Lavoro, Renzi ferma Alfano. Oggi voto fiducia
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Giuliano Poletti avrebbe preferito chiudere la partita del decreto lavoro ieri una volta per tutte, e senza fiducia. Invece la fiducia è stata posta (si voterà oggi a Montecitorio alle 15,30) e la questione lavoro resterà pericolosamente aperta fino all’ultimo, con nuove schermaglie in vista al Senato, dove l’avvicinarsi delle elezioni europee farà lievitare la fibrillazione politica.
Ormai è chiaro che di questo si tratta: bandierine da piantare in un campo o nell’altro. Lo si è capito chiaramente ieri quando l’Ncd ha detto no all’ultima prova d’accordo intessuta dal ministro, ma contemporaneamente ha annunciato il sì alla fiducia.
Tre nuove modifiche (importanti ma non centrali) che in parte recepivano richieste degli alfaniani e dei montiani, la disponibilità del Pd ad accoglierle a patto che il numero dei rinnovi contrattuali consentiti dalle nuove regole sul contratto a termine scendesse da 5 a 4.
Questo l’ultimo approdo della trattativa raggiunto in un vertice di maggioranza chiesto dal governo poco prima della convocazione dell’aula. Ma Maurizio Sacconi ha detto no, preannunciando battaglia in Senato.