Archivi giornalieri: 17 settembre 2014

il manifesto

—  Piergiovanni Alleva, 16.9.2014

Lavoro . Ultimi posti per il “posto fisso”. Per tutti i contratti a termine stipulati prima del «decreto Poletti» ci sono solo 120 giorni di tempo per ottenere giustizia e lavoro. Poi non sarà più possibile. Ecco come fare in un piccolo vademecum

 

Quest’articolo è un po’ diverso dai nume­rosi altri che nel corso del tempo «il mani­fe­sto» ha gen­til­mente pub­bli­cato, per­ché per­se­gue un intento pra­tico, con­cre­tis­simo, che sovra­sta ogni rifles­sione di tipo teorico-critico. L’intento è quello di ren­dere coscienti e, per così dire, di «sve­gliare» le cen­ti­naia di migliaia di lavo­ra­tori pre­cari del set­tore pri­vato circa la pos­si­bi­lità, molto alta, di tra­sfor­mare, tra­mite una facile ver­tenza, il loro rap­porto di lavoro a ter­mine o di lavoro som­mi­ni­strato nel sospi­rato rap­porto di lavoro a tempo inde­ter­mi­nato.
Ma vogliamo avver­tirli, d’altra parte, anche della neces­sità di muo­versi e di agire subito. Ecco come.

Devono muo­versi subito, o comun­que entro 120 giorni da quando sca­drà (o è sca­duto) il loro ultimo con­tratto a ter­mine o di lavoro som­mi­ni­strato, sti­pu­lato prima del cosid­detto «Decreto Poletti».
Veniamo, dun­que, al punto che ci inte­ressa per for­nire le dovute spie­ga­zioni: fino alla Legge 16 mag­gio 2014 n. 78 (cosid­detto Jobs Act 1 o «Decreto Poletti»), vigeva la regola, tanto antica quanto civile e logica, che solo una esi­genza lavo­ra­tiva effet­ti­va­mente tem­po­ra­nea e ben spe­ci­fi­cata nel testo dello stesso con­tratto a ter­mine poteva ren­derne legit­tima la sti­pula, sic­ché, in man­canza sostan­ziale o for­male di que­sta «cau­sale» tem­po­ra­nea, il con­tratto si sarebbe tra­sfor­mato auto­ma­ti­ca­mente a tempo indeterminato.

Lo «stato dell’arte» della nostra Giu­ri­spru­denza fino al «Decreto Poletti» può essere rias­sunto, ad esem­pio, nella mas­sima della Cas­sa­zione n. 13992/2013 secondo cui «le ragioni di carat­tere tec­nico, pro­dut­tivo, orga­niz­za­tivo e sosti­tu­tivo a soste­gno dell’apposizione del ter­mine al con­tratto di lavoro devono essere spe­ci­fi­cate dal datore di lavoro in maniera cir­co­stan­ziata e pun­tuale in modo da con­sen­tire il con­trollo della con­nes­sione tra la durata tem­po­ra­nea della pre­sta­zione e l’utilizzazione del lavoratore».

Il fatto è, però, che negli ultimi dieci anni i datori di lavoro hanno assunto con con­tratto a ter­mine anche quando la tem­po­ra­neità dell’esigenza lavo­ra­tiva non c’era ed invero le assun­zioni a ter­mine sono state ogni anno circa l’80% del totale, men­tre le occa­sioni di lavoro effet­ti­va­mente tem­po­ra­nee sono state del 14%. Dun­que 5 con­tratti a ter­mine su 6 sono stati sti­pu­lati illegittimamente.

La ragione di que­sto uso «impro­prio» è una sola: si sti­pu­lava e si sti­pula il con­tratto a ter­mine anche quando l’esigenza pro­dut­tiva non è tem­po­ra­nea per tenere il lavo­ra­tore sotto il ricatto di un man­cato rin­novo e, della per­dita del posto di lavoro, senza nean­che biso­gno di licenziamento.

Ma que­sti datori cor­re­vano un note­vole rischio: che nei 120 giorni suc­ces­sivi alla sca­denza (come pre­vi­sto dall’art. 32 della legge 148/2010) il lavo­ra­tore impu­gnasse il con­tratto a ter­mine otte­nen­done la tra­sfor­ma­zione a tempo inde­ter­mi­nato ed invero le ver­tenze sono state migliaia, quasi sem­pre vit­to­riose per il lavoratore.

