che aveva caratterizzato fino ad allora il suo regno: la Regina (ed il consorte) incoraggiò vigorosamente la formazione di una forte coalizione fra i Whigs e i Tories fedeli a Peel, i Peelisti e conferì l’incarico di formare il governo al Peelista lord Aberdeen.

Uno degli atti più significativi di questo governo fu di portare il Regno Unito a combattere la guerra di Crimea nel 1854, dalla parte dell’Impero Ottomano e contro la Russia. Immediatamente prima dell’ingresso in guerra voci che il Regno Unito si sarebbe schierato con lo Zar ebbero l’effetto di diminuire la popolarità della coppia Reale. Comunque Vittoria pubblicamente esortò a supportare le truppe al fronte e, dopo la conclusione della guerra, istituì la Victoria Cross come riconoscimento di valore.

La guerra permise, inoltre, di saldare i rapporti con la Francia di Napoleone III che decise di visitare Londra nell’aprile del 1855 mentre in Agosto Vittoria ed Alberto furono accolti all’Esposizione universale di Parigi.

A metà del 1855, Lord Aberdeen, indebolito dalle critiche sull’operato dell’esercito in Crimea, si dimise: la regina consultò sia Derby sia Russel ma poiché nessuno riuscì ad ottenere la maggioranza, ricorse a Palmerston (col quale si era riconciliata)[60] [61].

Lo stesso Palmerston fu costretto a ritirarsi per l’impopolarità causatagli dalla cattiva conduzione della seconda guerra dell’oppio nel 1857 e sostituito da Lord Derby dopo la crisi diplomatica seguita all’attentato di Felice Orsini contro Napoleone III [62] [63]; la circostanza indebolì molto la regina, affranta poiché 11 giorni dopo l’evento la figlia maggiore, Principessa Vittoria, sposò l’erede al trono di Prussia, Federico, lasciando Londra poco dopo [64] [65].

Gli eventi principali dell’amministrazione di lord Derby furono la ribellione dei Sepoys contro il controllo da parte dellaCompagnia Britannica delle Indie Orientali sull’India. Dopo che la ribellione fu sedata, l’India fu messa sotto il controllo diretto della Corona Britannica (anche se il titolo di Imperatrice d’India non venne creato immediatamente); il secondo governo di lord Derby non durò più del primo, infatti cadde nel 1859, permettendo a Palmerston di tornare al potere[66].

Vedovanza[modifica | modifica wikitesto]

La regina Vittoria tra le figlie e le nipoti nel 1884 a Balmoral. Da sinistra a destra: Maria di Edimburgo, futura regina di Romania (seduta); Alessandra di Edimburgo; Vittoria Melita di Edimburgo; la Duchessa di Edimburgo; la regina Vittoria (seduta); la principessaVittoria di Prussia; la principessa della corona di Prussia, Vittoria e madre di Vittoria di Prussia; laprincipessa Beatrice.

Nel marzo del 1861, la madre della regina, Vittoria duchessa di Kent morì, poco dopo essersi riconciliata con la figlia[67] [68]; per sollevare l’animo pesantemente afflitto della moglie [69], Alberto fece di tutto ma ormai era malato di cancro allo stomaco[70].

Nell’agosto di quell’anno, Vittoria ed Alberto visitarono il Curragh Camp, in Irlanda, dove il principe di Galles stava prestando servizio militare[71]. Dal novembre, Vittoria e Alberto tornarono a Windsor ed il principe di Galles fece ritorno a Cambridge dove era studente; nel contempo, il principe di Galles venne coinvolto in un’avventura galante con l’attrice irlandese Nellie Clifden e Alberto non esitò a recarsi personalmente dal figlio per discutere con lui della scandalosa relazione che stava intrattenendo[72][73].

Lo scandalo, unito al dolore per la morte dei cugini, Pietro V eFerdinando del Portogallo, indebolirono ancor di più la salute del principe Alberto[74]: il 9 dicembre di quell’anno William Jenner, gli diagnosticò una febbre tifoidea alla quale si aggiunse poi un’improvvisa congestione polmonare che portò Alberto alla morte alle 22:50 del 14 dicembre 1861 nella Blue Room del Castello di Windsor, alla presenza della regina e di cinque dei suoi figli[75].

La regina fu sconvolta dalla morte del marito ed entrò in uno stato di lutto e di sconforto: indossò sempre abiti neri a ricordo per il resto della sua vita, cessò di apparire in pubblico e smise di visitare Londra[76] al punto che presto guadagnò il nomignolo di Widow of Windsor (Vedova di Windsor, con evidente gioco di parole fra la parola “Widow”, vedova, ed il castello della famiglia Reale, Windsor)[77] mentre parallelamente si indeboliva l’immagine della monarchia[78].

Infatti, sebbene non mancasse di svolgere i suoi doveri costituzionali, trascorreva il suo tempo nelle residenze di campagna, a Windsor, presso Osborne House e soprattutto a Balmoral in Scozia e nei giardini del castello, attorniata da pochissime fidate persone, fra le quali preferiva la giovane lady Florence Trevelyan, la bella e malinconica orfana, figlia della sua dama di corte Catherine Anne Trevelyan, la cui nonna Lady Maria Wilson era cugina della Regina Vittoria e che questa allevava come una figlia.

