Archivi giornalieri: 11 settembre 2014

LEGGI APPROVATE IN ATTESA DI PUBBLICAZIONE

LEGGI APPROVATE IN ATTESA DI PUBBLICAZIONE

Nel sito del Parlamento sono pubblicati i testi dei Progetti di legge approvati non promulgati o pubblicati, cioè i testi dei progetti di legge approvati definitivamente dal Parlamento, ma non ancora promulgati dal Presidente della Repubblica o pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, nonché i testi degli ultimi Decreti-Legge esaminati dalle Camere per la conversione in legge.

 

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Progetti di legge approvati non promulgati o pubblicati

  • Ratifica ed esecuzione del Protocollo concernente le preoccupazioni del popolo irlandese relative al Trattato di Lisbona, fatto a Bruxelles il 13 giugno 2012

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 3 Settembre 2014

    Iter e lavori preparatori
    C.1619 15 aprile 2014:
    approvato
    S.1455 3 settembre 2014:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Ratifica ed esecuzione del Protocollo facoltativo relativo al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, fatto a New York il 10 dicembre 2008

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 3 Settembre 2014

    Iter e lavori preparatori
    C.2085 4 giugno 2014:
    approvato
    S.1510 3 settembre 2014:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Sud Africa in materia di cooperazione di polizia, fatto a Cape Town il 17 aprile 2012

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 3 Settembre 2014

    Iter e lavori preparatori
    C.2081 4 giugno 2014:
    approvato
    S.1513 3 settembre 2014:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo e dello Scambio di Lettere recanti modifiche alla Convenzione tra Italia e Lussemburgo intesa ad evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio ed a prevenire la frode e l’evasione fiscale, con Protocollo, del 3 giugno 1981, fatti a Lussemburgo il 21 giugno 2012

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 3 Settembre 2014

    Iter e lavori preparatori
    C.2082 4 giugno 2014:
    approvato
    S.1512 3 settembre 2014:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Ratifica ed esecuzione dello scambio di Note tra la Repubblica italiana e l’Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato (UNIDROIT) modificativo dell’articolo 1 dell’Accordo di sede tra l’Italia e l’UNIDROIT del 20 luglio 1967, come emendato con scambio di Note del 5-9 giugno 1995, fatto a Roma il 21 dicembre 2012

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 3 Settembre 2014

    Iter e lavori preparatori
    C.2099 4 giugno 2014:
    approvato
    S.1511 3 settembre 2014:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato

Osservatore Romano

La parola ripetuta

· Dal Brasile alla Corea ·

11 settembre 2014

Francesco ha parlato in Corea, ma anche in Brasile e in Terra Santa. Prima aveva parlato in Argentina. Dai suoi discorsi una parola ritorna più volte, come le onde sulla spiaggia: riconciliazione. La stessa parola che ripeteva quando era cardinale arcivescovo di Buenos Aires. Molti provano sconcerto perché c’è chi non solo non la vuole ascoltare, ma addirittura la rifiuta, rendendo la divisione più profonda e rispondendo al suo appello con quel rancore che genera la frammentazione.

Ma quest’uomo non si è mai rassegnato, ha continuato a ripetere quella parola anche se non volevano ascoltarla. Lo ha fatto allora, lo fa adesso. Lo fa perché sa che solo dopo essersi rincontrata la gente può tornare a costruire, che si tratti di una casa, di una città, di un paese, del mondo o della propria vita.

Per riconciliarsi è importante innanzitutto perdonare se stessi, per poter poi perdonare l’altro e costruire insieme a partire da uno sforzo comune. Noi argentini, che non abbiamo mai saputo perdonare noi stessi, difficilmente potremo farlo senza prima percorrere un lungo e doloroso cammino di rispetto reciproco.

Il tempo e le circostanze hanno messo quel cardinale là dove oggi è, e da lì ha ripetuto più volte la stessa parola ovunque si è recato: riconciliazione. Prima in Brasile, poi in Terra Santa, in Corea e tante volte dal Vaticano o in Italia. In Papa Francesco ci sono elementi che indicano una rotta, non visibile, ma spirituale. In un certo senso il cammino non esiste, a esistere è solo il punto di arrivo, l’obiettivo finale. Il cammino — come diceva un poeta a lui caro, Antonio Machado — si fa camminando.

