Archivi giornalieri: 1 febbraio 2012

Due anni di morti sul lavoro

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Il  dramma del Paese

Inarrestabile il bollettino delle morti sul lavoro: nel 2011 sono stati 553 i decessi rilevati contro i 526 del 2010 (27 casi in più pari ad un incremento del 5,1 per cento).

A rivelarlo è l’ultima indagine condotta dagli esperti dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering, la società mestrina che da oltre due decenni è in prima linea sul fronte della sicurezza dei lavoratori.

Si chiude così tragicamente il bilancio biennale delle morti nei luoghi di lavoro. E la Lombardia anche nel 2011 fa registrare il maggior numero di vittime, seguita da Piemonte,Emilia Romagna, Veneto,Toscana e dalla Campania. Altrettanto vicine ai primi posti si trovano anche la Sicilia, il Lazio e la Puglia.

Ma se in termini assoluti il record spetta alle regioni più produttive e più estese, quando gli esperti di Vega Engineering rapportano le morti sul lavoro alla popolazione lavorativa, allora è la Valle D’Aosta a far emergere il dato più allarmante con un indice di incidenza pari a 70,1 contro una media nazionale di 24,2, vale a dire che in Valle D’Aosta si muore più del doppio della media nazionale. Ed è seguita dal Molise (55,3), dall’Abruzzo (52,7), dall’Umbria (43,7) e dal Trentino Alto Adige (42,6). Sopra la media anche il dato riferito alla Basilicata (32,4).

Degno di nota il fenomeno infortunistico mortale che colpisce i piùƒ giovani (dai 15 ai 24 anni).
La probabilità di un evento mortale per il giovane lavoratore è il 62% più alta dei lavoratori che hanno un’età compresa tra 25 e 44 anni.
E questo è un dato inquietante se si pensa che i giovani non sono nelle condizioni esperenziali di esprimere un giudizio sulle condizioni di lavoro in sicurezza e sono quindi totalmente dipendenti dai propri preposti o datori di lavoro, che in tal modo diventano dei veri e propri decisori delle giovani vite.

Nell’elaborazione di Vega Engineering, poi, si scopre che gli stranieri rappresentano il 13,1 per cento dei decessi pari a 72 morti (nel 2010 erano l’11,3 per cento pari a 59 decessi). Rumeni ed albanesi i lavoratori più colpiti dal dramma. Mentre le donne che nel nostro Paese hanno perso la vita al lavoro sono 18 (una vittima in più rispetto al 2010).