Con essa trascorreva il tempo libero e condivideva uno smisurato amore per i cani, per la botanica, per gli uccellini e la passione per il ricamo. Lei considerava il suo primo figlio, Edoardo il Principe di Galles, il futuro re Edoardo VII sposato con l’austera Alessandra di Danimarca, un ragazzo frivolo ed indiscreto, accusandolo anche della morte del padre. L’accusò anche di avere una relazione adulterina con la giovane “cuginetta” Florence Trevelyan (molto più giovane dell’austera Alessandra) che dovette, a 29 anni, per evitare lo scandalo nell’Inghilterra vittoriana e puritana, per volere della regina Vittoria, lasciare velocemente e per sempre l’Inghilterra rifugiandosi in Sicilia, a Taormina, dove visse in esilio con un cospicuo vitalizio regio.[79].

Vittoria, quindi, iniziò ad infittire una relazione con un cameriere scozzese, John Brown e si parla di una relazione romantica ed un matrimonio segreto fra i due, fatto per cui divenne nota anche con il nome di “Signora Brown” per quanto l’effettiva celebrazione del matrimonio sia controversa: infatti, un diario recentemente scoperto riporterebbe la confessione fatta sul letto di morte dal cappellano della Regina il quale avrebbe detto ad un politico di aver celebrato le nozze clandestine fra la Regina ed il cameriere John Brown ma tale testimonianza non è accolta da molti storici[80][81][82]. Va, infine, aggiunto che Vittoria pretese alla sua morte di essere seppellita con due ricordi nella bara: a destra venne posto un cappello del Principe Alberto mentre nella sinistra vennero messi dei capelli di Brown con un suo ritratto[83].

In questo periodo convulso, l’isolamento della regina ridusse notevolmente la sua presa sul governo della nazione che nel frattempo era travagliato dallo scontro tra sostenitori e oppositori del progetto di estensione del diritto di voto a molti membri della classe operaia (Reform Act 1867)[84]: lord Palmerston era un forte oppositore e riuscì ad impedirne l’approvazione fino alla sua morte, avvenuta nel 1865; i suoi successori, lord Russel e lord Derby, invece, riuscirono a superare le perplessità della sovrana e ottennero l’approvazione della riforma nel 1867 (cui la regina concesse il suo assenso)[85].

Gladstone e Disraeli[modifica | modifica wikitesto]

La Regina Vittoria e Lady Florence Trevelyan

Nel 1868, lord Derby fu costretto alle dimissioni e fu sostituto dal conservatoreBenjamin Disraeli il quale, sin dall’insediamento, acquisì la fiducia e la simpatia della Regina; il suo ministero, però cadde presto e fu rimpiazzato da William Ewart Gladstone, membro del Partito Liberale (nome assunto dalla coalizione Whig-Peelisti) che, invece, non fu particolarmente apprezzato dalla sovrana[86][87][88].

Nel 1870, la rivoluzione parigina ridestò il movimento repubblicano già in crescita sin dalla morte del principe Alberto e dall’isolamento della regina Vittoria: infatti, una manifestazione repubblicana pretese l’abdicazione della sovrana ed il partito radicale continuò con ancor maggiore veemenza l’opposizione alla politica della regina[89][90]. Inoltre, tra l’agosto ed il settembre del 1871, Vittoria subì le conseguenze di un ascesso nel braccio che, fortunatamente, fu curato dal medicoJoseph Lister[91] mentre a dicembre, nel pieno delle proteste repubblicane, ilPrincipe di Galles, si ammalò di febbre tifoidea e la regina temette per la salute del figlio[92].

Al decimo anniversario della morte del principe Alberto, la regina rimase accanto al figlio convalescente[93]; solo il 27 febbraio del 1872 madre e figlio riapparvero in pubblico ad una parata e ad una messa di ringraziamento alla cattedrale di St Paul a Londra mentre ormai le manifestazioni repubblicane andavano spegnendosi[94][95].

Due giorni dopo la cerimonia, mentre Vittoria stava scendendo da una carrozza, il diciassettenne irlandese Arthur O’Connor, si rivolse alla Regina con una pistola in una mano e una petizione per liberare prigionieri irlandesi nell’altra: l’intento era dimostrativo, infatti, la pistola era scarica e l’attentatore confidava di convincere la sovrana ad accogliere la petizione; in ogni caso, John Brown, al fianco della Regina, buttò il ragazzo a terra prima che essa stessa potesse vedere la pistola, e fu ricompensato con una medaglia per il suo coraggio mentre O’Connor fu condannato ad un anno di carcere[96]. L’attentato fece riacquistare a Vittoria numerosi consensi[97].

Questo fumetto Nuove Corone per i soliti vecchi da una antica favola araba, rappresenta Disraeli come un venditore ambulante mentre offre a Vittoria la corona imperiale.