Il governo Renzi, con il cd. «Decreto Poletti», ha ora legit­ti­mato l’illegalità e il ricatto sui lavo­ra­tori san­cendo — con­tro ogni logica — che il con­tratto a ter­mine si può sti­pu­lare sem­pre, anche se l’esigenza lavo­ra­tiva non è tem­po­ra­nea (sono i cosid­detti con­tratti a ter­mine «acau­sali») con l’evidente intento di sosti­tuire man mano i «vec­chi» con­tratti a ter­mine impu­gna­bili e tra­sfor­ma­bili a tempo inde­ter­mi­nato, con i nuovi con­tratti «acau­sali» e per­ciò non impugnabili.

In que­sto piano c’è, però, per così dire, una crepa, in quanto i «vec­chi» con­tratti ante — Decreto Poletti comin­ciano a sca­dere ora e sca­dranno man mano, nei mesi futuri secondo le sca­denze sta­bi­lite, e restano, per­tanto impu­gna­bili nei 120 giorni successivi.

Ecco per­ché par­liamo di «ultima occa­sione»: pro­prio per­ché sono gli ultimi impugnabili.

Ad esem­pio, se il vec­chio con­tratto ante — Decreto Poletti è già sca­duto il 31 ago­sto 2014 vi è tempo per impu­gnarlo entro il dicem­bre 2014; se sca­drà, poniamo il 30 novem­bre 2014 potrà essere impu­gnato entro il marzo 2015; se sca­drà nell’aprile 2015 potrà essere impu­gnato entro l’agosto 2015 e così via.

Ovvia­mente sarà meglio non ridursi all’ultimo giorno, anche per­ché per l’impugnazione basta una let­tera rac­co­man­data, e se poi il datore non venisse a pat­teg­giare, con­scio del suo torto, nei 180 giorni suc­ces­sivi si può adire il giu­dice, come migliaia di lavo­ra­tori hanno già fatto con suc­cesso in que­sti anni.

Ecco, dun­que, il mes­sag­gio che man­diamo ai tanti lavo­ra­tori con con­tratto di lavoro a ter­mine o som­mi­ni­strato nel set­tore pri­vato dell’economia: fate con­trol­lare fin d’ora da un sin­da­cato o da un avvo­cato la rego­la­rità del vostro con­tratto pre­ca­rio ante — Decreto Poletti, e se risul­terà, come è molto pro­ba­bile, irre­go­lare, pre­pa­rate l’impugnazione da spe­dire entro il ter­mine ricor­dato di 120 giorni dalla ces­sa­zione del con­tratto stesso.

Per voi potrebbe essere que­sta l’ultima occa­sione di otte­nere un rap­porto a tempo inde­ter­mi­nato ed occorre per­tanto vin­cere ogni ritro­sia, ogni pre­giu­di­zio e ogni sospetto verso sin­da­cati, legali e ver­tenze, per­ché la posta in gioco è dav­vero troppo grande: si tratta di sal­va­guar­dare il vostro futuro, bat­tendo in brec­cia la volontà del governo Renzi (e della troika) di con­dan­nare le nuove gene­ra­zioni al lavoro «usa e getta».

Un’ultima avver­tenza: quanto detto vale per i pre­cari del set­tore pri­vato men­tre per i pre­cari del pub­blico impiego i pro­blemi sono diversi, visto che lì il prin­ci­pio dello tem­po­ra­neità dell’esigenza resta per legge, ma la giu­ri­spru­denza non con­sente, per lo più, la tra­sfor­ma­zione a tempo inde­ter­mi­nato, con­ce­dendo solo un risar­ci­mento del danno. Ai pre­cari pub­blici dovremo dedi­care, quindi un altro spe­ci­fico inter­vento sulle colonne de «il manifesto».

