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del 24/02/2012
che suonano
contro Celentano
di Francesco Casula
Celentano è un cantante delizioso,
dai testi mai banali e che rifuggono
il sentimentalismo lagrimoso, svenevole
e melenso. Molti sono intensamente
sociali e anticipano, denunciandoli,
fenomeni come l’urbanesi –
mo selvaggio con la cementificazione
e l’asfalto che devastano la natura e
inquinano l’ambiente. A significare
che il personaggio non può essere recintato
nel ghetto della “canzonetta”:
egli infatti pensa, denuncia, protesta.
Da qualche decennio ama anche fare
il “predicatore ”. Come ha fatto nell’ultimo
Festival di Sanremo. Suscitando
vaste e numerose polemiche.
Con i pifferai di regime che si sono
scoperti difensori della libertà di
stampa: quando in realtà sono in genere
i trombettieri di Cesare e del potere.
Sono gli stessi che non biascicano
verbo a proposito della “morte ” di
giornali come il Manifesto, una delle
poche voci libere in Italia. Che magari
plaudono alla “cacciata” dei vari Luttazzi,
Santoro, Dandini. Certo, grammatici
e filologi possono discettare
sulla narrazione e l’eloquio di Celentano.
E trovare limiti ed errori. Probabilmente
quel “Famiglia Cristiana e
l’Avvenire dovrebbero essere chiusi”
è stato un errore. Ma perché guardare
il dito di Celentano e non la luna che
indica? Forse che non è vero che i due
giornali, spesso, rimangono impastoiati
nella politica politicante, negli
interessi partitici, nei giochi di potere?
lion, ovvero il messaggio e il progetto
di Cristo? Come dovrebbero fare giornali
che, programmaticamente. si definiscono
“cristiani ”o sono portavoce
dei Vescovi, come Famiglia Cristiana
appunto e l’Avvenire? Perché non imparano
da Don Gallo, il prete genovese
–ricordato da Celentano –che quel
messaggio cristiano non solo predica
ma pratica fino in fondo, svolgendo il
suo servizio non come un mestiere
ma un ministero evangelico e profetico
di salvezza? Vivendo la Chiesa non
come struttura e istituzione gerarchica,
irrigidita e tesa alla conservazione
del passato e dell’establishement, ma
come comunità aperta, occupandosi
non solo dei fedeli ma di tutti gli uomini
e soprattutto dei diseredati?