Le elezioni del 1874 premiarono i conservatori di Disraeli il quale, seguendo il sentimento imperialista assai diffuso nella società europea e britannica, dedicò notevoli cure nell’amministrazione dell’India, la maggiore delle colonie britanniche: infatti, a seguito dellarivolta del 1857 i domini della Compagnia Inglese delle Indie orientali così come numerosi principati indigeni, furono annessi direttamente anche per evitare, nelle parole della regina, un nuovo bagno di sangue e per garantire una maggiore comprensione e la tolleranza religiosa[98][99].

Tale politica di amalgama dell’India all’interno dell’impero britannico fu, infine, conclusa da Disraeli che, con il Royal Titles Act 1876 (“Atto dei titoli Reali 1876”), conferì alla regina Vittoria il titolo di “imperatrice d’India” dal 1 marzo del 1876[100][101]. La Regina ricompensò il gesto del suo primo ministro nominandolo Conte di Beaconsfield[102].

Sempre in questo periodo, inoltre, su impulso della Regina, fu approvato il Public Worship Regulation Act 1874 che rimosse definitivamente i rituali cattolici dalla liturgia anglicana in modo da garantire una maggiore comunanza con la semplicità dei riti e delle pratiche della Chiesa presbiteriana scozzese verso la quale Vittoria provava notevole simpatia[103].

Tra l’aprile del 1877 ed il febbraio del 1878, Vittoria minacciò cinque volte di abdicare in favore del figlio in modo da costringere Disraeli ad intervenire nella Guerra russo-turca del 1877-78 in modo da bloccare l’espansionismo russo ma, in ogni caso, tali intendimenti non influirono sul corso del conflitto e sul Trattato di Berlino[104]. A tali preoccupazioni, poi, si aggiunse il dolore provocato dalla morte della secondogenita della regina, principessa Alice, morta di difterite il 14 dicembre del 1878, anniversario della morte del principe consorte Alberto[105].

Sempre in questi anni, la regina sostenne la necessità di mantenere in efficienza le forze armate per mantenere una posizione di prestigio nella comunità internazionale ed appoggiò la politica espansionistica del suo primo ministro che condusse alla seconda guerra anglo-afgana e alla guerra anglo-zulù considerando che, l’espansione di un impero come quello inglese avrebbe maggiormente protetto le popolazioni native rispetto ad altre potenze europee[106].

L’amministrazione di lord Beaconsfield cadde nel 1880 quando il partito Liberale vinse le “Elezioni generali del 1880“: Gladstone aveva riconquistato la leadership dei Liberali quattro anni prima, fu così che la Regina invitò lord Hartington, capo dei Liberali alla Camera dei Comuni, per formare un governo. Lord Hartington non accettò l’incarico intuendo che non ci sarebbe stato un governo Liberale senza Gladstone, il quale non sarebbe stato secondo a nessuno e Vittoria dovette, suo malgrado, cedere l’incarico a Gladstone[107][108].

L’ultimo degli attentati alla vita di Vittoria fu perpetrato nel 1882: un pazzo scozzese, Roderick Maclean, sparò un proiettile verso la Regina mentre era seduta in carrozza, ma mancò il colpo. L’attentatore fu arrestato con l’accusa di alto tradimento, punibile peraltro con la pena capitale (non fu, infatti, applicata la legge del 1842); riconosciuto colpevole, fu imprigionato in un manicomio criminale[109]. Il verdetto, tuttavia, non soddisfece la sovrana e suscitò aspre polemiche per l’uso della formula “non colpevole, ma pazzo” e Vittoria, negli anni seguenti, incoraggiò l’introduzione della formula “colpevole, ma pazzo”[110].

L’anno seguente, il 17 marzo, Vittoria cadde dalle scale a Windsor e da quel momento iniziò a soffrire di reumatismi mentre 10 giorni dopo l’incidente si spense John Brown lasciando la regina nell’amarezza più totale[111][112].

I conflitti di Vittoria con Gladstone continuarono durante gli anni a seguire. Fu costretta ad accettare le sue proposte di riforma della legge elettorale, incluse il Representation of the People Act 1884 (Atto di rappresentanza del popolo 1884), che aumentò considerevolmente il numero degli elettori. Il governo Gladstone cadde nel 1885 e venne rimpiazzato dal conservatore lord Salisbury. Gladstone tornò al potere nel 1886 ed introdusse il Irish Home Rule Bill, 1886 (Corpo legislativo autonomo per l’Irlanda), che garantiva una legislazione separata all’Irlanda. Vittoria si oppose a questo provvedimento, che lei supponeva minasse l’autorità dell’Impero. Quando il Bill non venne ratificato dalla Camera dei comuni, Gladstone si dimise e la Regina conferì l’incarico di nuovo primo ministro a lord Salisbury[113][114].

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Reale nel 1880.

Nel 1887 il Regno Unito celebrava il Golden Jubilee (50 anni di Regno). Vittoria segnava il 20 giugno 1887 il cinquantesimo anniversario della sua ascesa con una banchetto a cui parteciparono 50 fra re e principi europei; il giorno dopo partecipò ad una processione che nelle parole di Mark Twain “andava da orizzonte ad orizzonte”[115][116]. In quei giorni Vittoria giunse probabilmente all’apice della sua popolarità (anche poiché la morte di Brown aveva sopito i pettegolezzi sulla sua vita privata e questo aveva reso Vittoria un vero e proprio simbolo morale) .