 

 

La scuola italiana in Sardegna? E’ rivolta a un alunno che non c’e’

17/09/2014, 09:29 | Di Francesco Casula | Categoria: Attualità

La scuola italiana in Sardegna? E’ rivolta a un alunno che non c’e’

di Francesco Casula

Inizia l’anno scolastico e le fanfare renziane, annunciano e promettono mirabolanti riforme della Scuola che, finalmente si dovrebbe avviare verso magnifiche sorti e progressive. Temo che rimarranno tali: annunci e promesse. Magari con ulteriori dosi di privatizzazione e di “modernizzazione”: di inglese e computer. Certo non risolveranno i drammatici problemi da cui è afflitta ormai da decenni: specie per quanto attiene alla Sardegna, caratterizzata com’è da un enorme “buco nero”. La scuola italiana in Sardegna infatti è rivolta a un alunno che non c’è: tutt’al più a uno studente metropolitano, nordista e maschio. Dunque non a un sardo. E’ una scuola che con i contesti sociali, ambientali, culturali e linguistici degli studenti non ha niente a che fare. Nella scuola la Sardegna non c’è: è assente nei programmi, nelle discipline, nei libri di testo, nell’organizzazione. Si studia Orazio Coclite, Muzio Scevola e Servio Tullio: fantasie con cui Tito Livio intende esaltare e mitizzare Roma. Non si studia invece – perché lo storico romano non poteva scriverlo – che i Romani fondevano i bronzetti nuragici per modellare pugnali e corazze; per chiodare giunti metallici nelle volte dei templi; per corazzare i rostri delle navi da guerra. Nella scuola si studia qualche decina di Piramidi d’Egitto, vere e proprie tombe di cadaveri di faraoni divinizzati, erette da migliaia di schiavi, sotto la frusta delle guardie; ma non si studiano le migliaia di nuraghi, suggestivi monumenti alla libertà, eretti da migliaia comunità nuragiche indipendenti e federate fra loro. Si studia Napoleone, piccolo e magro, resistentissimo alla fatica, ma non si spende una sola parola per ricordare che il tiranno corso, venuto in Sardegna, bombardò La Maddalena e fu sconfitto. Si studia insomma l’Italia dalle amate sponde e dell’elmo di Scipio, ma la Sardegna, con le sue vicissitudini storiche, le dominazioni, la sua civiltà e i suoi tesori ambientali, culturali e artistici è del tutto assente: un diplomato sardo e spesso persino un laureato, esce dalla scuola senza sapere nulla dell’architettura nuragica, della Carta De Logu, di Salvatore Satta e della lingua sarda. Provate a chiedere a uno studente sardo che esca da un liceo artistico, cosa conosce di una civiltà e di un’architettura grandiosa come quella nuragica, sicuramente fra la più significative dell’intero Mediterraneo; provate a chiedere a uno studente del liceo classico cosa sa della parentela fra la lingua sarda e il latino; provate a chiedere a uno studente di un Istituto tecnico per ragionieri e persino a un laureato in Giurisprudenza cosa conosce di quel monumentale codice giuridico che è la Carta de Logu di Eleonora d’Arborea. Vi rendereste conto che la storia, la lingua e la civiltà complessiva dei Sardi dalla Scuola ufficiale è stata non solo negata ma cancellata. Permane infatti una scuola monoculturale e monolinguistica, negatrice delle specificità, tutta tesa allo sradicamento degli antichi codici culturali e basata sulla sovrapposizione al “periferico” di astratti paradigmi e categorie che le grandi civiltà avrebbero voluto irradiare verso le civiltà inferiori. Questa scuola ha prodotto in Sardegna, soprattutto negli ultimi decenni, giovani che ormai appartengono a una sorta di area grigia, a una terra di nessuno. Apprendono l’italiano a scuola ma soprattutto grazie ai media: ma si tratta di una lingua stereotipata, gergale, banale, una lingua di plastica, inodore, insapore e incolore.