La riconciliazione ha come base l’esistenza di una relazione fraterna che si è rotta. La Corea ne è un segno. Uno stesso popolo diviso a metà dove alcuni non si accontentano dei propri trionfi ma sembrano aver bisogno anche del fallimento degli altri per sentirsi bene, mantenendo così l’unica impresa che funziona a partire dal rancore: la guerra. La riunificazione è per il popolo coreano una ferita aperta che non si può rimarginare senza riconciliazione. Ma questa riunificazione non è diversa da quella di cui hanno bisogno altri popoli.

Sebbene dal punto di vista semantico guerra non sia il contrario di riconciliazione, lo è invece dal punto di vista pratico. Francesco si è recato in un’area di conflitto. In una zona dove sessantuno anni fa venne firmato un armistizio affinché non ci si continuasse a uccidere. Poi il nulla: la minaccia costante, le ripetute intimidazioni, l’inquietudine nel mantenimento della pace, temendo sempre la reazione imprevista dell’altro. È stato questo lo scenario scelto da Francesco per parlare di riconciliazione, per aprire la mano disarmata di fronte agli altri. Quella mano di cui non si può avere paura, mano aperta che aspetta quella dell’altro, mano che non è vuota, ma colma di pace.

I cattolici, i cristiani, i non cristiani, tutti coloro che in qualche modo seguono il Papa, guardano alle crisi in Ucraina, in Medio oriente, in Africa e pensano che Francesco non sia ascoltato. Ma in questo mondo globalizzato, al di là della divisione geografica, l’oggetto finale della salvezza continua a essere l’uomo, ed è l’uomo che Francesco invita alla riconciliazione. Probabilmente molti non riescono a capire la pazienza del seminatore, per il quale la parola non è un ordine ma un seme. Occorre attendere perché nasca e porti frutto.

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Manifestazione nazionale contro l’occupazione militare

 

02|2014 | NOVAS in ProgReS – Progetu Repùblica de Sardigna

Manifestazione nazionale contro l’occupazione militare

L’occupazione militare della Sardigna rappresenta un sopruso che dura da sessanta anni e che non siamo più disposti a tollerare.
La nostra terra è ridotta a un campo di sperimentazione militare in cui diventa lecita qualsiasi soglia di inquinamento e viene testata qualsiasi tecnica di sterminio.
Col passare del tempo lo Stato italiano intensifica il ritmo e il peso delle esercitazioni militari.
L’occupazione militare rappresenta la negazione più evidente della nostra sovranità nazionale e impedisce uno sviluppo socio-economico indipendente del nostro popolo, condannando la Sardigna all’infamante ruolo di area di servizio della guerra. Vogliamo che la Sardigna diventi un’isola di pace e che il suo territorio sia assolutamente indisponibile per le esercitazioni di guerra, di qualunque esercito (compreso quello italiano) e sia interdetto a qualunque attività o presenza connesse con chi usa la guerra per aggredire altri popoli o per crimini contro i civili, colpendo ospedali, scuole, rifugi per sfollati e abitazioni civili.  Chiediamo che la Sardigna sia immediatamente e per sempre interdetta all’aviazione militare israeliana. 
Invitiamo tutto il popolo sardo, le associazioni, i partiti e i comitati ad aderire e partecipare alla manifestazione indetta a Capo Frasca il prossimo 13 di settembre per pretendere a gran voce:
– Il blocco immediato di tutte le esercitazioni militari.
– Chiusura di tutte le servitù, basi e poligoni militari con la bonifica e la riconversione delle aree interessate.