Vittoria dovette accettare ancora una volta il governo di William Ewart Gladstone, nel 1892. Nel 1894, quando ancora una volta l’Irish Home Rule Bill non venne approvato, Gladstone si ritirò e venne rimpiazzato dal liberale imperialista lord Rosebery. A lord Rosebery successe nel 1895 lord Salisbury che rimase in carica fino alla morte della Regina[117].

Nel settembre 1896 Vittoria superò il record di durata di ogni altro monarca inglesescozzese o britannico. Su richiesta della Regina ogni manifestazione pubblica dovette essere posticipata al 1897, il Diamond Jubilee (Sessanta anni di Regno)[118]. Il Ministro per le Colonie Joseph Chamberlain, propose che i festeggiamenti per il sessantennale fossero estesi anche a tutto l’impero e così fu disposto l’invito a parteciparvi anche ai primi ministri dei dominion (insieme alle rispettive famiglie)[119]. Inoltre, la rivista a cui partecipò la Regina includeva truppe di ogni colonia britannica e protettorato, assieme a soldati inviati dai principi indiani e capi (che erano subordinati alla regina, imperatrice d’India). Le celebrazioni del Diamond Jubilee furono segnate da grandi dimostrazioni d’affetto per la settantenne Regina che da allora fu costretta su una sedia a rotelle[120].

Durante gli ultimi anni di Vittoria, il Regno Unito fu coinvolto nella guerra Boera, che ricevette il supporto entusiastico della Regina la quale, nell’aprile del 1900, decise di recarsi in Irlanda riconoscendo il contributo dato dagli irlandesi nel conflitto[121] mentre nel giugno dello stesso anno si spense il principe Alfred, secondo figlio maschio della regina[122].

Morte e successione[modifica | modifica wikitesto]

Seguendo un’usanza che mantenne durante tutta la sua vedovanza, Vittoria passò tutti i Natali a Osborne House (il cui restauro era stato progettato dal principe Alberto in persona) all’Isola di Wight[123]. Ormai anziana, spesso confusa e gravemente minata dai reumatismi[124][125], la regina morì il 22 gennaio 1901, dopo un regno di sessantatré anni sette mesi e due giorni, più di ogni altro monarca britannico prima o dopo. I suoi funerali furono celebrati il 2 febbraio, e, dopo due giorni di lutto nazionale, venne tumulata al Mausoleo Frogmore accanto al marito[126].

A Vittoria succedette il primogenito, il principe di Galles, che regnò con il nome di Re Edoardo VII e che fu incoronato il 9 agosto 1902. La morte di Vittoria segnò la fine della dinastia degli Hannover, appartenendo Re Edoardo VII, come suo padre, principe Alberto, alla Casa Reale dei Sassonia-Coburgo-Gotha. Il figlio di Edoardo VII e suo successore Re Giorgio Vcambiò il nome del casato in Windsor, dal suono più inglese durante la prima guerra mondiale. Il nome dei Sassonia-Coburgo-Gotha era troppo vicino a quello del nemico Kaiser Guglielmo II (anch’egli nipote della regina Vittoria)[127].

Eredità[modifica | modifica wikitesto]

Vittoria nel 1887, anno del suogiubileo d’oro.

Frogmore: tomba della regina Vittoria e del principe consorte Alberto

La regina Vittoria fu il primo monarca Britannico moderno. I precedenti monarchi avevano avuto un ruolo molto più attivo di lei nel governo del Paese. Una serie di riforme videro l’aumento del potere della Camera dei Comuni a scapito della Camera dei Lord e della Corona stessa, con il ruolo del monarca sempre più simbolico dell’unione del Paese. Dal regno di Vittoria in avanti il monarca aveva, usando le parole di Walter Bagehot “, il diritto di essere consultato, il diritto di consigliare ed il diritto di avvisare”.

La monarchia di Vittoria divenne più simbolica che politica, con forte enfasi sulla moralità e sui valori della famiglia vittoriana, in contrasto con gli scandali sessuali, finanziari e personali legati ai precedenti membri della famiglia degli Hannover che avevano portato discredito alla monarchia. Il regno di Vittoria creò per i britannici il concetto di ‘monarchia di famiglia’ in cui anche la crescente (anche di importanza) classe media potesse identificarsi.

Internazionalmente Vittoria fu una figura di primo piano, e non solo come rappresentante dell’influenza dell’impero britannico, ma anche a causa dei legami familiari attraverso tutta l’Europa che le fecero guadagnare l’affettuoso soprannome di “bisnonna d’Europa”. Un esempio di questa situazione può essere trovato nel fatto che tre dei maggiori regnanti coinvolti nella prima guerra mondiale su lati opposti fossero o suoi nipoti o sposati a suoi nipoti:

Otto dei nove figli di Vittoria sposarono membri di famiglie reali Europee e l’ultima la principessa Luisa, sposò un Duca scozzese.[128]

Vittoria fu la prima portatrice conosciuta di emofilia e di porfiria nella famiglia Reale, per verosimile mutazione spontanea, potrebbe anche aver ereditato l’allele emofilico A da sua madre.
L’emofilia per questo motivo è anche nota come “emofilia reale” Si mormora anche che il Duca di Kent non fosse il padre biologico della Regina, ma che invece sia stata figlia del segretario personale di sua madre che era ritenuto anche amante di lei, l’irlandese Sir John Conroy. Mentre ci sono prove della relazione fra la Duchessa di Kent e Sir Conroy (Vittoria stessa dichiarò al duca di Wellington di essere stata testimone di un incontro fra i due), la storia medica di Conroy non mostra segni di emofilia nella sua famiglia.