Ma una scuola monoculturale e monolinguistica produce effetti ancor più gravi e devastanti a livello psicologico e culturale. Da decenni infatti la pedagogia moderna più attenta e avveduta ritiene che la lingua materna e i valori alti di cui si alimenta siano i succhi vitali, la linfa, che nutrono e fanno crescere i bambini senza correre il gravissimo pericolo di essere collocati fuori dal tempo e dallo spazio contestuale alla loro vita. Solo essa consente di saldare le valenze e i prodotti propri della sua cultura ai valori di altre culture. Negando la lingua materna, non assecondandola e coltivandola si esercita grave e ingiustificata violenza sui bambini, nuocendo al loro sviluppo e al loro equilibrio psichico. Li si strappa al nucleo familiare di origine e si trasforma in un campo di rovine, la loro prima conoscenza del mondo. I bambini infatti – ma il discorso vale anche per i giovani studenti delle medie e delle superiori – se soggetti in ambito scolastico a un processo di sradicamento dalla lingua materna e dalla cultura del proprio ambiente e territorio, diventano e risultano insicuri, impacciati, “poveri” sia culturalmente che linguisticamente. Ma c’è di più: la presenza della lingua materna e della cultura locale nel curriculum scolastico non si configurano come un fatto increscioso da correggere e controllare ma come elementi indispensabili di arricchimento, di addizione e non di sottrazione, che non “disturbano” anzi favoriscono lo sviluppo comunicativo degli studenti perché agiscono positivamente nelle psicodinamiche dello sviluppo. Antonella Sorace, che insegna Linguistica acquisizionale all’Università di Edimburgo, dove ha creato un centro di informazione, Bilingualism Matters,(con filiali in tutta Europa, una ha operato anche in Sardegna) e che diffonde gli esiti delle ricerche fra i non addetti ai lavori, ha scritto che : “Un bambino che parla più lingue ha la mente più flessibile. È più capace di gestire conflitti tra informazioni diverse e selezionare ciò che conta”. E continua: “Un bambino plurilingue è anche più capace di comprendere il punto di vista altrui. Dietro ogni lingua c’è un modo di pensare, un’intera cultura: i bambini plurilingui lo percepiscono,gli adulti spesso no. Ma ci sono aspetti sociali rilevanti. Un bimbo circondato da persone che svalutano una delle lingue, magari perché la credono inutile e superata, come accade in Sardegna, crescerà meno motivato a parlarla”.

Lavoro e fisco 17/09/2014

       

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ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE17/09/2014

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 settembre 2014, n. 19053FISCALE

Consorzi di bonifica sono soggetti all’Ici per i beni demaniali posseduti in funzione delle opere integrali di bonifica

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 settembre 2014, n. 19396LAVORO

Contratti collettivi nazionali di lavoro – Deroga in peius – Indennità per trasferta lavorativa – Efficacia nei confronti dei dipendenti non iscritti alle organizzazioni sindacali

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 16 settembre 2014, n. 19499FISCALE

Tributi – Imposte indirette – Imposta di registro – Atti giudiziari – Decreto ingiuntivo fattispecie

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 16 settembre 2014, n. 19507LAVORO

Azienda trasporto locale – Conducente – Soppressione della figura del bigliettaio – Venti minuti di paga oraria in più – Accordo regionale del 1988

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 16 settembre 2014, n. 37851FISCALE

Reati fiscali – Dichiarazione infedele – Sequestro preventivo per equivalente – Presunzioni tributaria – Insufficienza

LEGISLAZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE

PROVVEDIMENTO

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 16 settembre 2014, n. 116926/2014FISCALE

Individuazione del responsabile dell’accessibilità informatica dell’Agenzia delle Entrate

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO FINANZE – Decreto ministeriale 11 settembre 2014FISCALE

Modalità di individuazione, attraverso separata contabilizzazione, del maggior gettito da riservare all’Erario, ai sensi dell’articolo 1, comma 508, della legge 27 dicembre 2013, n. 147

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Decreto ministeriale 25 luglio 2014, n. 136LAVORO, FISCALE

Regolamento recante modifiche al decreto 28 aprile 2008, n. 98 che disciplina le condizioni e le modalità di amministrazione, di intervento e di rendiconto del Fondo di garanzia per le vittime della strada e del Fondo di garanzia per le vittime della caccia, nonché composizione dei relativi comitati, ai sensi degli articoli 285 e 303 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209