CAPOFRASCA | SANT’ANONIO DI SANTADI | ORE 16:30 – 13.09.2014

Manifestada natzionale contra a s’ocupatzione militare

S’ocupatzione militare de sa Sardigna est un’abusu chi durat dae sessanta annos e chi non podimus suportare prus. Sa terra nostra l’ant fata diventare unu campu de isperimentatzione militare in ue est permissu cale si siat livellu de incuinamentu e in ue benint testadas unu muntone de tècnicas pro bochire sa gente. Prus est passende su tempus e prus s’istadu italianu est ismanniende su nùmeru e su pesu de sas esercitatziones militares. S’ocupatzione militare est sa negatzione prus ladina de sa soberania natzionale nostra e impedit a su pòpulu nostru de àere un’isvilupu sòtziu-econòmicu indipendente, cundennende sa Sardigna a s’impreu infame de àrea de servìtziu de sa gherra. Cherimus chi sa Sardigna siat un’ìsula de paghe e chi su territòriu suo non bèngiat impreadu prus pro sas esercitatziones de gherra de cale si siat esèrtzitu (su italianu cantu a sos àteros) e siat vietada in Sardigna cale si siat atividade o presèntzia de sos chi impreant sa gherra contra a sos àteros pòpulos o pro crìmines contra a sos tziviles bombardende ispidales, iscolas, domos e gente innotzente. Cherimus chi sa Sardigna siat vietada deretu e pro semper a s’aeronàutica militare israeliana. 
Tzerriamus totu su pòpulu sardu, is assòtzios, is partidos e is comitados a aderire e leare parte a sa manifestada chi b’at a èssere in Capo Frasca su 13 de cabudanni, pro nàrrere a boghe manna chi cherimus:
-Firmare deretu totu sas esercitatziones militares.
– Serrare totu sas servitù, sas bases e sos polìgonos militares cun sa bonìfica e sa ricunversione de is àreas interessadas.

 

Il comunicato ufficiale di adesione di ProgReS

ProgReS Progetu Repùblica aderisce alla manifestazione che si svolgerà il 13 settembre presso il poligono diCapo Frasca contro le servitù militari e contro l’occupazione del nostro territorio nazionale.

La partecipazione della nostra organizzazione a tale manifestazione assieme a tutta la società sarda, partiti e movimenti indipendentisti, ma anche assieme ad associazioni civiche e territoriali rappresenta un proseguo della battaglia che ProgReS porta avanti per lo smantellamento integrale dei poligoni militari italiani in Sardegna e per la bonifica delle aree compromesse dalla presenza dei suddetti.

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Segui l’evento su facebook con le indicazioni per raggiungere la sede della manifestazione

Al link seguente potrai accedere alla pagina dell’evento su facebook con tutte le indicazioni per raggiungere la sede della manifestazione e per seguire i commenti dei partecipanti. Clicca qua

Puoi inviarci anche la tua adesione via mail all’indirizzo di posta elettronica così potremmo organizzare meglio la presenza della nostra organizzazione a questo importante evento.

Invia una mail a info@progeturepublica.net con il tuo nome e i tuoi recapiti, ti ricontatteremo.

 

Pigliaru chiarisca i suoi “incontri informali” sulle servitù militari

Prendiamo atto delle risposte che il presidente Pigliaru ha fornito in merito alla ipotetica trattativa avviata con il Ministero della Difesa italiana sul problema delle servitù militari presenti in Sardegna. Le dichiarazioni del presidente oltre che essere incomplete (ha risposto solo a due dei cinque quesiti posti) risultano essereassolutamente vaghe e generiche ed, in buona sostanza, più che fugare i dubbi paiono confermare le nostre preoccupazioni.

 

 

 

ProgReS – Progetu Repùblica de Sardigna

info@progeturepublica.net

www.progeturepublica.net

Il 15 maggio 2014 il Parlamento ha convertito nella Legge n.78 del 16 maggio 2014, il Decreto Legge n. 34/2014, introducendo nuove misure innovative sul mercato del lavoro per favorire il rilancio dell’occupazione e semplificare gli adempimenti a carico delle imprese.

Al fine di consentire alle imprese, e a tutti coloro che sono alla ricerca di un’occupazione, di cogliere a pieno le opportunità che vengono offerte dalla legge e la migliore informazione sui suoi contenuti, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha realizzato la Campagna di comunicazione “Costruisci il tuo futuro”. La campagna sarà diffusa nei prossimi mesi attraverso un video istituzionale, uno spot televisivo e uno spot radiofonico.