Comunque, portatrice sana, lei passò la malattia ad almeno tre dei suoi figli, di cui un maschio malato e due portatrici certe. Il più famoso emofilico della sua discendenza fu il suo bisnipote, il piccolo zarevič Alessio Romanov, ma vi sono anche:Federico, zio materno di zarevič Alessio Romanovil principe Leopoldo, duca di Albany; la zia materna di zarevič Alessio Romanovprincipessa Irene d’Assia e del Reno era anch’essa una portatrice del gene e, attraverso il suo matrimonio con il cugino Enrico di Prussia, portò l’emofilia nel ramo cadetto della famiglia reale prussiana. La principessa Vittoria Eugenia di Battenberg, un’altra nipote della regina Vittoria e prima cugina di Alessandra Feodorovna, madre di zarevič Alessio Romanov, fu anch’essa una portatrice del gene dell’emofilia: sposò il re Alfonso XIII di Spagna e due dei suoi figli nacquero emofiliaci.

Nel 2004 i discendenti regnanti, ex-regnanti e pretendenti di Vittoria sono: Elisabetta II regina britannica, Harald V re diNorvegiaCarlo XVI Re di SveziaMargherita II regina di DanimarcaJuan Carlos re di SpagnaCostantino II re di Grecia(deposto) Michele re di Romania (deposto) e Amedeo di Savoia, duca d’Aosta (pretendente).

La regina Vittoria fu impopolare durante i primi anni della vedovanza, ma divenne estremamente amata durante gli anni “80“90. Nel 2002 la BBC condusse una ricerca sui 100 Britannici più importanti e Vittoria ottenne il diciottesimo posto.

Le innovazioni che furono introdotte durante il Regno di Vittoria includono: il francobollo, il primo dei quali fu il celeberrimoPenny Black (prodotto nel 1840, riproducente un’immagine della Regina) e il trasporto ferroviario.[129]

Nome e stendardo[modifica | modifica wikitesto]

Stendardo reale britannico.

Il primo nome ufficiale come monarca fu “Vittoria Regina, per Grazia di Dio, del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda, Difensore della Fede”. La frase “Imperatrice d’India” fu aggiunta nel 1876.

Lo stendardo di Vittoria è così formato: Inquartato; I e IV quarto: di rosso ai tre leoni passanti d’oro (per l’Inghilterra); II quarto: d’oro al leone rampante di rosso con bordo fiorito e controfiorito pure di rosso (per la Scozia); III quarto: d’azzurro all’arpa d’oro con corde d’argento (per l’Irlanda). Questo stendardo è stato utilizzato da ogni sovrano britannico da Vittoria in poi.

Luoghi dedicati a Vittoria[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Victoria.

Molti luoghi sono stati dedicati alla memoria di Vittoria, lo stato australiano di Vittoria, la capitale della Columbia BritannicaVictoria e quella della Provincia Canadese del Saskatchewan, Regina. Inoltre la città di Port Victoria capitale delleSeychelles, il più grande lago Africano, il Lago Vittoria, e le Cascate Vittoria, che sono le più grandi al mondo. A Londra c’è il Victoria and Albert Museum.

La statua della Regina Vittoria a La VallettaMalta.

Monumenti a Vittoria[modifica | modifica wikitesto]

La regina Vittoria rimane il monarca britannico più commemorato nella storia, con statue che vennero erette in sua memoria in tutto l’impero. La statua più grande è quella di fronte a Buckingham Palace che fu eretta come parte del rifacimento della facciata del palazzo una decade dopo la sua morte.

La statua che ha avuto una storia più controversa è quella che fu eretta a Kildare Street davanti a Leinster House a Dublino, l’allora quartier generale della Royal Dublin Society. Fu inaugurata da Re Edoardo VII. Nel 1924, dopo aver affittato la proprietà per scopi parlamentari, il palazzo fu comprato e convertito nella sede del Dail Eireann, il parlamento del Libero stato d’Irlanda. Dopo molte discussioni sull’opportunità di avere di fronte alla sede del parlamento una statua della Regina della carestia, la statua venne spostata nel1947. Dopo decenni di declino la statua fu regalata all’Australia negli anni ottanta. Un monumento molto significativo è quello eretto a Calcutta in India, il Victoria Memorial Hall: una grande costruzione in marmo, progettata secondo uno stile che si rifà al rinascimento italiano ma anche al moghul, circondata da giardini e inaugurata nel 1921.

Va citata la statua della regina a La Valletta, al centro dell’omonima piazza, a Malta.