PRASSI

AGENZIA DELLE DOGANE

COMUNICATO

AGENZIA DELLE DOGANE – Comunicato 12 settembre 2014FISCALE

Progetto CARGO: Sdoganamento in mare e Trasferimenti di magazzino

AGENZIA DELLE DOGANE – Comunicato 15 settembre 2014FISCALE

Determinazione del valore in dogana – Elemento assicurativo

NOTA

AGENZIA DELLE DOGANE – Nota 12 settembre 2014, n. 101584/RUFISCALE

Comunicato agli esportatori ed ai rappresentanti in dogana misure restrittive verso la Russia e la Crimea

AGENZIA DELLE ENTRATE

RISOLUZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 16 settembre 2014, n. 84/EFISCALE

Interpello – Imposta di bollo applicabile agli estratti di conto corrente e alle rendicontazioni relative a rapporti di deposito titoli inviati dalle banche nell’ambito del Servizio di Tesoreria

INAIL

CIRCOLARE

INAIL – Circolare 16 settembre 2014, n. 42LAVORO

Assegno di incollocabilità: rivalutazione dell’importo mensile a decorrere dal 1° luglio 2014.

INPS

CIRCOLARE

INPS – Circolare 17 settembre 2014, n. 105LAVORO

Convenzione per adesione tra l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e l’Ente Bilaterale Autoscuole e Studi (in breve EBAS) avente ad oggetto la riscossione dei contributi da destinare al finanziamento dell’Ente Bilaterale

MESSAGGIO

INPS – Messaggio 16 settembre 2014, n. 7044LAVORO

Lettera circolare del Ministero del Lavoro n. 14974/2014-contratti a tempo determinato-limitazioni numeriche

MINISTERO GIUSTIZIA

COMUNICATO

MINISTERO GIUSTIZIA – Comunicato 16 settembre 2014LAVORO, FISCALE

Mancata conversione del decreto-legge 16 luglio 2014, n. 100, recante: «Misure urgenti per la realizzazione del piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria per le imprese sottoposte a commissariamento straordinario».

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE17/09/2014

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE17/09/2014

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 settembre 2014, n. 19396COOPERATIVE, EDILIZIA

Contratti collettivi nazionali di lavoro – Deroga in peius – Indennità per trasferta lavorativa – Efficacia nei confronti dei dipendenti non iscritti alle organizzazioni sindacali

PRASSI

INPS

MESSAGGIO

INPS – Messaggio 16 settembre 2014, n. 7044COOPERATIVE, EDILIZIA

Lettera circolare del Ministero del Lavoro n. 14974/2014-contratti a tempo determinato-limitazioni numeriche

MINISTERO GIUSTIZIA

COMUNICATO

MINISTERO GIUSTIZIA – Comunicato 16 settembre 2014COOPERATIVE, EDILIZIA

Mancata conversione del decreto-legge 16 luglio 2014, n. 100, recante: «Misure urgenti per la realizzazione del piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria per le imprese sottoposte a commissariamento straordinario».

Rassegna stampa del 17/09/2014

Rassegna stampa
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Rassegna stampa del 17/09/2014
 

San Roberto Bellarmino

San Roberto Bellarmino


San Roberto Bellarmino

Nome: San Roberto Bellarmino
Titolo: Vescovo e dottore della Chiesa
Ricorrenza: 17 settembre

S. Roberto Bellarmino nacque a Montepulciano il 4 ottobre del 1542 da Cinzia Cervini, sorella del Papa Marcello II e da Vincenzo Bellarmino. Affezionato al le cose di Dio, amava poco i trastulli infantili; ripeteva ai fratellini le prediche udite e spiegava ai contadinelli i primi elementi del catechismo. Fatta con angelico fervore la sua Prima Comunione, prese, contro l’uso di quel tempo, a comunicarsi ogni domenica, con edificazione di tutti. 

Iniziati gli studi mostrò subito la sua straordinaria acutezza e penetrazione d’ingegno accoppiata ad una insaziabile avidità d’imparare. E poiché suo padre, che intendeva farne un compito gentiluomo, volle che aggiungesse allo studio delle lettere anche l’arte del canto e della musica, egli ingenuamente sostituiva con parole sacre qualunque verso lubrico che incontrasse ripetendo con franchezza a chi si meravigliava : « La mia voce non si presta a cantare cose che non siano pure ». 