Fra gli obiettivi principali della legge, infatti, proprio la semplificazione, attraverso un utilizzo più semplice e meno appesantito da obblighi burocratici del contratto a tempo determinato e del contratto di apprendistato, per renderli più coerenti con le esigenze attuali del contesto occupazionale e produttivo. La legge introduce, inoltre, la verifica per via telematica della regolarità contributiva (la cosiddetta smaterializzazione del Durc). Infine, è prevista la possibilità di una decontribuzione del 35% sui contratti di solidarietà, in modo da rendere più conveniente l’utilizzo di uno strumento che consente la salvaguardia dell’occupazione in presenza di situazioni di crisi.

Le principali novità introdotte dal decreto-legge 34/2014

 

  • Contratto di lavoro a tempo determinato

– si prevede che il contratto a tempo determinato possa essere stipulato, nell’ambito di complessivi 36 mesi, comprensivi di eventuali proroghe, senza l’indicazione di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo (c.d. causali);

– nell’ambito dei 36 mesi è possibile utilizzare complessivamente 5 proroghe (potendo in tal modo prolungare, oltre la scadenza inizialmente fissata, la durata di un contratto a termine ancora in corso), indipendentemente dal numero dei rinnovi;

– si consente al datore di lavoro di stipulare contratti a tempo determinato nel limite del 20 per cento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1° gennaio dell’anno di assunzione; per i datori di lavoro che occupano fino a 5 dipendenti è in ogni caso possibile stipulare almeno un contratto di lavoro a tempo determinato. Resta comunque ferma la possibilità per i contratti collettivi nazionali di lavoro, stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi, di individuare limiti quantitativi diversi per il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato;

– si prevede che il limite percentuale del 20 per cento non sia applicabile ai contratti di lavoro a tempo determinato stipulati tra istituti pubblici di ricerca ovvero enti privati di ricerca e lavoratori chiamati a svolgere in via esclusiva attività di ricerca scientifica o tecnologica, di assistenza tecnica alla stessa o di coordinamento e direzione della stessa. E’ stato inoltre stabilito che i contratti a termine che abbiano ad oggetto in via esclusiva lo svolgimento di attività di ricerca scientifica possano avere durata pari a quella del progetto a cui si riferiscono;

– per le ipotesi di violazione del limite percentuale, si stabilisce l’applicazione di una sanzione amministrativa a carico del datore di lavoro, pari al 20 per cento della retribuzione, per ciascun mese o frazione di mese superiore a quindici giorni di durata del rapporto di lavoro, qualora la violazione si riferisca ad un solo lavoratore assunto in eccedenza del predetto limite e pari invece al 50 per cento della retribuzione qualora la violazione si riferisca a due o più lavoratori assunti in eccedenza del predetto limite;

– in relazione al diritto di precedenza previsto in favore del lavoratore a termine che abbia prestato attività lavorativa per un periodo superiore a 6 mesi, per le assunzioni a tempo indeterminato nella stessa azienda entro i successivi 12 mesi, viene riconosciuto che per le lavoratrici il congedo obbligatorio di maternità, intervenuto nell’esecuzione di un precedente contratto a termine, concorra a determinare il periodo complessivo di prestazione lavorativa utile al diritto di precedenza. Alle lavoratrici è inoltre riconosciuto il diritto di precedenza anche nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi 12 mesi;

− si prevede, infine, che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, decorsi 12 mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto, presenti una relazione alle Camere sull’utilizzo dei contratti a tempo determinato e dei contratti di apprendistato.

 

Contratto di apprendistato

− si prevede che il contratto di apprendistato debba contenere, in forma sintetica, anche il piano formativo individuale, definito anche sulla base di moduli e formulari stabiliti dalla contrattazione collettiva o dagli enti bilaterali; 
− le condizioni alle quali è subordinata l’assunzione di nuovi apprendisti (ovvero la prosecuzione del rapporto di lavoro al termine dell’apprendistato, nei 36 mesi precedenti la nuova assunzione, di una determinata percentuale degli apprendisti dipendenti dallo stesso datore di lavoro), si applicano solo ai datori di lavoro che occupano almeno 50 dipendenti. Viene inoltre fissata al 20 per cento la percentuale di “stabilizzazione” di precedenti apprendisti, fatta salva la possibilità per i contratti collettivi di individuare limiti diversi;

− si prevede che per le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, che abbiano definito un sistema di alternanza scuola-lavoro, i contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati da associazioni di datori e prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale possano prevedere specifiche modalità di utilizzo del contratto di apprendistato, anche a tempo determinato, per lo svolgimento di attività stagionali;

− viene confermato che la formazione del lavoratore assunto con contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere è integrata dall’offerta formativa pubblica. A tal fine, si prevede che la regione debba comunicare al datore di lavoro, entro 45 giorni dalla comunicazione dell’instaurazione del rapporto di lavoro, le modalità di svolgimento dell’offerta formativa pubblica, anche con riferimento alle sedi e al calendario delle attività previste, avvalendosi anche dei datori di lavoro e delle loro associazioni che si siano dichiarate disponibili.