Discendenti[modifica | modifica wikitesto]

Nome Nascita Morte Note
Vittoria, principessa reale 21 novembre1840 5 agosto1901 sposata 1858Federico III, imperatore di Germania e re di Prussia; ebbero figli
Re Edoardo VII 9 novembre1841 6 maggio1910 sposato 1863principessa Alessandra di Danimarca; ebbero figli
Alice 25 aprile1843 14 dicembre1878 sposata 1862Luigi IV, granduca d’Assia e del Reno; ebbero figli
Alfredo, duca di Sassonia-Coburgo e Gotha e duca di Edimburgo 6 agosto1844 31 luglio1900 sposato 1874, granduchessa Marija Aleksandrovna Romanova; ebbero figli
Elena 25 maggio1846 9 giugno1923 sposata 1866Federico Cristiano di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg; ebbero figli
Luisa 18 marzo1848 3 dicembre1939 sposata 1871John Douglas Sutherland Campbell, IX duca di Argyll; non ebbero figli
Arturo, duca di Connaught e Strathearn 1º maggio1850 16 gennaio1942 sposato 1879Principessa Luisa Margherita di Prussia; ebbero figli
Leopoldo, duca di Albany 7 aprile1853 28 marzo1884 sposato 1882principessa Elena di Waldeck e Pyrmont; ebbero figli
Beatrice 14 aprile1857 26 ottobre1944 sposata 1885Enrico di Battenberg; ebbero 4 figli, di cui 2 maschi affetti da emofilia e un femmina portatrice sana

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Vittoria d’Inghilterra Padre:
Edoardo Augusto di Hannover
Nonno paterno:
Giorgio III d’Inghilterra
Bisnonno paterno:
Federico di Hannover
Trisnonno paterno:
Giorgio II d’Inghilterra
Trisnonna paterna:
Carolina di Brandeburgo-Ansbach
Bisnonna paterna:
Augusta di Sassonia-Gotha-Altenburg
Trisnonno paterno:
Federico II di Sassonia-Gotha-Altenburg
Trisnonna paterna:
Maddalena Augusta di Anhalt-Zerbst
Nonna paterna:
Carlotta di Meclemburgo-Strelitz
Bisnonno paterno:
Carlo Ludovico Federico di Meclemburgo-Strelitz
Trisnonno paterno:
Adolfo Federico II di Meclemburgo-Strelitz
Trisnonna paterna:
Cristiana Emilia di Schwarzburg-Sondershausen
Bisnonna paterna:
Elisabetta Albertina di Sassonia-Hildburghausen
Trisnonno paterno:
Ernesto Federico I di Sassonia-Hildburghausen
Trisnonna paterna:
Sofia Albertina di Erbach-Erbach
Madre:
Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
Nonno materno:
Francesco Federico di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
Bisnonno materno:
Ernesto Federico di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
Trisnonno materno:
Francesco Giosea di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
Trisnonna materna:
Anna Sofia di Schwarzburg-Rudolstadt
Bisnonna materna:
Sofia Antonia di Brunswick-Wolfenbüttel
Trisnonno materno:
Ferdinando Alberto II di Brunswick-Lüneburg
Trisnonna materna:
Antonietta Amalia di Brunswick-Wolfenbüttel
Nonna materna:
Augusta di Reuss-Ebersdorf
Bisnonno materno:
Enrico XXIV di Reuss-Ebersdorf
Trisnonno materno:
Enrico XXIX di Reuss-Ebersdorf
Trisnonna materna:
Sofia Teodora di Castell-Remlingen
Bisnonna materna:
Carolina Ernestina di Erbach-Schönberg
Trisnonno materno:
Giorgio Augusto di Erbach-Schönberg
Trisnonna materna:
Ferdinanda Enrichetta di Stolberg-Gedern

Ascendenza patrilineare[modifica | modifica wikitesto]

[mostra]

Ascendenza patrilineare

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Trattamenti di
Vittoria
Stemma
Regina del Regno Unito e Imperatrice d’India
Trattamento di cortesia Sua Maestà
Trattamento colloquiale Vostra Maestà
Trattamento alternativo Ma’am
24 maggio 1819 – 20 giugno 1837: Sua Altezza Reale la principessa Alessandrina Vittoria di Kent
20 giugno 1837 – 22 gennaio 1901: Sua Maestà la Regina
1º maggio 1876 – 22 gennaio 1901: Sua Maestà Imperiale la Regina-Imperatrice (nell’Impero Anglo-Indiano)
I trattamenti d’onore

Il monogramma personale della regina Vittoria.

Il monogramma personale della regina Vittoria e del principe Alberto.