Mentre egli faceva grandi progressi nella virtù e nel sapere, il padre andava riponendo in lui le più belle e lusinghiere speranze, ma Roberto la pensava ben diversamente. Conscio dell’importanza della salvezza dell’anima, dopo un anno di lotta contro il padre, ottenne di entrare nella Compagnia di Gesù. 

Dopo il noviziato nel 1561 si trasferì per il corso di filosofia al Collegio Romano. Ma dolorose prove non ritardarono a farsi sentire: lo colse un ostinato esaurimento di forze ed un acuto dolore di testa. Ciononostante, docile, rassegnato e paziente riuscì il primo della classe. Indi fu mandato come insegnante a Firenze e a Mondovì. 

Nel 1567 andò a Padova per gli studi di teologia, durante i quali predicò a Venezia e a Genova. Pochi anni dopo fu inviato nell’Università di Lovanio, ove fu professore, e là nel 1570 celebrava l• sua prima Messa. 

Gregorio XIII aveva deciso che nel Collegio Romano s’istituisse una cattedra di carattere polemico per difendere dagli assalti degli avversari le verità della fede e per questa fu prescelto Roberto che, per la sua monumentale opera, le « Controversie », fu detto il Martello degli eretici. 

Tra tutta la sua attività rifulge quanto fece per il catechismo, che, già cardinale, non disdegnava insegnare ai familiari ed al popolo. Fu padre spirituale di S. Luigi, ebbe relazioni con S. Realino e fu provinciale a Napoli. Tutto ciò, unito ad una grande santità, aveva attirato su di lui gli occhi di tutti e Clemente VIII, nonostante la ripugnanza del Santo, lo fece cardinale, arcivescovo di Capua, ove fu prodigo di cure e carità a tutti, ma specialmente ai poveri. 

Nel 1621, abbandonato l’appartamento cardinalizio, si ritirava nella casa del Noviziato di S. Andrea al Quirinale ove si preparò alla morte, E confortato dalla benedizione di Gregorio XV, dopo aver recitato con grande pietà e fede il Credo, spirava, portando al tribunale divino illesa la candida stola battesimale. Era il 17 settembre 1621. 

S. Roberto fu pure un grande scrittore : scrisse ben 31 opere tra le quali spiccano maggiormente: le « Controversie », il « Catechismo », « Le ascensioni spirituali della mente in Dio » e l’« Arte del ben morire »: perciò Pio XI lo dichiarò Dottore della Chiesa. 

PRATICA. Ci siano di guida queste parole del Santo: « Procura di non mandar nessun povero scontento: se ho poco, dò poco, se avrò di più, darò di più… ». 

PREGHIERA. O Dio, che per respingere le insidie dell’errore e per difendere i diritti della Sede Apostolica, concedesti mirabile dottrina e forza al tuo beato Pontefice e dottore Roberto, per i suoi meriti ed intercessione fa’ che noi cresciamo nell’amore della verità e che gli, erranti ritornino nell’unità della tua Chiesa.

sindacali europei

Cgil: 6 ottobre a Roma, vertice leader sindacali europei

Vertice dei leader sindacali dei paesi europei il prossimo 6 ottobre a Roma. E’ quanto deciso ieri a Copenaghen alla riunione del comitato di direzione della Confederazione europea dei sindacati sulla base di una proposta di Cgil, Cisl e Uil. A darne notizia è il responsabile del segretariato Europa dell’organizzazione di corso d’Italia, Fausto Durante.

Questo vertice sindacale, spiega Durante, “nel pieno del semestre di presidenza italiana dell’Ue e in vista di importanti appuntamenti europei dedicati al lavoro e alla crescita, sarà l’occasione per presentare le proposte del sindacato italiano ed europeo di cambio delle politiche di austerità e rigore, di piano straordinario europeo di investimenti per l’occupazione e il rilancio produttivo e industriale dell”Europa, di lotta alla disoccupazione e alle disuguaglianze sociali”.