Semplificazioni in materia di documento unico di regolarità contributiva

− Si prevede di realizzare una modalità telematica per verificare la regolarità contributiva nei confronti di Inps, Inail e Casse edili, per giungere alla definitiva “smaterializzazione” del DURC (documento unico di regolarità contributiva). Le modalità applicative della disposizione sono demandate ad un decreto ministeriale da adottare entro 60 giorni.

 

Contratti di solidarietà

− si prevede che, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, siano stabiliti criteri per la concessione del beneficio della riduzione provvisoria della quota di contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro. Vengono inoltre destinate a tale finalità risorse per 15 milioni di euro annui a decorrere dal 2014;

− viene fissata al 35 % la riduzione della contribuzione previdenziale per i datori di lavoro che stipulano contratti di solidarietà con riduzione dell’orario di lavoro superiore al 20% (eliminando le precedenti differenziazioni su base territoriale e le maggiori riduzioni previste in relazione a percentuali di riduzione dell’orario di lavoro superiori al 30%);

− si prevede, infine, che i contratti di solidarietà siano depositati presso l’archivio nazionale dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro.

 

 

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Osservatorio INCA CGIL per le politiche sociali in europa

Osservatorio INCA CGIL per le politiche sociali in europa

 

La Germania adotta misure restrittive contro il cosiddetto abuso della libertà di circolazione da parte dei cittadini Ue 

 

Il governo tedesco ha approvato un pacchetto di misure tese a limitare l’accesso alle prestazioni sociali per i migranti europei, tra cui la riduzione delle prestazioni familiari quando i figli non siano residenti in Germania e la possibilità di determinare l’importo delle prestazioni a seconda del paese di residenza del minore. Misure in aperto contrasto con quanto previsto dalle regole europee sul coordinamento dei sistemi nazionali di sicurezza sociale.       

La previdenza in regime internazionale: nuova guida a cura del patronato Inca Cgil 

Una nuova guida alla previdenza in regime internazionale, a cura del patronato Inca Cgil, è stata pubblicata dalla casa editrice Ediesse. In 272 pagine, il vasto mondo della previdenza in regime internazionale viene spiegato e analizzato, partendo dalla condizione giuridica dei lavoratori migranti che si trovano ad essere soggetti, nel corso della loro vita, ad una pluralità di ordinamenti nazionali e sovranazionali, molto complessi e spesso difficili da conoscere ed interpretare.

Ocse: il lavoro precario nuoce ai singoli e allo sviluppo economico 

Nel suo rapporto annuale Employment Outlook 2014, pubblicato mercoledì 3 settembre, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico suona 4 volte il campanello d’allarme: per il lento declino della disoccupazione, associato al persistente aumento della disoccupazione di lunga durata, per il rallentamento della crescita dei salari reali, per la scarsa qualità dei posti di lavoro, e per l’uso estensivo del lavoro a tempo determinato e dei contratti irregolari.

Occupazione in Italia: più alta tra stranieri 

Nel 2013 la popolazione straniera in età da lavoro, si legge nel IV Rapporto annuale Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia, ha superato i 4 milioni di persone di cui oltre 2,3 milioni occupati, quasi 500mila in cerca di lavoro e oltre 1,2 milioni inattivi. In questo contesto, dicono i dati del ministero, il numero di lavoratori stranieri occupati in Italia è aumentato di circa 22mila unità in dodici mesi, una tendenza in contrastro con la decisa contrazione dell’occupazione italiana, che tra il 2012 e il 2013 è calata di 500mila unità.