Onorificenze inglesi[modifica | modifica wikitesto]

Sovrano dell'ordine della Giarrettiera - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’ordine della Giarrettiera
   
Gran maestro dell'ordine del Cardo - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’ordine del Cardo
   
Gran maestro dell'ordine di San Patrizio - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’ordine di San Patrizio
   
Sovrano dell'ordine del Bagno - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’ordine del Bagno
   
Gran maestro dell'ordine della Stella d'India - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’ordine della Stella d’India
   
Gran maestro dell'ordine della Corona d'India - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’ordine della Corona d’India
   
Gran maestro dell'ordine dei Santi Michele e Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’ordine dei Santi Michele e Giorgio
   
Gran maestro dell'ordine dell'Impero indiano - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’ordine dell’Impero indiano
   
Sovrano dell'Ordine reale vittoriano - nastrino per uniforme ordinaria Sovrano dell’Ordine reale vittoriano
   
Gran maestro dell'ordine reale di Vittoria ed Alberto - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’ordine reale di Vittoria ed Alberto
   
Gran maestro del Distinguished Service Order - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro del Distinguished Service Order
   
Gran maestro dell'Ordine al merito del Regno Unito - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro dell’Ordine al merito del Regno Unito
   
Gran maestro del Venerabile ordine di San Giovanni - nastrino per uniforme ordinaria Gran maestro del Venerabile ordine di San Giovanni
   
Dama di I classe dell'ordine familiare di Giorgio IV - nastrino per uniforme ordinaria Dama di I classe dell’ordine familiare di Giorgio IV
  — 1820

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Dama di gran croce dell'ordine del Leone d'oro (Granducato d'Assia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell’ordine del Leone d’oro (Granducato d’Assia)
   
Dama di gran croce dell'ordine imperiale di Pietro I (Impero del Brasile) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell’ordine imperiale di Pietro I (Impero del Brasile)
   
Dama di gran croce dell'ordine del Sigillo di Salomone (Impero d'Etiopia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell’ordine del Sigillo di Salomone (Impero d’Etiopia)
   
Dama di gran croce dell'ordine di Santa Caterina (Impero di Russia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell’ordine di Santa Caterina (Impero di Russia)
   
Dama dell'ordine di Santa Isabella (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’ordine di Santa Isabella (Portogallo)
   
Dama di gran croce con collare dell'ordine reale di Kamehameha I (Regno delle Hawaii) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce con collare dell’ordine reale di Kamehameha I (Regno delle Hawaii)
  — 1881
Dama di gran croce dell'ordine del principe Danilo I (Regno del Montenegro) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell’ordine del principe Danilo I (Regno del Montenegro)
   
Dama dell'ordine dell'Aquila nera (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama dell’ordine dell’Aquila nera (Regno di Prussia)
   
Dama di I classe dell'ordine di Luisa (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria Dama di I classe dell’ordine di Luisa (Regno di Prussia)
   
Dama nobile dell'ordine della regina Maria Luisa (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria Dama nobile dell’ordine della regina Maria Luisa (Spagna)
  — 23 novembre 1833[130]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hibbert, pp. 3-12.
  2. ^ Stratchey, pp. 1-17.
  3. ^ Hibbert, pp. 12-13.
  4. ^ Longford, p. 24.
  5. ^ Sitwell, p. 30.
  6. ^ Hibbert, p. 31.
  7. ^ Hibbert, p. 46.
  8. ^ Longford, p. 54.
  9. ^ Hibbert, p.19.
  10. ^ Marshall, p. 25.
  11. ^ Hibbert, p. 27.
  12. ^ Longford, pp. 35-38 e 118-119.
  13. ^ Marshall, p. 19.
  14. ^ Lacey, pp. 133-136.
  15. ^ Longford, p. 29.
  16. ^ St. Ayubin, p. 43.
  17. ^ Longford, p. 51.
  18. ^ Stratchey, p. 46.
  19. ^ Hibbert, p. 102.
  20. ^ Waller, pp. 363-364.
  21. ^ Hibbert, p..
  22. ^ St Aubyn, pp. 55-57.
  23. ^ Woodham-Smith, p. 140.
  24. ^ Stratchey, p. 50.
  25. ^ Hibbert, pp. 66-69.
  26. ^ St Aubyn, p. 76.
  27. ^ St Aubyn, p. 69.
  28. ^ Hibbert, p. 58.
  29. ^ St Aubyn, p. 63 e 96.
  30. ^ Hibbert, pp. 77-79.
  31. ^ Hibbert, p. 83.
  32. ^ St Aubym, p. 105.
  33. ^ St Aubyn, p. 107.
  34. ^ Heinz, p. 57.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