I principali leader dei sindacati in Europa saranno a Roma il 6 ottobre anche, aggiunge Durante, “per ribadire la necessità di un coinvolgimento sempre maggiore delle parti sociali nel processo decisionale a livello nazionale ed europeo e per lanciare alla presidenza italiana, alla Commissione Ue appena designata e al presidente Juncker, il messaggio che il dialogo sociale e il sistema di relazioni proprio del modello europeo non può essere smantellato e, anzi, va rilanciato come una delle chiavi per la ripresa economica e per il rilancio dell”idea dell”integrazione dei diritti e delle condizioni di lavoro in Europa. Sarà questo il segnale che, su impulso unitario del sindacato italiano, il movimento dei lavoratori lancerà il 6 ottobre per il futuro dell’Europa”, conclude.

Indennità di volo con contributi figurativi

La misura agevolativa, contenuta nell’art. 28 del cosiddetto Decreto sblocca Italia (Dl 133/14), decollata all’inizio di quest’anno e che si doveva concludere al termine del 2014, si estende al triennio 2015-17. I lavoratori, tuttavia, non avranno alcun danno alla pensione in quanto continuerà a operare l’accredito figurativo ai fini pensionistici pari al 50% dell’indennità esentata.

Cos’è l’indennità di volo – Il codice della navigazione stabilisce che al personale di volo e a quello che viene temporaneamente comandato a prestare servizio a bordo, oltre alla retribuzione pattuita, debba essere corrisposta un’indennità di volo nella misura stabilita dai contratti collettivi di lavoro e in mancanza dagli usi. L’ammontare di tale emolumento è oggi definito da quasi tutti i Ccnl che regolano i rapporti con il personale interessato. Ai fini dell’assoggettamento contributivo e fiscale di tale emolumento, fino al 31 dicembre 2013, si sono applicate le disposizioni armonizzate contenute nell’articolo 51, comma 6, del Dpr 917/86 (Tuir). Sia per l’aspetto fiscale, sia per quello previdenziale, sono valse le stesse regole: esenzione al 50 per cento. Per il 2014, l’articolo 13, del Dl 145/13 (legge 9/14) ne ha introdotto per la prima volta l’esenzione al 100% ai soli fini contributivi.

Se il contenuto della disposizione non verrà eliminato o modificato in sede di conversione del Dl 133/14, anche per gli anni 2015, 2016 e 2017, in conseguenza della richiamata diposizione, l’indennità di volo continuerà a ricevere un trattamento differenziato: dal punto di vista fiscale continuerà ad applicarsi l’esenzione pari al 50%, mentre sul fronte previdenziale non sarà dovuto alcun contributo. Va osservato che l’esenzione contributiva è circoscritta alle sole indennità di volo e non si estende alle indennità di navigazione del settore marittimo.

Come precisato dall’Inps nella circolare 48/14 , con cui l’Istituto ha fornito le istruzioni per l’applicazione dell’esenzione relativa al corrente anno, l’esenzione totale non fa venir meno il rispetto del minimale che, quindi, le aziende dovranno continuare a rispettare. Come già accennato, anteriormente all’esenzione totale, l’indennità di volo subiva un trattamento particolare, essendo assoggettata a prelievo contributivo soltanto sulla metà della stessa. Di conseguenza, il dipendente interessato riceveva un accredito calcolato su un importo dimezzato (lo stesso su cui si versavano i contributi). L’introduzione dell’esenzione al 100% avrebbe finito per penalizzare i lavoratori, che sarebbero rimasti privi di copertura. Per questo motivo – il Dl 145/13 prima e la nuova norma ora – prevedono che si proceda a un accredito figurativo calcolato in base al 50% dell’indennità di volo corrisposta al dipendente, in modo tale che per il lavoratore, ieri come oggi, si realizzi comunque un incremento del fondo individuale in misura pari ai contributi (figurativi) calcolati sulla metà dell’indennità

ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE16/09/2014

GIURISPRUDENZA

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 11 settembre 2014, n. 4637LAVORO

Rinnovo permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato – Mancanza dei requisiti soggettivi

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 11 settembre 2014, n. 4638LAVORO

Rinnovo del permesso di soggiorno

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 17 luglio 2014, n. 3817LAVORO, FISCALE

Tributi – Applicazione dell’addizionale comunale IRPEF anno 2013 – Modifica dell’aliquota in vigore nell’anno 2012 – Deliberazione adottata oltre il termine perentorio del 30 novembre 2013 – Illegittimità della delibera – Annullamento