Riforma lavoro: la Cgil presenta ricorso alla Commissione europea 

La Cgil presenta ricorso alla Commissione europea contro la Riforma del lavoro varata del Governo Renzi, perché in contrasto con la prevalente disciplina europea sul lavoro. Su un punto in particolare la Cgil insiste, la legge 78, eliminando l’obbligo di indicare una causale nei contratti a termine, sposta la prevalenza della forma di lavoro dal contratto a tempo indeterminato al contratto a tempo determinato, in netto contrasto sia con la direttiva europea 1999/70 sul lavoro a tempo determinato, sia con la giurisprudenza della Corte di giustizia europea.

Disoccupazione giovanile in Italia: dall’UE 1,1 miliardi di euro per affrontare la crisi 

La Commissione europea ha adottato il programma operativo nazionale a favore dell’occupazione giovanile (YEI) in Italia. Dopo quello francese, adotatto a giugno, questo è il secondo programma operativo adottato dalla Commissione europea a favore dell’occupazione giovanile, con una dotazione totale di 6 miliardi di euro di cui possono beneficiare 20 Stati membri (che hanno regioni in cui la disoccupazione giovanile supera il 25%).

Assistenza sanitaria transfrontaliera: la Commissione sollecita 12 Stati membri ad attuare la direttiva europea

La Commissione europea ha formalmente chiesto all’Austria, al Belgio, alla Bulgaria, alla Germania, all’Estonia, alla Grecia, alla Finlandia, alla Francia, all’Irlanda, al Lussemburgo, alla Polonia e al Regno Unito di notificare la piena attuazione della direttiva sull’assistenza sanitaria transfrontaliera (2011/24/UE).

Acqua: procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia 

La Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia perché non garantisce che l’acqua destinata al consumo umano sia conforme alle norme UE. Secondo la Commissione europea, la contaminazione dell’acqua da arsenico e fluoro è un problema annoso in Italia, in particolare nel Lazio.

Per saperne di più: www.osservatorioinca.org

ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE11/09/2014

 

GIURISPRUDENZA

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 10 settembre 2014, n. 4587FISCALE

Tributi – ICI – Aree fabbricabili – Fissazione dei valori minimi ai fini dell’imposta comunale

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 10 settembre 2014, n. 4601LAVORO

Procedura d’emersione dell’appellante dal lavoro irregolare

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 10 settembre 2014, n. 4607LAVORO

Silenzio serbato dall’amministrazione circa emersione da lavoro irregolare

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 10 settembre 2014, n. 4611LAVORO

Diniego rinnovo del permesso di soggiorno

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 10 settembre 2014, n. 4618LAVORO

Diniego concessione riposi

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 settembre 2014, n. 19044FISCALE

Tributi – Elusione – Efficacia del giudicato esterno – Limiti

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 settembre 2014, n. 19019FISCALE

Fallimento ed altre procedure concorsuali – Revocatoria fallimentare – Compravendita – Ipoteca giudiziale – Sussistenza al momento del contratto – Scienza decoctionis – Consapevolezza in capo all’acquirente – Non sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 settembre 2014, n. 19026FISCALE

Tributi – Professionista – Ricavi in nero – Responsabilità solidale del coniuge codichiarante – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 settembre 2014, n. 19030FISCALE

Tributi – Accertamento – Redditometro – Acquisto con accollo di debito – Spesa per incrementi patrimoniali – Prova da parte del Fisco del versamento del prezzo dell’investimento – Necessità – Mancanza – Nullità dell’accertamento

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 settembre 2014, n. 19065LAVORO, FISCALE

Tributi – Riscossione – Cartella di pagamento – Notifica effettuata al domestico – Validità – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 settembre 2014, n. 19098LAVORO, FISCALE

Professionisti – Avvocato – Patrocinio di curatela fallimentare – Liquidazione del compenso – Valore della lite – Determinazione del valore – Domanda – Rilevanza

CORTE DI GIUSTIZIA CE – UE

SENTENZA

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 10 settembre 2014, n. 491LAVORO

Rinvio pregiudiziale – Spazio di libertà, sicurezza e giustizia – Direttiva 2004/114/CE – Articoli 6, 7 e 12 – Requisiti di ammissione dei cittadini di paesi terzi per motivi di studio – Diniego di ammissione di una persona che soddisfa i requisiti previsti da tale direttiva – Margine di discrezionalità delle autorità competenti

