Previdenza

Previdenza: non creare allarme su pensionati

Da via Ciro il Grande, subito la correzione ufficiale a firma dello stesso Mastrapasqua. “C’è piena e totale sostenibilità dei conti della previdenza e dell’Inps. Nessun allarme e nessun allarmismo”. E continua “mi sono limitato a ribadire quanto ho affermato lo scorso mese di luglio nell’annuale relazione al Parlamento e che cioè “il disavanzo ereditato dall’ex Inpdap, non deve trasformarsi in un sintomo di incertezza sulla tenuta della previdenza italiana”, spiega. “E’ solo un problema contabile, che non mina la certezza dei flussi finanziari. Nessun rischio nè per oggi nè per domani. Le pensioni sono e saranno regolarmente pagate”.

In risposta alle esternazioni del Presidente dell’Inps, Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro della Camera dei deputati sottolinea che “Non bisogna sottoporre i lavoratori e i pensionati a continue docce fredde. Quando si parla di previdenza bisogna misurare le parole, perche’ altrimenti si possono creare delle onde d’urto imprevedibili che incidono pesantemente  sul comportamento dei lavoratori e possono seminare ulteriore incertezza”. 
“L’accorpamento dell’INPDAP all’INPS – aggiunge – ha creato un problema di disavanzo contabile: secondo il ministro Saccomanni si tratta di un questione soltanto di carattere “tecnico” e tale deve rimanere. Se lo Stato non ha versato i contributi previdenziali  ai suoi dipendenti nella logica di una partita di giro finanziaria, adesso che gli Enti si sono unificati,  si comporti in modo adeguato se non si vuole contribuire a creare allarme su un argomento di alta rilevanza sociale. Sarebbe paradossale che qualcuno utilizzasse questa polemica infondata per mettere nuovamente le mani nelle tasche dei pensionati  a danno dei quali,  con la   riforma” Fornero,  si è operata la più colossale redistribuzione di risorse mai avvenute: tra il 2020 e il 2060 verranno risparmiati dal sistema pensionistico oltre 300 miliari di euro, pari al 15% del totale del debito pubblico italiano. C’è anche chi, in questi giorni, pensa che sia giusto colpire chi è andato il pensione  con il sistema retributivo: stiamo forse parlando di quegli operai che dopo 40 anni di lavoro e di  contributi versati percepiscono pensioni “d’oro” da 1.100-1.200 euro netti  mensili? Vogliamo anche ricordare che le pensioni fino a 1.443 euro lordi mensili, escluso il rateo della tredicesima, sono 11 milioni 291 mila pari al 68,3% del totale: di che cosa stiamo parlando? Chi avanza la proposta di toccare le pensioni soltanto perchè calcolate con il sistema retributivo dovrebbe dunque vergognarsi. Concentriamoci invece, come si sta facendo nella legge di Stabilità, su un contributo di solidarietà a carico delle pensioni autenticamente d’oro che devono, queste sì, partecipare al risanamento dei conti per aiutare il  Paese ad uscire  dalla crisi”.

E il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso ribadisce che “Invece di lanciare solo allarmi Mastrapasqua ci dovrebbe dire cosa pensa di fare”. Nel sottolineare che con l’integrazione degli istituti di previdenza voluta dal governo Monti i versamenti del pubblico sono “molto parziali”, il leader della Cgil ha detto che “questo non può diventare un alibi per aumentare l’insicurezza del problema previdenziale”.

Quello che il sindacato vorrebbe “è che si discutesse come redistribuire ai lavoratori dipendenti e ai pensionati i risparmi derivanti dalle riforme pensionistiche del passato”.

Previdenzaultima modifica: 2013-11-15T10:56:00+01:00da vitegabry
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