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 settembre 2014, n. 37730LAVORO, FISCALE

Tributi – Reati fiscali – Omesso versamento ritenute e IVA – Pagamento degli stipendi ai dipendenti – Mancato versamento delle ritenute al fisco – Prova – Modello 770 – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 settembre 2014, n. 19394LAVORO, FISCALE

Contratto di agenzia – Attività di informatore medico-scientifico – Canoni del lavoro subordinato – Soggezione a determinati controlli o direttive

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 settembre 2014, n. 19406LAVORO, FISCALE

Professioni liberali – Avvocato e procuratore – Attività stragiudiziale – Compenso – Individuazione del valore

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 settembre 2014, n. 19464FISCALE

Tributi – Tassa di concessione governativa – Utilizzo telefoni cellulari in regime di abbonamento – Comune – Soggettività passiva – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 settembre 2014, n. 37712LAVORO, FISCALE

Società – Responsabilità amministrativa di persone giuridiche – Sanzioni amministrative interdittive – Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione – Cambio di amministrazione della società – Disapplicazione della sanzione interdittiva – Non sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 settembre 2014, n. 37749FISCALE

Tributi – Reati tributari – Dichiarazione infedele – Indicazione di elementi attivi inferiori ed elementi passivi fittizi – Prove – Accertamento induttivo

LEGISLAZIONE

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO FINANZE – Decreto ministeriale 17 luglio 2014LAVORO, FISCALE

Individuazione e attribuzioni degli Uffici di livello dirigenziale non generale dei Dipartimenti del Ministero dell’economia e delle finanze, in attuazione dell’articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 febbraio 2013, n. 67

MINISTERO LAVORO – Decreto ministeriale 07 maggio 2014LAVORO, FISCALE

Ripartizione delle risorse finanziarie affluenti al Fondo per le non autosufficienze, per l’anno 2014

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Decreto ministeriale 09 settembre 2014FISCALE

Chiusura dei termini di presentazione delle domande di agevolazione in favore di programmi di sviluppo sperimentale, comprendenti eventualmente anche attività non preponderanti di ricerca industriale, delle imprese operanti nel territorio del cratere sismico aquilano

PRASSI

AGENZIA DELLE DOGANE

NOTA

AGENZIA DELLE DOGANE – Nota 15 settembre 2014, n. 101016FISCALE

Pagamento dei diritti doganali mediante bonifico bancario o postale

AGENZIA DELLE ENTRATE

RISOLUZIONE

AGENZI DELLE ENTRATE – Risoluzione 15 settembre 2014, n. 83/ELAVORO, FISCALE

Istituzione della causale contributo per la riscossione, tramite modello F24, dei contributi a favore dell’Ente Bilaterale Piccole Imprese e Cooperative in breve “E.BI.P.I.C.”

INPS

MESSAGGIO

INPS – Messaggio 15 settembre 2014, n. 7022LAVORO, FISCALE

Pagamento di fatture in formato cartaceo. Chiarimenti.

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

INTERPELLO

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Interpello 15 settembre 2014, n. 22LAVORO

Interpello ai sensi dell’art. 9 del D.Lgs. n. 124/2001 – Art. 18, comma 2, L. n. 68/1999 – Cambio appalto – Computabilità orfani.

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Interpello 15 settembre 2014, n. 23LAVORO

Art. 9, D.Lgs. n. 124/2004 – congedo per assistenza disabili in situazione di gravità – fruizione del congedo da parte dei genitori del disabile in presenza di convivente del disabile – art. 42, D.Lgs. n. 151/2001.

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Interpello 15 settembre 2014, n. 24LAVORO

Art. 9, D.Lgs. n. 124/2004 – disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato di cui al D.Lgs. n. 368/2001 ai contratti di arruolamento a tempo determinato ed “a viaggio”.

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Interpello 15 settembre 2014, n. 25LAVORO

Art. 9, D.Lgs. n. 124/2004 – Certificato penale del casellario giudiziale – D.Lgs. n. 39/2014 – Tirocinanti e/o lavoratori minorenni