TRIBUNALE

ORDINANZA

TRIBUNALE DI BRESCIA – Ordinanza 17 febbraio 2014LAVORO

Infortuni sul lavoro e malattie professionali – Assicurazione obbligatoria – Professionisti associati in studi professionali in rapporto di dipendenza funzionale – Inclusione nell’elenco dei soggetti assicurati – Mancata previsione – Lesione della garanzia previdenziale – Decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, art. 4, comma 1, n. 7 – Costituzione, artt. 3, primo comma, e 38, comma secondo

LEGISLAZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE

PROVVEDIMENTO

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 10 settembre 2014, n. 114450LAVORO, FISCALE

Trasmissione all’Agenzia delle Entrate degli elenchi dei percipienti somme e valori soggetti a ritenuta d’acconto corrisposti nel periodo di imposta 2013 dall’Amministrazione della Corte Costituzionale e consegna delle buste contenenti i modelli 730-1 degli assistiti ai quali è prestata assistenza fiscale nell’anno 2014 da parte della medesima Amministrazione

DECRETO LEGISLATIVO

DECRETO LEGISLATIVO 11 agosto 2014, n. 129LAVORO, FISCALE

Norme di attuazione concernenti l’articolo 51, comma 4, dello Statuto speciale della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia in materia di tributi erariali

PRASSI

REGIONE TOSCANA

COMUNICATO

REGIONE TOSCANA – Comunicato 10 settembre 2014LAVORO, FISCALE

Approvazione dell’ordinanza n. 34 del 26 agosto 2014

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE11/09/2014

 

GIURISPRUDENZA

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 10 settembre 2014, n. 4601EDILIZIA

Procedura d’emersione dell’appellante dal lavoro irregolare

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 10 settembre 2014, n. 4607EDILIZIA

Silenzio serbato dall’amministrazione circa emersione da lavoro irregolare

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 10 settembre 2014, n. 4611EDILIZIA

Diniego rinnovo del permesso di soggiorno

CORTE DI GIUSTIZIA CE – UE

SENTENZA

CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 10 settembre 2014, n. 491EDILIZIA

Rinvio pregiudiziale – Spazio di libertà, sicurezza e giustizia – Direttiva 2004/114/CE – Articoli 6, 7 e 12 – Requisiti di ammissione dei cittadini di paesi terzi per motivi di studio – Diniego di ammissione di una persona che soddisfa i requisiti previsti da tale direttiva – Margine di discrezionalità delle autorità competenti

LEGISLAZIONE

DECRETO LEGISLATIVO

DECRETO LEGISLATIVO 11 agosto 2014, n. 129COOPERATIVE, EDILIZIA

Norme di attuazione concernenti l’articolo 51, comma 4, dello Statuto speciale della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia in materia di tributi erariali

Cittadini Ue

La Germania adotta misure restrittive contro “abuso” libertà circolazione cittadini Ue

Il governo federale tedesco ha approvato la relazione finale al Consiglio di Stato presentata dai ministri federali degli Interni e del Lavoro e affari sociali intitolata “Aspetti legali e sfide nell’utilizzo dei sistemi di sicurezza sociale da parte dei membri degli Stati membri dell’Unione europea”.

La relazione comprende il pacchetto di misure restrittive, annunciato il 27 Luglio 2014 dal ministro dell’Interno Thomas de Maiziere, tese a limitare l’accesso alle prestazioni sociali per i migranti europei. Il pacchetto proposto prevede la riduzione delle prestazioni familiari ai migranti i cui figli non siano residenti in Germania e la possibilità di determinare l’importo delle prestazioni a seconda del paese di residenza del minore. Il progetto prevede tra l’altro un divieto temporaneo di soggiorno sul territorio tedesco per i cittadini Ue che hanno mentito al fine di ottenere benefici. 

Se così fosse, la Germania si porrebbe in aperto contrasto con quanto previsto dalle regole europee sul coordinamento dei sistemi nazionali di sicurezza sociale. Il regolamento europeo 883/2004 stabilisce infatti che una persona ha diritto alle prestazioni familiari ai sensi della legislazione dello Stato membro competente, anche per i familiari che risiedono in un altro Stato membro, come se questi ultimi risiedessero nel primo Stato membro (articolo 67- Familiari residenti in un altro Stato membro).

