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Lavoro, sì al dl Poletti
Gli alfaniani aggrappati a Renzi

Ncd sempre piu’ schiacciata sul premier, vota le nuove norme su apprendistato e contratti a termine: “Il testo del governo era meglio” dice Alfano. Ma va bene anche così. Il ministro certifica: “sono tutti d’accordo con me”

di Luca Sappino

Lavoro, sì al dl Poletti 
Gli alfaniani aggrappati a Renzi
Il governo ha posto la fiducia sul dl Poletti e fiducia è: 344 sì e 184 no. Ogni eventuale rimostranza tra alleati di maggioranza è dunque rimanda al Senato, dove il ministro Poletti è convinto che si troverà una sintesi definitiva, siccome l’accordo e “le distanze sono alla portata”. Si spera però vada meglio al dl lavoro che all’Italicum, ormai impantanato (“il Senato” nota Renato Brunetta, “è ormai porto delle nebbie e degli insabbiamenti renziani”).

Se il voto della Camera vale poco, però, vale molto negli equilibri interni alla maggioranza. Con Ncd aggrappato a Renzi. Sì, certo, Maurizio Lupi saluta l’arrivo ufficiale di Paolo Bonaiuti, che lascia Forza Italia e passa con gli alfaniani, e dice che le parole di Sandro Bondi (“sosteniamo Renzi”) hanno sancito il fallimento di Forza Italia. Ma questo per gli alfaniani è soprattutto il giorno dell’autogol. Il giorno in cui la loro dipendenza da Renzi brilla in tutta la sua evidenza, nel voto “controvoglia” al dl lavoro del ministro Poletti.

“Si è verificato uno strano fenomeno, erano tutti d’accordo con me ma non tra di loro”. Così il ministro del Lavoro commenta lo scambio di accuse tra Pd e Ncd, che si imputano reciprocamente di non aver accettato la mediazione proposta da Poletti durante la riunione della maggioranza sul decreto lavoro e di avere dunque fatto saltare il tavolo. A margine di un convegno della Cisl a Roma, Poletti comunque si dice ottimista sulla possibilità di ricomporre la spaccatura sul decreto al Senato, dopo il voto di fiducia alla Camera.di Marco Billeci
GOVERNOultima modifica: 2014-04-24T11:33:29+02:00da vitegabry
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