In inglese
  • Christopher Hibbert, Queen Victoria: A Personal History, Londra, HarperCollins, 2000, ISBN 0-00-638843-4.
  • Elisabeth Longford, Victoria R.I, Londra, Weidenfeld & Nicolson, 1964, ISBN 0-297-17001-5.
  • Doroty Marshall, The Life and Times of Queen Victoria, Londra, Weidenfeld & Nicolson, 1972 (ristampa 1992), ISBN 0-297-83166-6.
  • Giles St Aubyn, Queen Victoria: A Portrait, Londra, Sinclair-Stevenson, 1991, ISBN 1-85619-086-2.
  • Cecil Woodham-Smith, Queen Victoria: Her Life and Times 1819–1861, Londra, Hamish Hamilton, 1972, ISBN 0-241-02200-2.
  • Cecil Algernon, Queen Victoria and Her Prime Ministers, Londra, Eyre and Spottiswode, 1953.
  • T. E. May Farnborough, Constitutional History of England since the Accession of George the Third, Londra, Longmans, Green and Co., 1896.
  • Victoria, Encyclopaedia BritannicaURL consultato il 13 agosto 2014.
  • The Official Website of The British MonarchyURL consultato il 13 agosto 2014.
  • Stanley Weintraub, Albert: Uncrowned King, Londra, John Murray, 1997, ISBN 0-7195-5756-9.
In italiano
  • Karl Heinz Wocker, La Regina Vittoria, Milano, Garzanti, 1979.
  • Lytton Stratchey, La Regina Vittoria, Milano, Mondatori, 1930.
  • Simonetta Barbeglia, Alcune pagine dal giornale della vita di S.M. la Regina Vittoria nell’Alta Scozia (1862-1882). Storia di una traduzione, Journal of Anglo-Italian Studies, 2008.
  • Anka Muhlstein, Victoria Regina, Milano, Bompiani, 1970.
  • Edith Sitwell, La Regina Vittoria, Milano, Longanesi, 1979.
In Tedesco
  • Karina Urbach, Queen Victoria. Eine Biografie, Monaco, C.H. Beck, 2011.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda Successore Royal Standard of the United Kingdom.svg
Guglielmo IV 20 giugno 1837-22 gennaio 1901 Edoardo VII  
Predecessore Imperatrice d’India Successore British Raj Red Ensign.svg
Bahadur Shah II
come Imperatore Moghul
1º maggio 1876-22 gennaio 1901 Edoardo VII  
Predecessore Erede al trono britannico Successore Royal Hanover Inescutcheon.svg
Guglielmo, duca di Clarence e St Andrews
Poi sovrano col nome di Guglielmo IV
Erede presuntiva
18301837
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La Camera per i giovani

La Camera dei deputati organizza iniziative di comunicazione istituzionale e di formazione dirette ai giovani ed al mondo della Scuola, tese a far conoscere il funzionamento dell’Istituzione parlamentare ed avvicinare i giovani alle tematiche istituzionali e politiche.

“Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione”

Nel quadro delle iniziative rivolte al mondo della Scuola, la Camera e il Senato, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, propongono per l’anno scolastico 2014-2015 il progetto «Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione».
Il progetto didattico-educativo sui temi connessi alla storia costituzionale italiana, è rivolto a tutti gli istituti di istruzione superiore e si articola in un livello nazionale e in un livello regionale, secondo le modalità indicate nel sito del Ministero.
Finalizzata a tale progetto è la realizzazione della specifica piattaforma didatticasulla Costituzione italiana dei siti Internet della Camera e del Senato, costruita sul significato della Costituzione repubblicana e sulle iniziative di riforma. La piattaforma permette di consultare, in forma guidata ed organizzata su percorsi di ricerca, il vastissimo materiale di carattere storico-costituzionale custodito dai due rami del Parlamento.

Giornata di formazione a Montecitorio

Anche per l’anno scolastico 2014-2015, agli studenti che frequentano l’ultimo biennio delle scuole medie superiori è dedicato il programma realizzato in collaborazione con Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca,“Giornata di formazione a Montecitorio”. L’iniziativa, organizzata in due giornate, consente di vivere una vera e propria esperienza di vita parlamentare durante la quale gli studenti visitano le sedi della Camera, assistono ad una seduta dell’Assemblea, incontrano i membri di una Commissione parlamentare, con i quali discutono ed approfondiscono il loro lavoro di ricerca, ricevono informazioni sul concreto funzionamento della Camera dei deputati e visitano la Biblioteca.

Il Parlamento dei bambini

Con il sito “Il Parlamento dei bambini” (bambini.camera.it ) la Camera dei deputati ha aperto un canale di comunicazione innovativo fra le Istituzioni parlamentari e i più giovani. I visitatori hanno la possibilità, attraverso un divertente gioco, di vivere da protagonisti il cammino di una legge e contribuire, con l’invio di immagini e testi, alla costruzione del “Parlawiki” la piccola enciclopedia interattiva sul Parlamento pensata per i più giovani . In collegamento con il sito, anche per l’anno scolastico 2014-2015 la Camera lancia il concorso “Parlawiki. Costruisci il vocabolario della democrazia”. Il concorso è dedicato alle classi dell’ultimo anno delle scuole primarie e alle scuole secondarie di primo grado (vai al regolamento del concorso).

Visitare Palazzo Montecitorio

Le scuole, a partire dalle classi quinte delle elementari, possono chiedere di effettuare una visita guidata di palazzo Montecitorio.La visita consente di attraversare i principali luoghi in cui si svolge la vita politico-parlamentare, lungo un percorso guidato storico-architettonico, nonché ricevere informazioni, documentazione e materiale divulgativo.

Il Senato approva il disegno di legge delega per la riforma del mercato del lavoro

9 ottobre 2014​

Il Senato approva il disegno di legge delega per la riforma del mercato del lavoro

 

Il Senato ha approvato il disegno di legge che attribuisce al Governo deleghe in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro.

Il provvedimento passerà ora all’esame della Camera dei Deputati.