Si tratta evidentemente di misure ad effetto, il cui impatto reale sulle finanze tedesche sarebbe irrilevante. L’entità del fenomeno è infatti molto bassa in Germania: solo lo 0,64% dei 14,3 milioni di bambini che hanno diritto a prestazioni familiari risiedono all’estero. Tuttavia, questo può avere un impatto negativo importante sulle famiglie dei migranti, specialmente quelle di alcune comunità. Giusto per fare un esempio, circa 144.000 lavoratori polacchi residenti in Germania hanno almeno un figlio residente ancora in Polonia.

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“Legalità

“Legalità: una svolta per tutte”, la nuova campagna della CGIL

“Legalità: una svolta per tutte”. È il messaggio scelto dalla Cgil per la sua nuova campagna sulla legalità, presentata oggi in corso d’Italia dal segretario generale Susanna Camusso e dal segretario confederale Gianna Fracassi. 
A distanza di due anni dalla passata campagna sui temi della legalità economica, la Cgil rilancia il suo impegno su questo fronte, mettendo in campo due ordini di iniziative. Da un lato una serie di appuntamenti di carattere nazionale incentrati sulle macro-aree di intervento su cui si focalizzano le proposte della confederazione: lotta alla criminalità organizzata, contrasto dell’evasione e regolamentazione del sistema degli appalti. Dall’altro lato l’avvio di un vero e proprio ‘Viaggio della legalità’, che partirà a novembre per attraversare l’intera penisola.

La Cgil promuove questa campagna perché, come si legge nelle immagini che la caratterizzano, “la legalità è un’urgenza, un valore capace di risollevare le sorti di un Paese compromesso, la soluzione nella lotta al malcostume. La legalità è una garanzia che non vuole promesse disattese, l’unica certezza capace di cambiare davvero le cose”. Un’urgenza che si sostanzia nei ‘numeri’: i fenomeni illegali, infatti, diffusi e trasversali in tutto il Paese, “costituiscono – spiega il sindacato – una zavorra per la nostra economia e il nostro futuro. La corruzione costa 60 miliardi di euro l’anno, l’evasione 135 e il fatturato complessivo delle mafie è vicino ai 200 miliardi”. Una ‘torta’ di circa 400 miliardi che immessi nel circuito ‘legale’ “rappresenterebbero il volano di cui il Paese ha bisogno per affrontare e risolvere il binomio crisi e sviluppo”.

Per la Cgil “attività imprenditoriali e prostituzione, proventi finanziari ed ecomafie, gioco d’azzardo e appalti, sono alcune delle voci che compongono il fatturato e gli utili della criminalità organizzata, nonché i temi che incrociano un altro inquietante fenomeno, la corruzione”. Zone ‘nere’ e ‘grigie’ che nella crisi “tendono ad aumentare perché i modelli e i settori di produzione sono più esposti al rischio di contaminazione da parte delle economie criminali e del malcostume”. Per questi motivi nel 2011 la confederazione guidata da Susanna Camusso lanciò la ‘Campagna per la legalità economica’, fondata sull’avvio di una stagione di contrattazione in cui la legalità veniva assunta come dimensione qualitativa del lavoro e dello sviluppo.

Oggi le ragioni alla base di quella scelta continuano a essere “una priorità da affrontare” perché nascono “dalla consapevolezza di vivere in un paese schiacciato dal peso dei fenomeni di illegalità che non solo lo rendono economicamente debole, ma ne riducono anche e soprattutto i margini di contrattazione e di mediazione sociale”. Ecco perché la Cgil promuove questa nuova campagna – “Legalità: una svolta per tutte” – e che si caratterizzerà nei prossimi mesi con alcune iniziative tematiche e con il ‘Viaggio della legalità’. Un camper attraverserà, infatti, l’intero Paese, toccando diversi e significativi luoghi. Si partirà da Milano agli inizi di novembre per percorrere la penisola fino a Palermo e arrivare a dicembre a Roma per la tappa conclusiva. Un viaggio “per raccogliere racconti, ricordi e storie, fatti ed esperienze di vita concrete per testimoniare il rapporto vitale e indissolubile tra legalità e lavoro”.